Vino senza -o con poco- alcol per rilanciare i consumi

Calano i consumi di vino, specie rosso, ma emergono nuovi segmenti: ecco i low o no alcol che piacciono ai giovani

Una tendenza preoccupante riscontrata in maniera trasversale tra le varie insegne della gdo italiana è quella del calo nelle bottiglie di vino vendute nell’arco del 2023. Soffrono particolarmente i rossi, meno i bianchi. Si difendono meglio i fermi dei frizzanti. Cresce il consumo di prosecco, in controtendenza. Ma soprattutto, si affacciano sul mercato nuove mode e tendenze che vanno incontro alle esigenze di un pubblico che cambia gusto. La popolazione invecchia e i giovani d’oggi vanno in cerca di una bevuta più semplice. Per questo cercano vini meno impegnativi di quelli che mettevano in tavola genitori e nonni. Ecco allora che fanno la loro comparsa anche in Italia vini low & no alcol, già di grande successo nei Paesi del Nord Europa e negli Stati Uniti. Sono pensati per una bevuta più semplice, che si accompagni a piatti leggeri, seguendo il trend del salutismo in atto. Inoltre si prestano alla moda della mixology. Al Vinitaly abbiamo incontrato Mionetto, cantina di Valdobbiadene specializzata nella produzione di prosecco, quindi. L’azienda ha registrato crescite importanti negli ultimi anni, spinta dall’export, che pesa per il 78% e guarda con interesse alle tendenze emergenti nel mondo del vino.

Mionetto a Vinitaly: ecco il vino low & no alcol

“Una nuova tendenza emergente sicuramente è quella del bere più leggero, senza alcol addirittura, ma senza dover rinunciare a un calice di spumante -comincia Robert Ebner, chief sales officer di Mionetto-”. “Siamo fiduciosi per il futuro -fa eco Paolo Bogoni, direttore marketing dell’azienda-: l'innovazione per noi è importante, non ultima proprio quella legata anche a segmenti che sono nuovi per l'Italia, tra cui l’avvicinamento al mondo del low & no alcol, pur mantenendo il nostro focus assoluto nella categoria Prosecco”.

Low & no alcol, ma il prosecco resta centrale per Mionetto

Ciò non significa dire addio al prodotto tradizionale: “Sicuramente l'Italia rappresenta la culla del Prosecco -chiarisce Ebner-, quindi per i consumatori che oggi sono molto mobili è importante presidiare questo tipo di mercato. Siamo presenti in oltre 100 paesi del mondo, quindi ogni mercato ha la sua particolarità, ogni mercato ha la sua importanza. L'aspetto innovativo è molto importante per noi che abbiamo una posizione proprio di spicco in termini di presenza nei mercati”. Le difficoltà sembrano avere sfiorato il produttore: “Mionetto è all'interno del mercato del prosecco prevalentemente in gdo -specifica Bogoni-. Sicuramente stiamo registrando una tendenza complessivamente soddisfacente, all'interno di un comparto che sta riscontrando alcune difficoltà: indubbiamente il costo delle materie prime degli ultimi anni ha influito molto sul posizionamento di prezzo della categoria complessiva e questo ha rallentato lo sviluppo”.

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