Fairtrade Italia: i risultati sociali ed economici del 2022

Nel 2022 Fairtrade Italia è diventata impresa sociale con 2.432 referenze certificate sugli scaffali del nostro Paese e 286 aziende coinvolte

Fairtrade Italia, diventata Impresa Sociale dal punto di vista giuridico a marzo 2022, fa il punto su un anno di responsabilità, comportamenti e risultati sociali, oltre che economici, nonché di attività svolte. "La rendicontazione dei risultati sociali non è per noi un’appendice al rendiconto dei risultati patrimoniali, finanziari ed economici: i due documenti (il Bilancio sociale e il Bilancio di esercizio) vanno guardati insieme, per avere una lettura veritiera e corretta di cosa siamo", sottolinea nel relativo documento il presidente Giuseppe Di Francesco.

Parlando di numeri, ad esempio, sono 286 le aziende con cui Fairtrade collabora sul mercato italiano e 2.432 le referenze certificate sugli scaffali della distribuzione nel nostro Paese. Dall’analisi dei prodotti finiti si osserva prima di tutto l’eterogeneità delle categorie che vanno dal fresco al confezionato, dal food al non food e, per quanto riguarda Fairtrade, dai mono ingrediente 100% Fairtrade ai prodotti multi ingrediente solo in parte Fairtrade. Delle 19 categorie prese in considerazione, 14 hanno registrato un aumento di volumi nel corso del 2022 rispetto al 2021, mentre solo cinque segnano un andamento negativo. Nel fresco le banane rimangono il prodotto più rilevante con vendite superiori a 13 milioni di kg, ma in leggera flessione rispetto all’anno precedente (-3%). Il resto della frutta fresca sfiora i 670 mila kg e segna una crescita dell’11%. Continua l’ottima performance del cacao, che raggiunge un nuovo record di vendite pari a 9.756 tonnellate e una crescita del 9%: in questo caso l’aumento è ancora frutto dello sviluppo del marchio d’ingrediente (FSI). In termini di percentuali l’aumento più importante è quello del cotone con un +78% pari a 713 mila kg, seguono i fiori con un aumento del +37% e più di 9 milioni di steli venduti.

Gli standard per acquisire e mantenere la certificazione includono una serie di diversi criteri economici, ambientali e sociali quali il prezzo minimo. Si tratta di quello che gli agricoltori ricevono per i loro prodotti, che non scende mai al di sotto del prezzo di mercato e non dipende dalle speculazioni in Borsa. I più sensibili a questi aspetti? Dalla una ricerca Nielsen (2021) si evince che la conoscenza di Fairtrade è significativamente più elevata tra i laureati e i residenti nel Nord est. Fairtrade è tendenzialmente più noto tra le fasce d’età più giovani (25-34 anni e 35-44 anni): la fascia che acquista di più i prodotti certificati. Sempre secondo indagine Nielsen migliora anche la reputazione del marchio stesso, considerato affidabile dall’80% dei consumatori.

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