Champagne, è frenata anche in Italia ma con incisive capacità di reazione

Beverage - Champagne – Sensibile calo nelle vendite che trova la sua logica in una fase di assestamento delle tariffe

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1. I mercati emergenti
meno trainanti
del previsto

2. Risposta dura contro
la pressione al ribasso
dei prezzi

Se è vero, come dichiarano i dati,
che lo champagne ha avuto
un crollo sui mercati internazionali
con una diminuzione
del 9,1% rispetto al 2008 (dati divulgati
dal Centro Informazioni
Champagne, organismo che rappresenta
in Italia il Communiqué
Du Comitè Interprofessionnel Du
Vin De Champagne), è inesatto
affermare che il settore è in stato
di crisi. Una battuta d’arresto
era prevedibile, visto che il comparto
era in crescita dal 2000.
Inoltre mercati emergenti come
Russia, Cina, India e Brasile non
hanno portato i driver di crescita
tanto attesi. Per quanto riguarda
il mercato italiano, quinto paese
d’export per lo champagne, i
numeri per il 2009, ancora provvisori
e parziali, parlerebbero di
un calo tra il 12% e il 20%. Gli italiani
rimangono però affezionati
all’alta gamma, apprezzano le
cuvée speciali e gli champagne
millesimati che rappresentano
rispettivamente il 6% e il 7% dei
volumi esportati. Un’altro aspetto
interessante è la numerosità
dei marchi presenti oltre quota
400. Sono il segnale di una passione
per la ricerca di novità che
distingue le bollicine francesi da altri mercati. Sugli champagne
va fatta anche un’altra considerazione.
Non è giusto dire, come
è capitato a fine anno, che lo
spumante ha battuto lo champagne,
in quanto è un paragone
non sostenibile. Ricordiamo che
la Francia ha prodotto 293 milioni
di bottiglie di metodo champenoise,
mentre l’Italia, su un
totale di 340 milioni di bottiglie
prodotte, 300 sono corrispondenti
al solo metodo metodo
charmat, mentre la quota del
metodo classico Italiano (Franciacorta
e Trento, in particolare),
l’unico paragonabile a quello
francese, è di sole 40 milioni
di bottiglie. Il resto è rappresentato
in larga parte dal Prosecco
di Conegliano e Valdobbiadene
e dall’Asti, che sono diversi
per metodologia produttiva dagli
champagne francesi. Il prezzo
medio a bottiglia del Prosecco
di Conegliano e Valdobbiadene è
di circa 5 euro. Il prezzo medio a
bottiglia di uno champagne rrut
s/a è di 23 euro. Viene da sé che,
in un contesto economicamente
difficilissimo, le referenza maggiormente
colpite siano quelle
della fascia medio-alta.

I contenuti dell'articolo

  • Gli italiani e lo champagne
  • La riscossa delle bollicine d'oltralpe
  • Pommery si distingue

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