Dea sviluppa outlet di lusso nel mondo

Il mercato degli Outlet Centre in Italia è saturo. Non mancano invece opportunità per aprire piccoli e grandi centri destination all'estero (da Mark Up 251)

Luca De Ambrosis Ortigara - Fondatore e Ceo di Dea

Scorrendo i principali progetti di Dea Real  Estate  Advisor,  fondata  da  Luca  de Ambrosis Ortigara, si nota un deciso orientamento a collaborare con iniziative di grande respiro e dimensione, in location internazionali a destinazione prevalente retail/turistica.

A  giudicare  dai  progetti  europei  gli  Outlet Centre stanno tornando sulla cresta dell’onda. Sarà la crisi?
Gli  Outlet  continuano  nel  loro  trend  positivo. A livello internazionale non è certo la crisi la spinta delle nostre iniziative come Kiev o Kotka. Anche perché il target di questi centri è rappresentato da retailer di alto livello nel fashion/lusso. Il canale Outlet è molto competitivo  in  aree  di  mercato  nelle  quali  i  prezzi dell’abbigliamento e degli accessori luxury possono arrivare a 3-4 volte i prezzi che si trovano in Italia o in altre capitali europee. Penso alla Cina, ma anche alla Russia dove i negozi full-price hanno prezzi veramente alti, e dove quindi gli Outlet possono offrire una valida alternativa con sconti del 30/50%.

La formula “Sleep&Shop”, con cui si riassume la convergenza tra turismo/hotel e retail, le sembra possibile?
Sì,  ma  non  per  tutti  i  settori  e  i  canali. Per quanto riguarda gli Outlet, la risposta  è  certamente  positiva:  bisogna  pensare  i  Centri  Outlet  non  più  come  luoghi  settorializzati  nel  mondo  dello  shopping, ma parte integrante di circuiti hospitality: i grandi operatori outlet non parlano più di clienti, ma di visitatori, di ospiti.

Fino a quindici anni fa nessuno in Italia aveva sentito parlare di Outlet ...
Nel 1998, quando cominciai, pionieristicamente, a portare gli Outlet in Italia, di cui Serravalle è stato il primo, nessuno ci credeva. Eppure, anche in Italia esistevano, non si chiamavano Outlet, ma spacci aziendali che vivevano (e vivono) all’ombra della discrezione, in strutture poco attraenti e dal look prettamente industriale. Il Designer Outlet è stato un passaggio epocale: la trasformazione  dello  spaccio  in  un  agglomerato coerente ed elegante, con un’architettura più bella, una struttura moderna e organizzata che offre al visitatoe una shopping experience completa.

Oggi svolge attività da consulente in tutto il mondo?
Sin dalla nascita, 11 anni fa, a Dea viene  riconosciuta una forte specializzazione negli  Outlet.  Dopo  lo  startup  in  Italia con McArthurGlen, sono stato chiamato in qualità di Senior Advisor nel board di Value Retail, per la quale svolgo attività di consulenza strategica da 11 anni per i loro 9 progetti europei e i 2 cinesi vicino a Shanghai, uno dei quali ha aperto all’interno del più grande parco Disney al mondo. In pipeline, ci sono altre iniziative, per esempio a Dubai per Centri Outlet e in Cina per destination centre di grandi dimensioni.

In Italia?
Il  mercato  italiano  è  saturo.  Ecco  peché Borletti Group ha pensato bene di indirizzarsi alla Repubblica di San Marino con l’Outlet Centre The MarketIn Italia, molto è stato fatto, anzi quasi tutto: non vedo più spazio per grandi  progetti  del  calibro  di  quelli  di  Value  Retail  e  McArthurGlen.  Vedo,  invece, con più successo iniziative di formato medio-piccolo come Shopinn nelle Cinque Terre o The Mall in Toscana.

I Centri Outlet sono entrati nel mirino degli investitori esteri ...
Dal mio punto di vista è un fatto positivo. È la conseguenza della saturazione del mercato, che porta gli operatori a privilegiare il potenziamento dell’esistente, sviluppando per successivi ampliamenti: penso a Fidenza che sta sviluppando la fase 3 con apertura prevista a novembre, o a Serravalle giunta alla fase 6. Consideri poi che certi outlet mprime realizzano rese al mq superiori ai flagship store in centro città.

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