Lo stile di consumo anti-inflazione: tagliare sul non essenziale, curare la salute mentale

Tra le categorie per le quali si prevede di spendere meno accessori moda (66%), abbigliamento e calzature (53%) e non solo. I dati dell’Ey Future Consumer Index

L'incertezza geopolitica ed economica a livello globale sembra ormai normalizzata e, come tale, porta i consumatori a rispondere con modifiche più durature al proprio stile di vita e di spesa. A indagare questi nuovi comportamenti e strategie anti-inflazione e anti-prospettive stabili è la tredicesima edizione dell’Ey Future Consumer Index, che ha sondato le opinioni di oltre 22mila cittadini in tutto il mondo, di cui 500 nel Belpaese.
Ne risulta che il 91% dei consumatori italiani è preoccupato per la propria condizione economica e l’81% è preoccupato in maniera più ampia per l’economia del Paese. In generale, tra le preoccupazioni maggiori degli intervistati troviamo per il 75% l’aumento dei prezzi di elettricità, gas e acqua, e per il 73% l’incremento dei prezzi di beni alimentari e i carburanti. Seguono i temi legati alla salute, con il 62% ritiene che i costi per accedere ad una sanità di qualità siano troppo alti.

Dove si taglia e quali sono le priorità

Ill 76% degli intervistati sarà più cauto riguardo alle spese e oltre il 38% degli italiani pianifica di trascorrere più tempo a casa in futuro, in ottica di risparmio. Oltre il 50% degli italiani dichiara che taglierà gli acquisti di prodotti non essenziali. Questo sta indirettamente portando ad azioni più sostenibili, riducendo il cibo e lo spreco alimentare (94%), cercando di riparare le cose piuttosto che sostituirle (75%), prestando più attenzione al riciclo (56%) e al risparmio di acqua (41%).  Si riduce dunque l’acquisto di oggetti fisici principalmente per risparmiare (75%) ma anche per aiutare l’ambiente (43%). Tra le categorie in cui si prevede di spendere meno ci sono accessori moda (66%), abbigliamento e calzature (53%), giocattoli e gadget (49%), elettronica di consumo (48%), ma anche bellezza e cosmesi (47%), mobili per la casa (43%) e automobili (40%).
Dopo il fattore economico-finanziario, al secondo posto tra le priorità dei consumatori compare la salute fisica e mentale. Il 67% degli italiani dichiara che sarà più consapevole e cauto rispetto alla propria salute mentale, monitorandone lo stato tramite app o dispositivi smart (43% dei rispondenti). Allo stesso tempo, però, la crescente dipendenza dalla tecnologia per la gestione della salute sta anche portando ulteriore stress, a causa del tempo prolungato trascorso davanti allo schermo che genera una paura continua di perdersi qualcosa (la cosiddetta "fomo"). Per rimediare, il 31% dichiara di limitare le notifiche sui dispositivi per determinati periodi di tempo, mentre il 20% ha rimosso le app dei social media dal proprio telefono.

Nuova spinta eCommerce e alla riparazione. Ad aziende e Governi si chiede di più

Dall'indagine emerge anche che i consumatori continuano a dare priorità alla vita a casa, facendo sforzi per risparmiare sui costi e concentrandosi su qualità del prodotto e rapporto qualità-prezzo. Ne consegue che, guardando alle modalità di acquisto, i consumatori si stanno spostando di nuovo verso l'online a livelli simili a quelli della pandemia: il 39% predilige gli acquisti online (durante la pandemia la percentuale si attestava intorno al 40%), il 50% fa acquisti sia online sia in store, e solo l’11% preferisce l’esperienza in store.
Cresce anche l'orientamento alla sostenibilità che abilita il risparmio, oltre che l'essere più green, con il 65% che afferma presterà maggiore attenzione all’impatto ambientale legato ai consumi (il 63% si aspetta comunque che il cambiamento climatico peggiorerà nei prossimi 6 mesi). Il 75%, poi, cerca di riparare le cose piuttosto che sostituirle, il 61% porta borse riutilizzabili durante lo shopping e il 56% ricicla i prodotti dopo l’uso, mentre il 41% cerca di risparmiare l’acqua. Inoltre, il 46% dei consumatori prima di passare ad un nuovo prodotto fa più attenzione alle scelte sostenibili del brand (tra le quali, meno imballaggi e ingredienti migliori). Anche le aziende stanno rispondendo creando nuovi prodotti o riformulando quelli esistenti per renderli più sani e sostenibili, tuttavia i prezzi elevati dei prodotti reputati più sostenibili sono ancora un deterrente per l’acquisto (62%). Secondo il 59%, le scelte sostenibili possono essere supportate dalle aziende attraverso una maggiore trasparenza, ma anche informazioni più precise (in merito al green-washing sulle etichette è appena intervenuta direttamente l'Ue). Anche dai Governi, infine, ci si attende un ruolo chiave per garantire un futuro più sostenibile al Paese: l’82% dei consumatori ritiene che questi ultimi e le autorità di regolamentazione debbano agire come leader nel promuovere risultati sociali e ambientali positivi, affiancando le aziende (per il 75% dei rispondenti).

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