John Mackey, Ceo di Whole Foods, e co-fondatore, definisce l'incontro con la web company di Jeff Bezos come "love at first sight". Per Amazon un'opportunità quantificabile in 64 miliardi di dollari

"Un amore a prima vista" quello tra Amazon e Whole Foods Markets. Così l'ha definito, durante una visita agli headquarters di Amazon a Seattle, John Mackey, classe 1953, ceo e co-fondatore nel 1980 di Whole Foods delle più famose catene di supermercati dedicati al bio e al cibo naturale negli Usa, un vero marchio di fabbrica negli States. Lo riporta Supermarket News. "Dopo appena 6 settimane dal primo incontro -racconta Mackey- il matrimonio era quasi fatto".

Matrimonio tra due innovatori
Mackey sottolinea che Amazon e Whole Foods faranno insieme "cose sorprendenti", com'è naturale che sia per due società innovative e "pathfinder". Amazon, ricorda Mackey, è stata una company "visionaria" perché ha dimostrato "un coraggio che nessun'altra public company ha avuto: andare controtempo rispetto al ritmo imposto dalle trimestrali".
Con la forza del brand Whole Foods, e le sue vendite retail pari a 15 miliardi di dollari, è certo che Amazon voglia ritagliarsi una quota di mercato consistente della torta da 1.000 miliardi di dollari (a tanto ammonta il mercato dei consumi americani) nei prossimi cinque anni. E a soffrirne saranno, secondo alcuni osservatori, i cosiddetti "staples retailer", ma in particolare Kroger, Target, Costco e Sprouts, quest'ultimo uno specialista nel bio e nel cibo naturale.

John Mackey, co-fondatore di Whole Foods

Mackey non specifica quali siano esattamente le molteplici iniziative previste dalla nuova coppia, ma le azioni ci saranno anche per rispondere alle richieste pressanti degli azionisti di minoranza come Jana Partners e Neuberger Berman, che insieme hanno rilevato il 10% dello stock azionario di Whole Foods. Jana detiene l'8,3% della company, e ha detto che proporrà una serie di nuove candidature per il board da rieleggere nell'annual meeting previsto nel 2018.
Whole Foods ha già rivisto in parte il consiglio di amministrazione, nominando Gabby Sulzberger nuovo presidente (Gabby si autodefinisce la "madre del fidanzamento" alludendo all'accoppiata Amazon-Whole Foods), impegnandosi su un piano nazionale di sinergia, category management e riduzione di costi per 300 milioni di dollari.
In definitiva, dice Mackey, Whole Foods dovrebbe ritornare in positivo a livello di vendite a partià di rete e di profitti per la fine del 2018.

Le stime sul mercato dell'eCommerce in Usa fissano la sua incidenza sul consumo di prodotti alimentari ("food-at-home" cioè tutto quello che non è ristorazione e fuori casa) tra l'1% e il 2%: su un mercato stimato in circa 800 miliardi di dollari. Questa percentuale potrebbe incrementare fino a raggiungere il 10%.
In mercati dove l'eCommerce è più maturo, come la Gran Bretagna, gli acquisti su Internet rappresentano il 5%, ma l'incidenza sale a circa l'8% in metropoli come Londra, secondo Karen Short, analista di Barclays. "Ipotizziamo che si possa raggiungere il 10% -aggiunge Karen Short- questo vuol dire che si apre un'opportunità da 80 miliardi di dollari, e se Amazon si conquista l'80% di questa opportunità, il che è molto fattibile, ottiene un potenziale di 64 miliardi di dollari: con margini del 2% vorrebbe dire 1,3 miliardi di profitti in più".
Alla luce di queste potenzialità, Karen Short suggerisce che forse potrebbe non essere fuori discussione per Whole Foods ricevere una controfferta. Almeno, così ritengono alcuni investitori secondo i quali si potrebbero rilanciare valori superiori ai 42 dollari per azione offerti da Amazon.

Nonostante realizzi un fatturato stimabile in 6 miliardi di dollari nei prodotti di largo consumo, Amazon ha lottato parecchio per ottenere fatturati e utili nel settore dei freschi: questo a causa della difficoltà tecnico-logistiche e dei costi che la consegna dei deperibili comporta soprattutto in un paese così vasto come gli Usa; e non è certo che Bezos abbia risolto tutti i nodi nonostante le opzioni sperimentate negli ultimi mesi dalla web company: come Amazon Fresh, con la consegna lo stesso giorno di prodotti acquistati da altri partner attraverso Prime Now, fino ai più recenti test basati sul drive-up.
L'acquisizione di Whole Foods conferma che la combinazione di shopping fisico e digitale – come dimostrano le iniziative click&collect di Wal-Mart e Kroger e di altri  servizi di consegna per terzi come Instacart– assume i contorni del must per rispondere alle esigenze di consumatori che hanno sempre più bisogno di soluzioni comode e semplici. E il più possibile tradizionali.

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