Arte, fotografia e paesaggio: percorsi vitali

La visione di Irene Crocco avvicina linguaggi artistici e fotografia contemporanea, immaginazione e natura. Con Viasaterna la ricerca si fa dialogo aperto ai giovani (da Mark Up n. 261)

Mentre va in stampa il volume “2016 - On New Italian Photography”, con le opere di tredici artisti contemporanei (curata da Fantom per Viasaterna), Irene Crocco ci riceve nella sua nuova galleria davanti alla Triennale di Milano. Viasaterna è uno spazio rinnovato dall’architetto Flavio Albanese ed esplora i mondi dell’arte del nostro tempo con uno sguardo speciale sulla fotografia (viasaterna.com). La ricerca di Irene Crocco comincia dagli studi all’Accademia di Brera con Luciano Fabro, seguono ricognizioni tra gallerie milanesi (Antonio Colombo e Nepente), fondazioni veneziane (Bevilacqua La Masa). Collabora alla rivista Arte e con artisti e curatori, insegna Storia dell’arte contemporanea nel polo piacentino del Politecnico di Milano. Presto capisce che solo sostenendo il lavoro dei giovani artisti con esposizioni, acquisizioni e commesse si può promuovere l’arte, la cultura, il bello. Decide di dare vita al progetto “Da vicino” mettendo in mostra opere di artisti italiani nel suo appartamento e, poi, a Viasaterna. Negli anni, sostiene giovani fotografi internazionali, ridà spazio alla figura di Guido Guidi (maestro della fotografia del paesaggio italiano), ospita mostre come quella di Takashi Homma e di Lorenzo Vitturi all’ultimo Miart, avvia con il compagno Giorgio Rossi Cairo la Fondazione La Raia- arte cultura territorio a Novi Ligure (Al). Oggi collaborano a Viasaterna Massimo Torrigiani, Francesco Zanot, Selva Barni e Benedetta Pomini.
Galleria Viasaterna esplora il mondo della fotografia contemporanea. Con quali obiettivi?
Sono interessata all’arte nella sua molteplicità. Nel 2014, molti dei miei coetanei usavano il mezzo fotografico: è stato naturale che Viasaterna gli desse spazio. Ho pensato che la fotografia (mia grande passione) potesse ottenere qui uno spazio bello e gratificante. Naturalmente, intendo alternare anche mostre di pittura, scultura, video e installazioni. L’obiettivo non si limita al mezzo, ma punta a valorizzare giovani italiani e stranieri. Non a caso, abbiamo inaugurato con “Picture Perfect”, collettiva di undici artisti con opere ispirate dal linguaggio fotografico senza essere fotografia. Voglio contribuire alla diffusione di questo tipo di riflessioni, all’aggregazione degli artisti esordienti e al rilancio di un sistema che metta la sperimentazione creativa al centro. Senza dimenticare il suo carattere commerciale.
Come sceglie gli artisti?
Sull’onda di quello che mi piace e mi appassiona. Penso a Guido Guidi, cui abbiamo dedicato una mostra e che ora mi piacerebbe sostenere con un progetto museale e con la riorganizzazione anche digitale del suo archivio. La sua opera sulla tomba Brion, progettata da Carlo Scarpa, è molto importante. C’è la ricerca sui giovani artisti: in Viasaterna si è formato un nucleo attivo e articolato di discussione e confronto. Questa è la parte che forse mi piace di più.
Come è nata Viasaterna?
Era il periodo precedente all’Expo e molti erano andati all’estero. Sembrava che tutto
ciò che avesse a che fare con l’arte stesse a Berlino, Colonia, New York e Londra. Si è
poi visto che non è così e che anche l’Italia, Milano in particolare, può esprimere molto. In quel momento, la fotografia stava vivendo una seconda rinascita (dopo quella di quarant’anni fa) e mi sono detta: è il momento di creare uno spazio nuovo e dinamico. Così è nato il dialogo con Fantom e con Benedetta Pomini.
E come comunicate?
Ho avuto la fortuna di incontrare Paola Manfredi (PCM Studio): la sua esperienza a Palazzo Grassi e Artissima è preziosa e il suo sguardo sulla cultura e sull’arte è sintonico al mio. In più: project-room, pubblicazioni, web ed incontri in galleria per dare voce ai progetti e mettere in moto il tam-tam. Ci sono anche le fiere: abbiamo partecipato all’ultimo Miart portando il lavoro di Lorenzo Vitturi con grande successo di pubblico e addetti ai lavori. In futuro, ci piacerebbe partecipare ad Artissima e a fiere internazionali come Frieze a Londra o Zona Maco a Città del Messico. Intorno a questi epicentri del mercato mondiale si incontrano collezionisti e appassionati d’arte.
Con la Fondazione La Raia - arte cultura territorio volete sviluppare attività artistiche, culturali, didattiche e di ricerca. Ci racconta come?
L’obiettivo è promuovere una riflessione critica sul paesaggio, sul rapporto con l’arte
e le discipline che privilegiano la relazione tra uomo e natura. La Raia, condotta da Piero Rossi Cairo (ndr: figlio di Giorgio), è un’azienda improntata ai principi dell’agricoltura biodinamica e del pensiero steineriano, dove si produce un vino a marchio Demeter: è un luogo privilegiato dove avviare percorsi particolari. Mi piace pensare che la Fondazione possa mettersi nel tracciato auspicato da Salvatore Settis con l’indagine “Costituzione incompiuta!”: costruire una cultura della tutela del territorio come bene comune. Con il progetto “Nel paesaggio”, avviato con Matilde Marzotto Caotorta, abbiamo cominciato a portare artisti, paesaggisti, filosofi e scrittori in incontri e sessioni di progettazione partecipata. Come la tappa che ha visto coinvolti Gilles Clément e il collettivo Coloco. Le installazioni di Remo Salvadori e di Koo Jeong A accolgono i visitatori in quella che, da quasi un anno, sotto la direzione di Ilaria Bonacossa (che dirige anche Artissima), sta diventando un’esperienza importante per chi ha a cuore l’arte, il paesaggio e l’ambiente.
Le istituzioni pubbliche sono state di sostegno alle sue attività?
Purtroppo no, ad eccezione delle istituzioni locali che hanno accolto i progetti della Fondazione La Raia. Ma qualcosa si sta muovendo. Per Viasaterna spero di coinvolgere sempre più le istituzioni e gli enti culturali nell’ambito dell’archiviazione di immagini e della promozione della ricerca artistica. C’è tanto da preservare e valorizzare!

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