Vitamine e sali minerali addio: tocca ai polifenoli

Nutraceutica, nutrigenomica, nutrigenetica. Le relazioni tra i cibi e il Dna rappresentano il futuro (da Mark Up 250)

Estratti per lo più vegetali vengono studiati nell’ottica dell’alimento-farmaco. Secondo gli esperti sono la medicina del futuro: per loro il mercato dell’alimentazione è destinato ad andare incontro a una rivoluzione. Gli studi più recenti, e in parte ancora sperimentali, dicono che alcuni cibi possono dialogare con i nostri geni, prevenendo e migliorando patologie in atto e influenzando il nostro destino. Tanto che in un futuro più lontano sarà possibile costruire diete personali basate sul proprio genoma.

Il trend è questo e premierà in futuro prodotti fortificati con sostanze antiossidanti. Non più vitamine o sali minerali, ma polifenoli, una famiglia che contiene circa cinquemila molecole divise in sottoclassi: flavonoidi, come la fisetina contenuta nelle mele, la quercetina della lattuga o le catechine del tè verde, le antocianine che donano il pigmento all’arancia rossa, gli isoflavoni contenuti nella soia. Quindi i carotenoidi, come il licopene del pomodoro. E una miriade di sostanze, dal resveratrolo dell’uva alla capsaicina del peperoncino piccante.

044_MARKUP06_2016_Polifenoli_intMangeremo per stare bene, non importa se perderemo qualcosa in termini di gusto. La strada è ormai segnata. I consumatori sono già pronti. Il cibo del futuro? Sarà asettico ma utile, tecnologico e controllato. Lo ha rivelato un’indagine Doxa che ha interpellato consumatori di otto diversi Paesi, tra cui l’Italia, e presentata a Expo nell’ambito di un convegno (“2050, il cibo che vogliamo”), organizzato da Coop.

Il mercato dei nutraceutici è enorme. Secondo una recente ricerca pubblicata da Transparency Market Research, quello globale salirà dai 165,62 miliardi di dollari del 2014 ai 278,96 miliardi di dollari nel 2021 con un tasso di crescita annuale composto intorno al 7,3% nel periodo 2015-2021. Leader in termini di domanda sarà il Nord America, seguito da Asia-Pacifico ed Europa. Lo studio racconta che c’è stato anche un cambiamento nelle preferenze dei consumatori: dai prodotti sintetici si è passati a quelli naturali, il che guida anche il mercato dei nutraceutici verso i cibi funzionali. L’attenzione non si concentra solo sugli alimenti primari, che per la prima volta un ente scientifico, il prestigioso Istituto Europeo di Oncologia, centro clinico e di ricerca di Milano, ha individuato in trenta cibi intelligenti (Eliana Liotta, La dieta Smart Food, Rizzoli) capaci di interagire con i nostri geni. Anche l’industria di trasformazione si sta ritagliando un ruolo da protagonista: alimenti e ricette fortificate con i polifenoli possono scompigliare il mercato, aprire nuove strade nella corsa verso il cibo funzionale. E con il parallelo sviluppo delle nuove scienze legate alla nutrizione l’industria potrebbe rivoluzionare i mercati.

L’articolo completo su Mark Up 250

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