IV e V gamma italiane in crescita: i trend e le criticità da affrontare

I fresh convenience a base vegetale crescono trainati dall'idm. Un reparto che al consumatore piace e che potrebbe fidelizzare al punto di vendita. Bisogna però attivare l'innovazione e comunicarla, soprattutto per la V gamma. Il dibattito a Marca 2018

Un quadro positivo per il settore della IV e V gamma in Italia: il mercato ha registrato un trend di crescita interessante in gdo, mediamente superiore agli altri settori sia a volume che a valore (l'aumento a valore è superiore al 4%). L'incremento ha riguardato soprattutto le performance delle marche industriali che, pur avendo una quota di mercato pari a circa il 40%, hanno registrato una dinamica a rialzo superiore al +8% contribuendo fortemente alle buone performance del reparto (da qui l'importanza che la gdo sappia giocare la mdd IV gamma senza sovrapporsi a quella idm).

Il futuro dei fresh convenience a base vegetale è stato discusso nel corso di un convegno  organizzato da Aiipa IV Gamma a Marca 2018. Parliamo di un mercato entrato nella top 10 e di un reparto che piace ai consumatori. Come tale, lo stesso può essere motivo di fidelizzazione all'interno del punto di vendita o di allontanamento, risultando driver per l'insegna.

La quota di famiglie che acquista vegetali lavorati e confezionati è in continua crescita e ha raggiunto 19,4 milioni. La frequenza di consumo aumenta in linea con una crescente necessità di convenience temporale e una maggiore sintonia con i packaging per uso out of home.

L’incremento è stimolato soprattutto da un processo di innovazione e di diversificazione merceologica verso linee di prodotto a maggior valore aggiunto. I consumatori riconoscono infatti l’elevato contenuto di servizio dei prodotti di IV gamma - Daniele Fornari, professore ordinario dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza

Le sfide da affrontare
A livello generale, però, se la IV gamma ha ripreso a correre la V gamma mostra ancora maggiori criticità, soprattutto sulla qualità percepita. La fidelizzazione per il reparto risulta inoltre complessa. Il consumatore fresh convenience heavy user non sembra infatti in grado di esprimere un prezzo corretto e non sa individuare una nuova referenza a scaffale. Non solo: si innervosisce anche nel caso di shelf life in scadenza. Questo significa complessivamente che si rende necessario un miglior lavoro di categoria e una miglior lavoro sull'innovazione: solo l’11% dei consumatori si è infatti accorto di qualche novità di prodotto nell’ultimo anno.

I fattori di qualità secondo il consumatore
I fattori di valutazione della qualità dei vegetali in busta – lavati e/o cotti – sono correlati al concetto di tracciabilità del prodotto: gli intervistati, infatti, attribuiscono molta importanza all’origine italiana della materia prima (53%), ai controlli subiti nel processo produttivo (33%), all’identificazione della filiera controllata sulla confezione (31%). Come si diceva, poi, un altro fattore indice di un prodotto di qualità per il consumatore è una data di scadenza più lontana nel tempo (37%).

Il fattore prezzo, sul quale troppo spesso  concentriamo gli sforzi, sembra avere una rilevanza marginale in queste categorie (è praticamente irrilevante l’elasticità al prezzo) dove il consumatore cerca qualità costante, varietà di offerta e proposte nuove - Gianfranco D’Amico, presidente del Gruppo Aiipa IV Gamma