Sicurezza informatica e frodi online: l’impegno e i consigli di Visa

Da un lato investimenti per proteggere rete e sistemi, dall'altro un'educazione alla difesa proattiva che deve coinvolgere aziende e utenti finali

La sicurezza informatica è uno di quei temi centrali per il futuro di tutti i business, ma che la cultura aziendale, italiana in primis, tende ampiamente a sottovalutare, forse perché l'investimento nella prevenzione non permette di calcolare direttamente il ritorno economico. Eppure, basta pensare a tutti i servizi e i sistemi facilmente attaccabili da hacker, che poi chiedono un vero e proprio ingente riscatto per ripristinarne l'operatività (casi sempre più numerosi ma che spesso non arrivano alla cronaca), per capire quanto mettere a budget in modo significativo questo aspetto sia fondamentale. E non si tratta solo di questo. Anche il crescente ricorso a shopping online e pagamenti digitali da parte degli utenti impone di distinguersi sul mercato come garanti di fiducia e protettori dalle frodi.

Il caso Visa

A fronte di questo contesto, un player come Visa negli ultimi cinque anni ha speso più di 9 miliardi di dollari per potenziare la sicurezza informatica e ridurre le frodi. Grazie a ciò, nonostante i trend in crescita dei pagamenti digitali, l'azienda ha registrato un tasso di frode globale basso (0,1%). I centri cyber fusion Visa monitorano 24 ore su 24, 7 giorni su 7, le potenziali minacce alla rete e circa 1000 specialisti di cybersecurity nel mondo lavorano a tempo pieno per proteggere la rete. I soli test di vulnerabilità hanno fatto risparmiare ai clienti, secondo i dati riportati dal player, circa 31 milioni di dollari in frodi evitate nell'anno fiscale 2021, così come Visa Account Intelligence avrebbe contribuito a prevenire circa 2,2 miliardi di dollari di tentativi di frode con l'intelligenza artificiale e il machine learning.
Altro focus del lavoro di prevenzione e sicurezza, poi, sta nel fornire a clienti e partner una difesa proattiva, che significa ad esempio educare alla lettura di segnali sospetti. Tra questi il controllo dell'ortografia dei messaggi, comprese eventuali differenze tra il nome del mittente e il link all'url fornito, ma anche l'utilizzo di un linguaggio di urgenza, l'utilizzo di problemi come esche, la verifica delle recensioni altrui, l'uso dei sempre più popolari token o dei servizi one-click per pagare, nonché di una Strong Customer Authentication.

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