Gli osservatori di MARK UP – L’asparago si presta al brand

Articolo pubblicato su MARK UP 91 aprile 2002 – Comunicazione: l’ortaggio che anticipa la stagione deve vincere l’anonimato

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L’offerta in mazzetti e a peso standard consente di veicolare sul prodotto marchi, origine e informazioni

Il 70% degli acquisti di verdure e ortaggi delle famiglie italiane si concentra su una decina di prodotti. In particolare, pomodori, patate e peperoni costituiscono la punta di diamante della domanda. D’altra parte, l’offerta è diversificata: alle spalle delle produzioni più note si colloca un nutrito gruppo di orticole minori che, in prospettiva, presentano interessanti margini di reddito. Gli asparagi appartengono a questa ristretta cerchia di prodotti.

Le varietà. L’asparago dispone di una gamma varietale piuttosto ampia. Si tratta di tre tipi di varietà, ognuna delle quali contraddistinta da una colorazione diversa, che può assumere una tonalità verde, bianca o viola. La produzione italiana è centrata sulle varietà di colore verde, al contrario del resto d’Europa dove il 90% dell’offerta è di asparagi bianchi. Tutte le varietà hanno un ciclo commerciale piuttosto breve, con una spiccata stagionalità primaverile: recenti indagini hanno messo in luce che il 53% di chi acquista asparagi lo fa nel periodo primaverile-estivo. Solo il 9% degli intervistati dichiara di ricercare il prodotto anche fuori stagione.
Il prodotto nazionale viene immesso oggi sul mercato, prevalentemente in forma anonima, nel periodo compreso tra febbraio e giugno. Sino a metà marzo vi è la disponibilità di prodotto meridionale di serra, mentre nei mesi successivi si affacciano sul mercato gli asparagi verdi della Toscana e, a seguire, delle altre regioni del nord. Il calendario può venire allungato di qualche mese facendo ricorso alle importazioni di prodotto proveniente dalla Spagna.

I canali. Il canale di commercializzazione più rilevante è il mercato fresco, che richiede la vendita del prodotto in mazzi omogenei. Tipologie e insegne della Gda-Grande distribuzione e distribuzione associata concentrano una quota ancora limitata di vendite: un quarto circa del totale. Gli asparagi sono commercializzati prevalentemente da ortolani e ambulanti.
La catena del valore mostra che le quotazioni degli asparagi si distaccano dalla media delle altre produzioni orticole. Infatti, le quotazioni franco magazzino nel corso del 2001 si sono attestate su un valore di 2 euro/kg, un prezzo molto elevato se confrontato con quelli della maggior parte delle colture orticole. Le quotazioni all’ingrosso sono intorno ai 3,3 euro/kg, mentre al consumo superano anche i 5 euro/kg.

Le leve.
La valorizzazione del prodotto passa attraverso una strategia globale che interessa sia la parte produttiva in senso stretto sia specifiche azioni di marketing a supporto del consumo.
In particolare, nel caso di focalizzazione sulla sola offerta nazionale è necessario creare un legame di territorialità del prodotto con la costituzione di un apposito marchio sulla falsariga del modello francese, Asperges de France, cui abbinare una politica di varietà di gamma e standard di produzione. Gli asparagi si prestano a veicolare informazioni e marchi, in considerazione anche del fatto che la commercializzazione avviene con l’offerta di prodotto lavorato in mazzetti e a peso standardizzato.
Il marketing sul prodotto deve enfatizzare la stagionalità facendo dell’asparago la produzione orticola che annuncia la primavera, con la sua disponibilità a partire sin dai primi mesi della stagione. Lungo la strada della tutela e della tipicità si è incamminato l’asparago bianco di Cimadolmo che ha ottenuto l’Igp (Indicazione geografica protetta), ma esistono altre aree che sono al lavoro per ottenere il medesimo riconoscimento anche per le varietà verdi.

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