Ma la crisi non è finita, almeno per le vendite al dettaglio, alimentari e non. Sia Coop sia Federdistribuzione vedono un 2021 ancora critico

I dati relativi alle vendite di dicembre 2020 diffusi oggi dall’Istat chiudono il consuntivo 2020 certificando una forte flessione per il commercio al dettaglio. Complessivamente viene registrato un calo tendenziale del –5,4%, che per le vendite non alimentari raggiunge un picco negativo del –12,2%.

Marco Pedroni, presidente Ancc-Coop e Coop italia

"I dati Istat registrano il 2020 come l'anno con il peggior risultato per le vendite al dettaglio dell’ultimo decennio. Hanno retto solo le vendite alimentari (Istat indica un aumento del 2,4% in valore nel quarto trimestre), concentrate soprattutto sui discount e a seguire nei negozi di prossimità, mentre i formati più grandi, e soprattutto gli ipermercati, hanno duramente pagato il prezzo delle limitazioni agli spostamenti urbani imposti dalla pandemia –spiega Marco Pedroni, attuale Presidente di Ancc-Coop (Associazione nazionale delle cooperative di consumatori) oltre che di Coop Italia–. Ci attende ora un 2021 difficile. L’ufficio studi Coop stima che nel corso di quest'anno le vendite della rete fisica della grande distribuzione possano accusare una flessione del 2,6% (-1,6% se si considera anche l’eCommerce). Le nostre indagini e il confronto quotidiano con milioni di persone ci dicono, però, che dopo la resilienza gli italiani sono pronti a voltare pagina con uno spirito di speranza e voglia di  cambiamento. È dunque questa l’occasione che dovrà cogliere il prossimo Governo. Stimolare e orientare gli italiani verso i consumi sostenibili e adottare una politica per il settore retail che accompagni la sua evoluzione strutturale agevolando gli investimenti e la riconversione dei formati più maturi".

Federdistribuzione

Che la crisi non sia finita, almeno per i consumi e le vendite al dettaglio, lo ribadisce anche Federdistribuzione. "Dopo un 2020 di evidente sofferenza, la distribuzione non alimentare subisce importanti perdite di fatturato anche nelle prime settimane 2021 –commenta Carlo Alberto Buttarelli, direttore relazioni con la filiera e ufficio studi di Federdistribuzione -. Oltre a una partenza sottotono dei saldi, continuano a incidere negativamente le chiusure dei centri commerciali nei fine settimana, una misura che appare sempre più incomprensibile alla luce della quasi totalità delle regioni italiane in zona gialla e che comporta gravi ripercussioni su molte categorie merceologiche del non alimentare. A farne le spese sono soprattutto le grandi superfici con gli ipermercati che registrano una flessione annua del -2,7% mentre il commercio elettronico prosegue la sua corsa, chiudendo l’anno con un incremento del +34,6%".

Carlo Buttarelli

"Per quanto riguarda le vendite alimentari si registra in gennaio, un incremento tendenziale del +6,8% -prosegue Buttarelli-. Si tratta tuttavia di un dato ancora influenzato dalle restrizioni che coinvolgono il comparto della ristorazione e che hanno dirottato parte dei consumi del fuori casa ai punti di vendita della distribuzione alimentare. Un fattore quest’ultimo che influisce negativamente sui cash&carry, con un calo dei fatturati che continua ad oscillare tra -30% e -40%. La crisi dei consumi che stiamo attraversando si preannuncia ancora lunga: nell’ambito dei lavori che definiranno i progetti italiani per il Recovery Plan occorre individuare un piano di incentivi capace di riattivare la fiducia dei cittadini e dare la spinta necessaria alla domanda interna".

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