Unione Italiana Food: la nutrizione medica rafforza la cura

Nutrizione medica: più forza alla cura, titolo del manifesto presentato da Unione Italiana Food
La corretta nutrizione medica chiede ascolto al sistema sanitario e legislativo italiano. In palio, molte vite: attualmente non attuabile per mancanza di formazione, informazione e legislazione

Nutrizione medica: più forza alla cura. La corretta alimentazione in generale e durante le terapie oncologiche salva vite e risparmia denaro, ma non è attuabile per mancanza di formazione, informazione e legislazione. È questa la sintesi della posizione di Unione Italiana Food (Confindustria), che ha presentato oggi il suo manifesto.

Marco Alghisi, Rappresentante di Nutrizione Medica

“Su 180 mila decessi per tumore ogni anno nel nostro Paese, 35 mila avvengono a causa della malnutrizione. È indispensabile dunque garantire un adeguato percorso nutrizionale del paziente oncologico in tutte le regioni e in tutte le strutture sanitarie, anche periferiche", recita la nota di Pierpaolo Sileri, Viceministro della Salute; "se ovunque si intervenisse sulla malnutrizione ospedaliera, lo Stato potrebbe salvare migliaia di vite umane e risparmiare almeno 2 miliardi di euro l’anno.”

I capisaldi dell'azione proposta dal Manifesto sono la corretta nutrizione clinica, gli Alimenti a Fini Medici Speciali (AFMS) e una legislazione integrata a livello nazionale

Dietologia, nutrizione di base, nutrizione applicata e nutrizione medica non vanno confuse tra loro: sono cose diverse e richiedono attenzioni diverse. Il nutrizionista medico è la figura che si occupa della corretta composizione ed assorbimento dei cibi in modo da rendere massimo l'effetto di una cura e/o un intervento chirurgico. Questo è particolarmente vero nelle terapie oncologiche: per fare un esempio, quantità e qualità di massa muscolare sono essenziali per l'efficacia della somministrazione farmacologica.

Informazione e legislazione

Eventi come questo sono essenziali, perché "di questi argomenti non si parla mai, né sui media né in Parlamento", ha detto Marialucia Lorefice, presidente della Commissione affari sociali della Camera. Alcune categorie di alimenti speciali erano deducibili dal reddito fino al 2017, ma la norma non è stata rinnovata ed ora un emendamento è in valutazione all'interno della Legge di Bilancio.

Marialucia Lorefice, presidente della Commissione affari sociali

L'intervento è reso necessario dalla disparità di trattamento degli AFMS in sede regionale: durante la permanenza in ospedale questi alimenti vengono ovunque forniti al paziente, mentre al di fuori della struttura ospedaliera la fornitura dipende da Regione a Regione. "Si tratta di costi di 5-10 euro al giorno", ci ha detto Marco Alghisi, Rappresentante di Nutrizione Medica. Gli AFMS non vanno confusi con altre forme di integratori: "sono prodotti in modo molto simile ai farmaci e vengono erogati prevalentemente con sondino", anche se in alcuni casi è possibile anche la via orale.

 

Malnutrizione e denutrizione

Si può essere nutriti male anche se non denutriti e gli effetti sono gravissimi: unpaziente oncologico su 5 muore di cachessia neoplastica prima che per la malattia. A riguardo della malnutrizione sono chiari i dati presentati da Maurizio Muscaritoli, Presidente SINuC (Società Italiana di Nutrizione Clinica e Metabolismo): “Il 9% dei pazienti è già malnutrito prima di iniziare le terapie antitumorali e il 43% è a rischio; la malnutrizione è presente nel 39% circa dei pazienti in trattamento attivo con chemio e radio e i pazienti oncologici malnutriti tollerano meno bene le terapie, e mediamente ripetono maggiormente i ricoveri ospedalieri".

Il Manifesto sottolinea che non tutte le terapie nutrizionali sono riconosciute nei LEA (Livelli Essenziali di Assistenza), bensì erogate ai pazienti soltanto da alcune Regioni, con evidenti e ingiuste disparità territoriali

I quattro punti di azione integrata

Secondo Unione Italiana Food, le priorità di un'azione integrata sono quattro: screening, nutrizione specifica per i malati oncologici, la continuità nutrizionale e una efficace normativa nazionale. Eccole nella formulazione originale.

  1. Introduzione dello screening e di un appropriato counselling nutrizionale nei percorsi di cura nutrizionale;
  2. Appropriata presa in carico dei pazienti con l’applicazione dei corretti percorsi nutrizionali dedicati ai pazienti oncologici;
  3. Garanzia della «continuità nutrizionale» alla dimissione e nel alla dimissione e nel corso del trattamento post chirurgico quando previsto (radioterapia o chemioterapia);
  4. Uniformità di accesso ad un adeguato supporto nutrizionale (AFMS), come già accade nel 95% dei Paesi della Comunità Europea.

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