Secondo le stime degli investimenti sui mass media per la fine dell’anno in corso, volatilità è la parola chiave del 2022. L’aggiornamento è stato presentato in occasione dell’evento Comunicare domani organizzato da Una, Aziende della comunicazione unite, dal tema “Il futuro è di chi lo comunica”. Le stime sul Pil di quest’anno hanno subito consistenti variazioni nel corso dei mesi, confermando i dati sugli investimenti pubblicitari.
La chiusura del 2022
In chiusura del 2022 per il mercato degli investimenti dei media si prevede una leggera flessione per un valore di 8.308 milioni di euro, che corrisponde al -0,3%. Tuttavia, se il valore viene paragonato con i numeri del 2019 la percentuale torna in positivo e si attesta al +2,2%.
Rispetto al 2021 l’impatto della volatilità sui mass media è stato consistente con crescite importanti per la pubblicità out of home, +32,5%, e il cinema, +69,3%. Più contenuti, anche se presenti, gli incrementi online e in radio che rispettivamente registrano +2,5% e 1,5%. Segnali negativi per quanto riguarda la televisione con -5,8%, i quotidiani con -4,5% e i magazine che registrano un -3,9%. Anche in questo caso, confrontando i dati 2022 sul 2019, notiamo che l’online è l’unico mezzo di comunicazione in crescita, mentre tutti gli altri calano.
Previsioni incerte
Per il 2023 le stime non sono rosee, con le previsioni sul Pil che a fine luglio l’Istat dava a +1,9%, a ottobre il Fondo monetario internazionale a -0,2% e Bankitalia a 0,3%. “Sarà all’insegna dell’incertezza -commenta Graziana Pasqualotto, vicepresidente di Una-. Non in questo momento vediamo un mercato degli investimenti pubblicitari intorno al -1% e i fattori chiave del 2023 che caratterizzeranno il nostro mercato saranno l'assenza di eventi sportivi e l’ingresso di nuovi player che hanno aperto alla pubblicità come Netflix e in futuro Disney+”.
