Vendite retail sempre in terreno negativo, ma si vedono miglioramenti

Vicolungo The Style Outlets
Gli outlet, evidenziano la performance migliore diventando i punti di vendita preferiti rispetto ai centri commerciali che sono in lenta risalita

Ancora un mese di sofferenza per i consumi. Soprattutto se il confronto è fra maggio 2021 vs stesso mese 2019. In questo senso il mercato retail perde oltre un quarto delle vendite, -27%. Il risultato è comunque un miglioramento rispetto ad aprile 2021 (-63% vs aprile 2019). Il confronto fra anno terminante (YTD) a maggio 2021 su YTD maggio 2020 vede un leggero calo (-1,8%) che ci fa pensare più a una tenuta che una flessione vera e propria.

L’Osservatorio permanente Confimprese-EY sui consumi di mercato analizza i dati di maggio 2021 sullo stesso mese 2019 e registra il confronto sull’anno pre-Covid a parità di andamento. Il mercato sta recuperando, ma rimane negativo. Da inizio 2021 la flessione sfiora il 50% (-49%). L’indicatore dei consumi del totale mercato (anno mobile 2021 vs 2020) si riduce del 24%. Nel mese maggio 2021 vs maggio 2019 la ristorazione (-48%) paga ancora il conto più salato, seguita da abbigliamento-accessori (-22%), in ripresa rispetto al mese di aprile che aveva chiuso a -63% vs aprile 2019. Il non food si muove quasi in linea con l'andamento 2019 e chiude a -6%.

Tra i canali di vendita, negozi e locali nei luoghi di passaggio come stazioni ferroviarie e aeroporti (travel) registrano le performance peggiori: -64%. I centri commerciali faticano a risalire la china e chiudono il mese a -33%, gli outlet a -13%, le high street a -26%, e le altre località a -19%.

Le aree geografiche mostrano andamenti abbastanza simili nel mese di maggio 2021 vs maggio 2019. La migliore è il Sud (Campania, Calabria, Sicilia, Abruzzo, Molise, Puglia, Basilicata) con -17%, in netto recupero rispetto al mese precedente (-66%). L’area Nord-Est (Emilia-Romagna, Triveneto) registra il trend peggiore -32%, seguita dal Centro (Toscana, Umbria, Marche, Lazio, Sardegna) -29% e dal Nord-Ovest (Lombardia, Piemonte, Liguria, Valle d’Aosta) -28%.

Mario Maiocchi, Confimprese

"Nel mese di maggio segnaliamo un calo dei fatturati rispetto allo stesso periodo del 2019 ovvero pre-pandemia del -27% –spiega Mario Maiocchi, direttore Centro studi retail Confimprese– che evidenzia un’inversione di tendenza purtroppo non sufficiente a compensare il fatturato progressivo gennaio-maggio di -49% ed è grosso modo in linea, -2%, con il 2020. Tuttavia, anche in maggio, permangono forti criticità per ristorazione e travel e di conseguenza la necessità di ulteriori supporti governativi per sostenere i consumi. Da segnalare il miglioramento registrato dall’area Sud che, con una flessione di 10 punti migliore del totale Paese, lascia ben sperare per il periodo estivo. Per il momento, comunque, il 2021 si prefigura come un altro anno orribile in linea con il 2020 e a -50% vs 2019".

In buona sostanza, l’analisi del mese di maggio su maggio 2019 rivela una situazione ancora molto volatile, dipendente dagli up & down dei mercati e dall’incertezza che ancora permane sul mondo dei consumi.

Paolo Lobetti Bodoni

"È importante evidenziare che nel mese di maggio vi è stato un passo avanti, rispetto a inizio anno, che potremmo interpretare come un segnale positivo di ripartenza del Paese e speranza nel futuro -dichiara Paolo Lobetti Bodoni, med business consulting leader di EY-. È interessante notare come gli outlet, ad esempio, abbiano registrato la performance migliore (-13%) e che siano diventati punti di vendita preferiti rispetto ai centri commerciali (-33%). Osservando invece i trend delle principali città, tutte sono al di sotto della media italiana tranne Palermo: si intuisce che i consumi si sono ancora spostati verso i centri urbani più piccoli. Il dato sulla ristorazione (-48%) indica un settore ancora in sofferenza, ma ci auguriamo, come accadde lo scorso anno, un recupero nei mesi più caldi".

Firenze e Venezia sul podio del segno meno

Nell’analisi per città nel periodo maggio 2021 vs maggio 2019 fra le "peggiori" in termini di andamenti dei consumi, troviamo nuovamente le due città d’arte italiane per eccellenza: Firenze (-55%) e Venezia (-47%). Un segnale preciso questo che indica il peso specifico degli arrivi stranieri, ancora in parte assenti nelle nostre città. Subito dietro troviamo Genova (-46%) e Bologna (-45%) che, divenuta meta turistica già nel pre-pandemia grazie allo scalo di alcune compagnie aeree straniere, risente della mancanza di afflussi. Male anche Milano (-38%), Napoli (-36%), Torino (-33%), Roma (-31%). Si salva, nonostante il segno meno, Palermo -21%, il cui andamento in parziale ripresa rispecchia il trend della regione Sicilia.

 

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome