Gli italiani e le spezie: export, import e preferenze

Dai grandi mercati alla più piccola e famosa bottega del mondo

Il mercato delle spezie si attesta su 157 milioni di euro in Italia secondo l’ultima rilevazione del 2022 realizzata a MacFrut. Nell’indagine sulle spezie condotta da AstraRicerche per Cannamela, Brand del Gruppo Montenegro, si evidenziava una crescita del consumo di spezie sulla tavola degli italiani. Il65,5% degli italiani dichiarava di usare più spezie ed erbe aromatiche a tavola. Pepe nero, peperoncino e zafferano sono le spezie più popolari , mentre rosmarino, prezzemolo e basilico restano le erbe aromatiche preferite perché indispensabili nella dieta mediterranea.

Ciononostante emerge una importante affermazione della globalizzazione che fa apprezzare sempre più agli italiani, soprattutto giovani, le spezie  provenienti da altri continenti. Cardamomo, paprika affumicata, curry, pepe rosa e curcuma sono le  spezie in maggiore ascesa. Lemongrass, coriandolo, dragoncello, ginepro e cumino sono invece le erbe aromatiche con trend di maggiore crescita nel futuro.

In media gli italiani acquistano 5,7 confezioni l’anno tra spezie e aromi e il 21,5% afferma che ha incrementato il consumo di spezie e aromi ispirandosi ai programmi di cucina.

Aumenta anche la consapevolezza e la sensibilità per la qualità delle spezie e la certificazione delle materie prime. Particolarmente apprezzati, ad esempio, i prodotti ig come lo Zafferano dell'Aquila, quello di San Gimignano e di Sardegna.

Tuttavia il prezzo nel 40,2% dei casi è la prima leva di acquisto, cui segue la provenienza delle materie prime per il 38,7% degli intervistati, mentre la certificazione di qualità guida il 31,4% delle preferenze, come anche il metodo di produzione  che condiziona quasi un consumatore su tre (30,5%).

Sono le donne a impiegare con attenzione le erbe aromatiche in cucina: il 23,7% del campione intervistato, in particolare donne (29%), e i 25-34enni (32%), affermano di utilizzarle sempre, ogni giorno. A questi si aggiunge il 58,1% che se ne serve abbastanza spesso, quasi ogni giorno. In questo caso, i più interessanti sono i 18-24enni, quindi la generazione Z, che rappresentano il 64% e i single (63%). Coloro che scelgono i prodotti in base alla qualità e alle materie prime sono invece il 64%.

Gli italiani usano le spezie principalmente per dare più carattere ai  piatti: sono utili a questo scopo per il 67,6% degli intervistati (in particolare le donne che arrivano al 73%). A seguire, per oltre un italiano su 3, le spezie sono un modo per sperimentare e essere più creativi in cucina. Sono infine considerate importanti per benessere e salute. Grazie alle spezie si può infatti usare meno sale e il 30% degli italiani ne fa uso a questo scopo. Si sale alla percentuale del 34% se le intervistate sono donne.

Dunque tre trend sono in ascesa per le spezie in Italia: il rispetto per la tradizione, la ricerca della qualità, la voglia di sperimentare.

Come abbiamo detto infatti la spezia più usata in assoluto resta il pepe nero (79,6% del campione), ma allo stesso tempo è grande l’interesse per le altre tipologie di questa spezia, come il pepe rosa, oggi scelto da 1 italiano su 4 e con un 22,4% del campione che si dice intenzionato a provarlo.

Stesso discorso per la paprika: usata oggi dal 16,9% degli intervistati e con un 24,1% intenzionato a impiegarla nelle proprie ricette.

Sempre più apprezzata per le sua qualità benefiche la curcuma: ne fanno uso in cucina circa 2 italiani su 5 (41,6%) e  il 20,6% degli intervistati si dice intenzionato a utilizzarla in futuro.

Segue  il curry  che viene impiegato dal 40,2% degli italiani.  Tra i preferiti quello di Madras, quello inglese e quello thailandese.  Curiosità anche per il cardamomo: 1 intervistato su 4 (24,6%)  lo vorrebbe provare.

Meno usate nelle cucina  degli italiani, anche se appartenenti alla cucina classica tradizionale, la maggiorana, impiegata dal 24% del campione, m a che il dragoncello, usato solo dall’8% degli italiani.

Nonostante ciò c’è voglia di riscoprire le tradizioni, sperimentare e nel futuro dovrebbero aumentare i consumi di  coriandolo, cumino, ginepro e lemongrass.

Le spezie nei prodotti della gdo

In Italia si vendono 896 tipi di spezie per 88 milioni di euro di fatturato nella gdo, un mercato importantissimo, che tuttavia è in calo nel 2023 sia per il volume (9,5%) che per fatturato  (-2,3%).  Gli ultimi dati sulla vendita delle spezie nella gdo dell’Osservatorio Immagino ci riportano un calo del consumo dovuto all’andamento negativo della  componente di offerta (-10,1%) mentre la  domanda rimane  positiva (+7,8%).

Tra i prodotti che contengono spezie i più venduti sono quelli con lo zenzero. È infatti segnalato su 543 referenze della gdo  per oltre 60 milioni di euro di sell-out, in contrazione del -1,2% rispetto all’anno finito a giugno 2022.

Con oltre 17 milioni di euro di vendite nel canale supermercati e ipermercati,  la curcuma mantiene il secondo posto nella graduatoria a valore ma, rispetto all’anno  2022 registra un -8,6% a valore e -15,8% a volume. Un forte calo delle vendite dei 232 prodotti che ne segnalano la presenza in etichetta trainato su entrambi i fronti da altri infusi, primi piatti pronti, yogurt funzionale, panetti croccanti, preparati primi piatti e integratori.

Al terzo posto la cannella, presente in  181 prodotti con oltre 15 milioni di euro di sell-out. Nel 2023 è arretrata del -2,8% a valore e del -9,1% a volume, penalizzato anche dalla forte riduzione della componente di offerta (-9,4%).

Export e import delle spezie

Nel 2022, l'Italia ha esportato 17 milioni di dollari in spezie, diventando così il 28esimo maggiore esportatore di spezie al mondo. È quanto emerge dai dati OEC  sul settore. Le spezie sono il  903esimo prodotto più esportato in Italia .

I Paesi principali verso cui esportiamo sono la Germania (2,22 milioni di dollari), la Francia (2,07 milioni di dollari), i Paesi Bassi (1,22 milioni di dollari),  gli Stati Uniti (1,08 milioni di dollari) e la Spagna (1,06 milioni di dollari).

I trend di crescita maggiori nelle esportazioni li abbiamo verso gli Stati Uniti dove registriamo un incremento di valore di 344.000 dollari, seguiti dagli Emirati Arabi, dove l’incremento è di 243.000 dollari, e il Regno unito dove cresciamo per 154.000 dollari.

Allo stesso tempo siamo grandi importatori di spezie. Nel 2022 ne abbiamo importate per 41,6 milioni di dollari.  Tra i prodotti importati in Italia le spezie risultano al 782esimo posto.

L'Italia importa spezie principalmente da: Spagna (10,5 milioni di dollari), Germania (5,49 milioni di dollari), Iran (5,1 milioni di dollari), Paesi Bassi (4,93 milioni di dollari) e Cina (2,33 milioni di dollari).

I mercati di importazione di spezie per l’Italia in più rapida crescita tra il 2021 e il 2022 sono stati Spagna (5,46 milioni di dollari), Iran (2,31 milioni di dollari) e Turchia (900.000 dollari).

  • esportazioni: $ 17 milioni
  • importazioni: $ 41,6 milioni
  • commercio netto: $24,7 milioni

Il Genovino D’Oro

Si chiama Franco Calafatti e ha creato il negozio di spezie italiano più famoso al mondo. Si trova a Roma questo microcosmo della esplorazione del gusto che negli ultimi dieci anni ha visto  showcooking con  personaggi che vanno da Patty Smith e Fiorella Mannoia, ma anche con gli indiani Navajo a Eataly di New York, con maestri dei wanton in Cina, con sceicchi negli Emirati Arabi e berberi sul Monte Sinai. La piccola bottega di Franco Calafatti ha ispirato il programma “Odissea nelle Spezie”, in onda su Gambero Rosso, dove si replicano i corsi fatti negli anni  nel negozio alla scoperta dei più disparati mix di spezie.

“Questo è un luogo di esplorazione dove il tempo si ferma- ci spiega Calafatti- se qualcuno entra in bottega rimane almeno mezz’ora, gli racconto l’origine della cannella di Ceylon, parliamo di Erodoto, di Plinio, della differenza tra menta romana e mentuccia; è difficile che qualcuno venga qui già con un’idea di acquisto, per  comprare, che so… la rosa di damasco o l’origano delle Madonie”.

Il Genovino d’Oro è un luogo di miscele, di racconti mitologici, dove si affacciano persone di ogni età e di ogni nazione, casalinghe e chef. Nei 20 metri quadri ci sono 700 barattoli con l’etichetta scritta a mano, rimedi per ogni malessere, ricette per ogni curiosità e tradizione. Non esporta, nonostante il nome del suo sito (italiyexport.com) tutto è centrato sulla qualità, non sulla quantità.

Calafatti viaggia nel mondo per i suoi acquisti e showcooking. Ad esempio in Rajasthan per i chiodi di garofano, il curry in diversi paesi asiatici, ci parla di filamenti di peperoncino turchi,  delle rose raccolte nella valle omonima a Damasco, del pepe del Bengala, di mix di paprika e legno di arancio. Ha cucinato per principi e star del rock, in piantagioni e deserti,  ma anche in luoghi sconosciuti, basta che siano deputati alla creatività di questo piccolo rappresentante del gusto made in Italy.

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