I dati Istat sul commercio al dettaglio relativi al mese di aprile 2020 registrano un -26,3% rispetto ad aprile 2019 nelle vendite a valore, con l’alimentare che cresce del +6,1% e il non alimentare che diminuisce del -52,2%. Un calo che, secondo le stime di Federdistribuzione, a fine 2020 per il non food si attesterà al -30% nonostante il ritorno a una fase di apertura dei negozi.
"Una tendenza negativa che impiegherà ancora molto tempo per invertire la sua rotta, considerando anche i segnali di queste prime settimane di riapertura che vedono i consumatori mostrare ancora preoccupazioni nel riprendere le consuete abitudini di acquisto", sottolinea il presidente di Federdistribuzione Claudio Gradara: "Stimiamo che a fine 2020 si potrà registrare un calo delle vendite del -30%, con inevitabili impatti su occupazione e investimenti”.
“Sul fronte alimentare si registrano dati positivi come risultato del lockdown e della chiusura di bar, ristoranti e mercati – continua Gradara -. Tuttavia se gettiamo uno sguardo ai prossimi mesi dovremo confrontarci con un progressivo rientro alla normalità per quanto riguarda il consumo fuori casa e, soprattutto, una riduzione del potere d’acquisto delle famiglie dovuta agli effetti dell’emergenza Covid-19 su occupazione e redditi che frenerà ulteriormente i consumi, anche dei beni alimentari”.
“La seconda parte dell’anno sarà dunque fondamentale per impostare la ripresa e si palesa un bisogno urgente di misure rapide ed efficaci a supporto di famiglie e imprese. Deve essere sostenuta la capacità di investire delle imprese, di qualsiasi dimensione, comprese le medie e grandi spesso dimenticate, ma indispensabili per trainare la crescita.