Primark entro il 2030 ridurrà del 30% le emissioni di gas serra

#TAKEACTION | Il retailer ha annunciato il nuovo obiettivo green nell'ambito dell'adesione alla Carta per la Moda Sostenibile delle Nazioni Unite

La moda e in particolare il fast fashion sono responsabili di un'importante quota di inquinamento che ai consumatori è sempre più visibile, basti pensare al recente ritorno in auge sui social del dibattito sul tema legato in particolare al nome di Zara. E se è vero che un grande cambiamento parte sempre da una minoranza allargata, per brand e retailer è ormai definitivamente tempo di investire su un sistema produttivo più green e circolare.

Questo il contesto in cui si situa l'annuncio di Primark di adesione alla Carta per la Moda Sostenibile delle Nazioni Unite (Unfccc, United Nations Framework Convention on Climate Change). La catena, sbarcata in Italia nel 2016, ha sposato così l'obiettivo di impatto zero, impegnandosi a ridurre del 30% le emissioni di gas serra entro il 2030.

Un iter, come spiega l'azienda, che coinvolgerà tutta la catena del valore, spingendosi oltre i processi sui quali ha un controllo diretto e che comportano la maggiore impronta di carbonio. Inoltre, Primark si è impegnato anche a definire ed implementare un percorso di de-carbonizzazione, basandosi sui metodi definiti all’interno dell'iniziativa "Science-Based Targets".

Come spiega Katharine Stewart, ethical trade and environmental sustainability director di Primark: "La cosa più importante, è che vogliamo realizzare tutto ciò senza trasferire i costi sui nostri clienti, poiché crediamo che la moda per essere sostenibile debba anche essere accessibile".

LE AZIONI DI SOSTENIBILITÀ GIÀ ATTUATE DA PRIMARK

• il raddoppio del numero dei prodotti realizzati con materiali riciclati, per un totale di 40 milioni di articoli entro l’autunno;
• la messa a disposizione dal 2013 dei coltivatori di cotone di un programma di formazione su pratiche più sostenibili e dal 2019 l'ampliamento del Primark Sustainable Cotton Programme;
• la collaborazione dal 2010 con divere associazioni di beneficienza per donare gli articoli invenduti e raccogliere fondi da destinare ai più bisognosi;
• l'attivazione di un programma di raccolta dedicato ai clienti dei negozi nel Regno Unito in modo che possano donare i loro indumenti, scarpe e borse per riciclarli e riutilizzarli. Primark vorrebbe esportare questo programma anche in altri mercati;
• l'affiancamento de fornitori impegnati nel settore manifatturiero nell'implementare il Sustainable Apparel Coalition’s Higg Facility Environmental Module, uno strumento per monitorare il consumo energetico e le emissioni di carbonio negli stabilimenti in cui sono realizzati i prodotti Primark;
• un programma di ottimizzazione degli imballaggi Pac-D, per insegnare ai fornitori impegnati nel settore manifatturiero a misurare accuratamente i prodotti e a imballarli in modo efficiente. Ciò ha consentito finora un risparmio di 2,26 milioni di metri quadrati di cartone;
• l'utilizzo di spedizioni via terra, invece che per via aerea, per la maggior parte delle spedizioni che i fornitori inviano a Primark. Inoltre, non appena queste sono consegnate presso i magazzini, gli stessi camion che recapitano i prodotti presso gli store Primark raccolgono anche i rifiuti restituendoli ai centri di distribuizione.

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