Maran: il nuovo ruolo delle città

Cultura, creatività e ambiente abilitante al cambiamento. Il tutto in un processo di rigenerazione sostenibile dove le relazioni sono un asset centrale (da Mark Up n. 272)

La città, con le sue molteplici espressioni è uno dei centri di cambiamento socio-economico. Mark Up ha incontrato Pierfrancesco Maran, assessore a Urbanistica, Verde e Agricoltura di Milano, una città che vuole giocare un ruolo da protagonista sullo scenario globale forte della sua capacità di anticipare le tendenze.

Per Milano. quali i modelli di rigenerazione urbana finora messi in campo?

Gli ultimi anni hanno segnato un cambio di passo importante nelle politiche urbanistiche di Milano. Interventi come Porta Nuova e City Life non solo hanno cambiato lo skyline della città, ma rappresentano modelli di sviluppo di successo perché basati sulla sostenibilità ambientale e sulla qualità dell’edificato. Se da un lato si costruiscono edifici a ridotto impatto energetico, dall’altro si sviluppano nuovi parchi pubblici, nuove piazze e servizi a beneficio del quartiere. Sono entrambi interventi sostenibili anche perché realizzati in prossimità di metropolitane e stazioni ferroviarie. Ed è proprio grazie a questa caratteristica di elevata accessibilità che sono diventati veri e propri luoghi di attrazione per milanesi e turisti.

La gentrificazione può essere un drive di sviluppo per le periferie?

Sicuramente il mix sociale è importante, ma penso che, soprattutto in quartieri storicamente popolari, la socialità sia favorita anche dalla presenza di servizi e attività che rendano migliore il contesto delle relazioni e interazioni. Per questo stiamo lavorando per migliorare la qualità della vita con interventi sociali ed urbani, dalla riconversione degli immobili confiscati alla criminalità in attività per il quartiere, all’incremento del verde, ai progetti di riqualificazione pensati per le piazze, da Rimembranze di Lambrate, all’Ortica. Poi ci sono le attività che nascono direttamente dalla società. C’è ad esempio un grande dinamismo nei quartieri di Bovisa/Dergano o NoLo, ci sono i giardini condivisi, curati direttamente dai cittadini e tanti altri esempi di attivismo propositivo. Milano da questo punto di vista può contare su un incredibile senso civico e di comunità.

Il commercio e il retail artigianale, può avere un ruolo di primo piano per la rigenerazione urbana?

I negozi e le attività di vicinato sono tornati ad essere protagonisti della vita di quartiere, molti giovani sono tornati all’artigianato e abbiamo oltre 500 botteghe storiche che raccontano la storia e la tradizione della nostra città. È per questo che anche nella redazione dell’aggiornamento del Piano di Governo del Territorio individueremo delle forme di tutela e incentivo al piccolo commercio.

L’impressione è che il centro commerciale diventi una piazza, una città nella città. Cosa ne pensa?

L’introduzione di nuovi tipi di centri commerciali, come accade all’interno di City Life, fa parte di tendenze più generali che accompagnano lo sviluppo delle moderne metropoli. I modelli di consumo più sofisticati, estesi negli orari, targhettizzati e rappresentativi di alcuni generi di way of life, caratterizzano senza dubbio l’esperienza di City Life, ne fanno un’avanguardia, attrattiva per tutta la città. Ma non credo che la piazza commerciale sostituirà quella tradizionale, almeno questo non può valere per Milano, che conta più di 40 quartieri antichi con reticoli di commercio di vicinato ancora vivaci, che si rigenerano di continuo.

La ristrutturazione della Stazione Centrale di Milano, riuscirà a trasformarla da luogo chiuso a spazio vivibile in sicurezza anche negli spazi limitrofi?

Stiamo lavorando per trasformare le aree attorno alla centrale da strade di passaggio a luoghi di socialità e presidio. Con Sistemi Urbani Retail e le Associazioni di Quartiere abbiamo avviato un importante percorso di dialogo e collaborazione per portare qualità urbana e rigenerazione in tutta la zona che va dalla Stazione ai Magazzini Raccordati, passando per quartieri NoLo e Greco. Sono partiti i lavori di riqualificazione di Piazza Luigi di Savoia, dove saranno aperti alcuni spazi laterali per nuove attività commerciali con l’obiettivo di allargare le aree pedonali; il prossimo anno specularmente sarà rigenerata piazza Quattro Novembre. In piazza Duca D’Aosta invece sono in dirittura di arrivo i lavori di sistemazione delle aiuole, finanziati da un privato che ha deciso di investire in un’area in cui ogni giorno transitano oltre 400 mila persone. Anche i Magazzini Raccordati sono destinati a una nuova fase. Mentre è allo studio da parte di Grandi Stazioni Retail un progetto di sviluppo sul lungo termine, gli spazi, sono stati la location esclusiva e di successo delle esposizioni di Ventura Project in occasione del Fuorisalone. L’area attorno alla Stazione storicamente si deve confrontare con un tema di presidio e decoro, ma stiamo finalmente passando dalle parole ai fatti per avviare la riqualificazione di cui ha bisogno e fare in modo che il rilevato ferroviario non rappresenti più una cesura per la città ma un valore aggiunto.

Come si può immaginare una strategia di gentrificazione che attiri investimenti ma rispettosa della tradizione?

Guardi, il problema esiste a Milano come in tutte le città che sono in via di trasformazione. Anche per questo nel raccontare la Milano del 2030, attraverso l’avvio della discussione sull’aggiornamento del Pgt, abbiamo provato ad abbinare il tema dei grandi mutamenti con la riscoperta dei quartieri. Possiamo e dobbiamo allo stesso tempo costruire grattacieli e grandi parchi da un lato, e sapere che nei quartieri l’elemento essenziale è la piazza, con la sua Chiesa, i suoi negozi di vicinato e i tavolini, così come lo è la cura delle scuole elementari e dei servizi di assistenza. Vogliamo una città che pensi in grande ma dove possiamo continuare a dire sono di Milano e della Bovisa, sono di Milano e di Porta Venezia.

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