Gli agricoltori assediano Bruxelles, le politiche Ue nel mirino della protesta

La denuncia di Coldiretti: le "follie europee" rischiano di tagliare del 30% la produzione di cibo made in Italy

Pac e Green Deal sotto accusa. Agricoltori da tutta Europa, con un migliaio di trattori, e la partecipazione di Coldiretti, sono oggi scesi in piazza a Bruxelles, dove si tiene il Vertice straordinario dell’Ue. Al centro della protesta c’è la nuova Pac che sarà in vigore fino al 2027, negli anni sempre meno generosa in sussidi agli agricoltori e sempre più vincolata al rispetto di standard benefici per l'ambiente e il clima.

La Politica agricola comune va riadattata al nuovo scenario internazionale

Coldiretti ha sottolineato un primo risultato grazie al pressing degli agricoltori, ma vuole di più. La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha annunciato deroghe alle norme Ue sull’obbligo di mantenere i terreni incolti. “Serve la cancellazione dell’obbligo di lasciare incolto il 4% dei terreni destinati a seminativi, la nuova bozza di deroga che la Commissione sta proponendo va corretta perché contiene troppi vincoli. È ora che l’obbligo venga eliminato definitivamente -ha sottolineato il presidente Ettore Prandini-. Chiediamo alle future istituzioni Ue di iniziare fin da subito a riflettere su come adattare la futura Pac alle rinnovate esigenze di redditività e competitività delle imprese agricole nel nuovo scenario internazionale”.

Sulla stessa lunghezza d’onda Confagricoltura che ha bollato la riforma come “inadeguata alle reali esigenze di produttività e competitività delle imprese agricole”.  Su richiesta dell’Associazione venerdì prossimo è convocato al Masaf un tavolo tecnico per definire una proposta unitaria da sostenere in Europa. E intanto Massimiliano Giansanti ha consegnato un documento esplicativo oggi a Verona, a Fieragricola, al ministro dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare, Francesco Lollobrigida.

Malessere diffuso, tanti punti di attrito

La Pac è però solo la spia di un malessere diffuso tra gli agricoltori, che affonda le radici nel Green Deal e contornato da scelte che hanno aggiunto mattoni su mattoni fino a costruire un muro. Vanno dalla richiesta del taglio dei fitofarmaci del 50% entro il 2030 e dei fertilizzanti del 20% in pieno cambiamento climatico e con l’aumento dei patogeni, senza alternative (uno spiraglio sono le Tea, le tecniche genetiche di evoluzione assistita, invocate a gran voce dall’Italia, da Coldiretti e Confagricoltura, dall’Alleanza delle cooperative italiane a Cia-Agricoltori italiani e che finalmente potrebbero essere discusse nella prossima plenaria del 5-8 febbraio). E poi il Nutriscore, il sostegno al novel food, in primis gli insetti, che sembra voler punire le colture tradizionali e la dieta mediterranea, le etichette allarmistiche sulle bottiglie di vino, gli allevatori sotto pressione, sempre nel mirino per le emissioni di CO2. E, sullo sfondo, le incertezze del futuro con le nuove disruptive produzioni da colture cellulari. E ancora, l’Italian sounding, che sottrae all’Italia quasi 60 miliardi di export, secondo una ricerca di The European House-Ambrosetti con Ismea, la nuova controversa normativa sugli imballaggi, che rischia di penalizzare le confezioni monouso in plastica. E gli obblighi stringenti in tema di sostenibilità sui tagli della CO2 che richiede investimenti in agricoltura 4.0 e 5.0 in un periodo di crisi dei consumi.

“Le follie europee rischiano di tagliare del 30% la produzione di cibo made in Italy" ha denunciato Coldiretti che ha allestito a Bruxelles una mostra sulle Follie dell’Europa a tavola. Tra le altre richieste avanzate dall’Associazione, il sostegno alle filiere e il rispetto del principio di reciprocità sull’import, con lo stop all’ingresso di prodotti da fuori confini Ue che non rispettano i nostri stessi standard. In quest’ottica è stato giudicato positivo l’annuncio della Commissione Ue sul fatto che “non sono soddisfatte le condizioni” per raggiungere un accordo commerciale con i Paesi del Mercosur.

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