Vacondio: il Made in Italy va difeso anche in patria

Scelte programmatiche all’insegna della continuità per il neo eletto presidente di Federalimentare, mirando sia a consolidare la crescita del prodotto italiano sui mercati stranieri sia a stimolarne i consumi a livello nazionale (da Mark Up n. 275)

Ulteriore incremento delle esportazioni, tutela del Made in Italy e un’informazione più corretta al consumatore attorno alle qualità e ai vantaggi di una dieta bilanciata, centrata sulla produzione alimentare nazionale: queste le linee guida dell’agenda definita da Ivano Vacondio, nuovo presidente di Federalimentare per il quadriennio 2019-2022, nonché presidente del Consiglio di amministrazione e amministratore delegato della Molini Industriali di Modena e consigliere dell’Ager-Associazione granaria emiliano-romagnola di Bologna.

Degli obiettivi cui lavorerà la federazione di Confindustria nei prossimi anni ci ha parlato lo stesso Vacondio.

Quali saranno i punti chiave del suo programma, per il 2019 e gli anni a seguire?

Nella relazione che ho sottoposto -ottenendo peraltro un alto consenso- alle 14 associazioni aderenti a Federalimentare, ho evidenziato la centralità di 2 tematiche che doverosamente dovranno essere al centro della nostra attenzione: una politica di comunicazione che si ponga quale obiettivo di fornire ai consumatori un’informazione completa e corretta da un lato e il proseguimento di un’azione forte a sostegno dell’internazionalizzazione, della promozione all’export e della tutela del Made in Italy dall’altro.

Cominciamo dal tema della comunicazione al consumatore. Come agirà su questo fronte?

La premessa è che purtroppo, in Italia, si è progressivamente affermata una preoccupante deriva anti industriale che sembra non risparmiare neanche il comparto alimentare e le eccellenze che essa esprime nei vari comparti merceologici.

L’Industria alimentare è un fiore all’occhiello nazionale ed è un patrimonio del quale tutti noi dobbiamo essere orgogliosi, perché affonda le sue radici nella nostra storia e nella nostra cultura. Il food and beverage è inoltre un asse strategico del nostro Paese e della sua economia. Ed è per questi motivi che abbiamo il dovere di difenderlo. Per rispetto delle nostre ragioni e delle nostre convinzioni, certamente, ma anche, e soprattutto, per rispetto dei consumatori troppo spesso presi a riferimento da chi, in modo subdolo, e francamente anche inaccettabile, nasconde dietro la loro presunta difesa interessi di mera natura personale.

Insomma nei media, piuttosto che sui social, circolano notizie che non corrispondono alla realtà dei fatti...

E la cosa è estremamente grave. Lasciatemelo dire: l’alimentazione e la corretta informazione in materia sono argomenti così rilevanti da non poter essere affrontati con superficialità e qualunquismo dettati da sole convinzioni soggettive. Non mi permetterei mai di esprimere pubblicamente certezze nei confronti di coloro che operano in settori a me poco noti. Ma parimenti pretendo, pretendiamo, di non ricevere lezioni da quelli che non hanno mai varcato le soglie di un’azienda alimentare e che si sentono autorizzati a spiegarci il significato delle parole qualità, tracciabilità, trasparenza dell’informazione o sicurezza alimentare quando queste stesse parole sono quotidianamente al centro dei nostri impegni.

Quanto al secondo argomento al centro della vostra azione?

Le esportazioni costituiscono, da diversi anni, uno sbocco di primaria importanza per controbilanciare la prolungata stagnazione della domanda interna, che non ha risparmiato neanche il comparto alimentare. Il consolidamento del percorso di crescita sui mercati esteri, anche attraverso le nuove opportunità fornite dai canali digitali, deve essere confermato nonostante i rischi connessi alle perduranti tensioni geopolitiche e la pericolosa tendenza allo sviluppo di politiche protezionistiche. I segnali che ci pervengono da parte del governo circa la rilevanza strategica dell’export agroalimentare costituiscono indubbiamente un segnale positivo che ci auguriamo possa essere oggetto di conferme.

Si rileva una certa aderenza, a livello di contenuti, rispetto alla linea politica seguita dal suo predecessore, il presidente uscente Luigi Scordamaglia ...

Indubbiamente gli ambiti di intervento che ho citato sono i medesimi individuati da Scordamaglia. Comunicazione da un lato e promozione dell’export per far fronte alla stagnazione dei consumi interni dall’altro: costituiscono ormai da diversi anni le priorità dell’attività della Federazione e dovranno essere non solo confermate ma anche sviluppate.

Da questo punto di vista la continuità con il programma e l’operato del mio predecessore appare indubbiamente opportuna. Certo, esistono anche, ed è inevitabile, dei punti che saranno caratterizzati da una marcata discontinuità rispetto al passato. Ma essi non riguardano gli obiettivi quanto piuttosto gli approcci necessari per raggiungerli.

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