Tanto per cominciare: la digitalizzazione non è una scelta aziendale, ma un vortice che investirà tutti i business entro tre anni. Ecco cosa imparare da chi sta facendo innovazione

No. I social media "non sono una bacchetta magica che risolve i problemi di tutte le aziende”, come sottolinea Luca La Mesa, presidente di P&G Alumni Italia. Questo non significa tuttavia che non rappresentino, se correttamente valorizzati, uno snodo fondamentale nell'evoluzione del business e del rapporto con i consumatori.

Ai Mashable Days 2017, evento all'avanguardia andato in onda a Milano dal 19 al 21 ottobre. Una tre giorni con speaker di livello per affrontare il tema della rivoluzione digitale, dell'innovazione e del marketing oggi. I social in tutto questo hanno un ruolo chiave, ma sono solo una parte del tutto.

Ecco allora a seguire 7 lezioni estrapolate per voi dall'appuntamento targato Mashable.

1Il futuro è un Digital Vortex. “La digitalizzazione non è qualcosa a cui si può dire sì o no, ma è un vortice che arriverà e investirà tutte le aziende nei prossimi tre anni, spazzando via oltre il 40% dei player storici. Solo un’azienda su 3 però al momento sta affrontando la digital trasformation attivamente secondo i dati”, sottolinea Anna Testa di Cisco.

2Il contenuto di brand è una nuova forma di advertising, ma per funzionare deve essere localmente rilevante ma globalmente applicabile e leggibile. Ovvero: un contenuto che sappia parlare a un territorio ma anche trasferire il valore di quel messaggio a livello internazionale. Un esempio? La campagna di Unilever per Cornetto Algida, che ha coinvolto 15 Paesi del mondo partendo dall’Italia.

3 Esiste solo un copy efficace, ed è quello creativo. Non è la lunghezza o la brevità del post ciò che conta, ma il quid creativo al suo interno. Vale per tutte le piattaforme (compresa YouTube, dove vengono caricate ben 400 ore di video al minuto). Postare di più non ci rende più rilevanti e i recenti dati della ricerca Kantar Tns confermano che per la metà dei consumatori italiani i contenuti di brand sui social non sono utili né interessanti.

4 Trasformare il marchio in una conversazione attraverso il content marketing e i social. Questo quello che sta cercando di fare Bnl Gruppo Bnp Paribas attraverso l’articolato progetto Let’s make community, che punta a trasferire i valori di brand attraverso la relazione situata (dall’evento alle dirette streaming). Non solo. Come spiega Luigi Maccallini, retail communication manager, la banca ha anche costruito eco-sistemi digitali integrati e programmi di employeer advocacy. Questi ultimi, in particolare, sono passati dalla creazione dell’app Sociabble, che consente ai dipendenti di consultare tutte le attività social dell’azienda e condividerle (LinkedIn, Facebook, Twitter).

5La conversione è un lavoro complesso, ma si può gestire. Portare l’utente dall’interazione all’acquisto non è semplice, ma è un processo che si può migliorare. Bisogna individuare ed utilizzare un modello preciso, come sottolinea Sergio Liscia, digital director di Wolters Kluwer, azienda che fattura circa 4 miliardi di dollari l’anno e che ha affrontato direttamente la sfida. In generale, le interazioni sul web aumentano e i tempi di conversione si allungano. “Abbiamo prima analizzato in profondità il bisogno degli utenti: il risultato è che cercano soprattutto contenuti pratici e in forma how-to insieme a forms e supporti alla presa di decisioni”. Il tasso di conversione aumenta con contenuti chiari, semplici e immediati. L’azienda, non a caso, ha registrato ad esempio picchi di vendita eCommerce in concomitanza alla pubblicazione di contenuti specifici tipo e-book.

6Non compriamo più oggetti, ma momenti. In particolare: tanti piccoli momenti indimenticabili. Il retail deve capirlo e cambiare. In un mondo digitale si conferma ancora una volta che saranno le emozioni a fare la differenza competitiva, anche in termini di personalizzazione. Bisogna individuare le narrazioni auto-prodotte dalle communities, tessere quei fili narrativi e costruire risposte adeguate, spiega Daniele Chieffi, head of social media management & digital pr Eni. Tutto questo, naturalmente, passando anche da dati e analytics. Enel, ad esempio, ha utilizzato il sistema Talkwalker per ottenere big data aggiornati e monitorare il web, gestendo eventuali crisi rapidamente.

E ricordatevi che:

non è l'azienda più forte a sopravvivere, ma quella che si adatta meglio al cambiamento Condividi il Tweet

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