Linkontro 2022: l’incertezza del presente si fronteggia con la collaborazione

La complessità si affronta con il dialogo, e con l'apertura verso modelli aziendali basati su logiche di tipo sistemico e non solo lineare e razionale

Stiamo vivendo nell'epoca delle 'poli-crisi': dall'emergenza Covid all'aumento dei costi dei trasposti e delle materie prime, sino alla guerra in Ucraina. Come il mondo del largo consumo (e non solo quello) deve rispondere a questo momento di incertezza generale? Secondo Vincenzo Perrone, docente di organizzazione aziendale dell'Università Bocconi, serve un cambio di approccio radicale: "Stiamo vivendo la stessa crisi in forme diverse, collegate tutte fra loro -segnala Perrone-, ma la tendenza è quella di cercare di risolvere una crisi alla volta, e non di vedere il quadro nel suo insieme. Dobbiamo spostare la nostra capacità di analisi dalla singola criticità al complesso delle sfide, ovvero a quello che sta accadendo a livello di sistema".

L'invito di Perrone alle imprese è quello di adottare una logica di tipo sistemico, e non solo lineare e prevedibile: in altre parole oggi non basta l'analisi basata sul calcolo, servono anche l'intuizione e l'elemento creativo: "Non solo: non è possibile dominare la complessità attuale da soli -puntualizza Perrone-; servono interdipendenza, empatia, reciprocità. Serve cioè la disponibilità all'apertura verso gli altri. Nella fattispecie, è necessario che industria e distribuzione facciano squadra e trovino davvero soluzioni condivise".

La spinta dell'apertura verso l'altro, e dell'empatia, è oggi fondamentale per i manager e i titolari di azienda, per capire le necessità dei propri dipendenti, motivarli ed, insieme, far crescere l'azienda. Un tema non secondario, quello della motivazione dei dipendenti. Le tensioni di questi anni, infatti, hanno creato malessere fra i lavoratori: secondo una recente indagine McKinsey, ben il 40% delle persone medita di cambiare lavoro o comunque di andarsene (quindi di licenziarsi) nel giro dei prossimi 3 -6 mesi. Aggiunge Perrone: "Ciò vuol dire che il 56% circa degli italiani non vuole lasciare il suo impiego. Di contro, l'82% circa dei lavoratori è insoddisfatto della propria occupazione". Inoltre, il 25% degli italiani dubita dell'utilità sociale del suo lavoro: è così per il 21% di persone che lavorano nel sales marketing, e per il 18% di chi lavora nel food.

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