Farmaci su, Otc giù

Salute – Aumenta la spesa farmaceutica ma i farmaci da banco soffrono nonostante le nuove aperture di corner e parafarmacie. E i prezzi oscillano, anche dell’80% per i prodotti brand più venduti

Paga lo Stato, mi prendo la pillola. Pago io, mi tengo il raffreddore. Semplificazione facile, forse, allora meglio: in tempo di crisi, se la patologia è seria non si bada a spese ma sui piccoli malanni invece si risparmia ignorandoli o arrangiandosi con quello che si trova nell’armadietto di casa. O magari convincendo il medico a farsi prescrivere un farmaco simile, ma rimborsabile e quindi a costo quasi zero.

Il commento sorge spontaneo analizzando i dati forniti dall'Associazione nazionale dell'industria farmaceutica dell'automedicazione (Anifa) sulle vendite dei primi sette mesi del 2009.

Se la spesa farmaceutica nel suo complesso aumenta dell’1,9% con 1,1 miliardi di confezioni acquistate e un controvalore di 11,5 miliardi di euro, i farmaci rimborsabili dal Ssn crescono del 4,1% con 703 milioni di unità vendute, mentre i farmaci a carico del cittadino sono in flessione del 2,3% con 360 milioni di confezioni. In particolare le specialità di automedicazione, senza obbligo di ricetta ma dei quali è permessa la pubblicità, (i cosiddetti farmaci da banco o Otc, quelli insomma che si vendono anche nei corner della Gda e nelle parafarmacie) lasciano sul terreno quasi il 4%, riducendo il proprio peso all'interno del settore farmaceutico: dal 13,8% delle vendite di due anni al 12,6% di oggi.

Il mercato farmaceutico in Italia (sell-out gennaio-luglio 2009)

CATEGORIE FARMACI VOLUMI VALORI
(000) Quota ±% (000) Quota ±%
Farmaci con obbligo ricetta 874.788 82,3% 3,0% 10.208.518 89,0% 3,0%
Rimborsabili 702.725 66,1% 4,1% 8.336.498 72,7% 3,1%
Non rimborsabili 172.063 16,2% -1,2% 1.872.020 16,3% 2,5%
Farmaci senza obbligo ricetta 188.245 17,7% -3,3% 1.258.663 11,0% -1,1%
Farmaci automedicazione 134.337 12,6% -3,9% 922.385 8,0% -1,9%
Farmaci S.P.* 53.908 5,1% -1,5% 336.278 2,9% 1,2%
TOTALE FARMACI 1.063.033 100% 1,9% 11.467.180 100% 2,5%

* Farmaci per i quali è vietata la pubblicità
Fonte: elaborazione Anifa su dati IMS Health e IRI

Proseguono le aperture di corner e parafarmacie

Tra le motivazioni di questo andamento opaco c’è il fatto che la maggior parte dei farmaci da automedicazione si basano su molecole “vecchie”, perché devono essere testate da anni e di comprovata sicurezza. Quindi poco attraenti, e per i più sensibili dall’effetto novità.
L’andamento non brillante delle vendite di Otc però non sembra fermare le aperture di punti di vendita alternativi alle farmacie. Sempre secondo Anifa, a settembre erano 2.700 le parafarmacie e 251 i corner Gda di cui 90 Coop (destinati a diventare 94 a fine anno, e per la maggior parte concentrati al Nord). Come è naturale, le quote di mercato delle farmacie tradizionali vengono quindi costantemente erose: è infatti salita al 4,2% la quota di vendite a volume realizzata attraverso le parafarmacie (8 milioni di confezioni) e al 3,4% quella della Gda (6 milioni di confezioni), mentre le vendite delle 17.617 farmacie, con 174 milioni di unità, scendono al 92,4% (a dicembre 2008 coprivano il 93,2% delle confezioni acquistate dagli italiani). In termini di trend del mercato, le farmacie lasciano sul terreno 5 punti percentuali per i farmaci non prescription, mentre parafarmacie e Gda vedono un incremento dei volumi di vendita rispettivamente del 21,7% e del 13,8%.

Prezzi altalenanti e rincari

Anche quest’anno Altroconsumo torna sull’andamento prezzi, come più di una volta dopo la liberalizzazione voluta da Bersani del 2006. E, se ancora l’anno scorso segnalava una decisa lentezza nel recepire la concorrenza in questo settore con prezzi abbassati di poco, rileva un andamento decisamente più dinamico. Tuttavia occorre osservare che il 2008 è stato il primo anno in cui, spesso con notevoli difficoltà, i farmacisti hanno dovuto fissare da sé il prezzo dei farmaci da banco, fino a quel momento deciso dalle aziende. Pure troppo, direbbe qualcuno, se la differenza prezzi rilevata nelle 96 farmacie prese in esame in 10 città (insieme a 17 parafaramacie e 15 corner) sfiorano in media il 60%.
Ma quali sono le referenze più “a rischio” di avere prezzi diversissimi a seconda del canale?
Secondo Altroconsumo sono Biochetasi, Buscofen, Enterogermina, Fluibron, Glicerolo, Imodium, Lisomucil, Supradyn, Tachifludec, Tantum rosa e verde e Vivin C.
Generalizzati i rincari: rispetto al 2008 i prezzi degli Otc sono cresciuti nelle farmacie in media del 4,8%, nelle parafarmacie dell'8,7% e nella grande distribuzione del 6,1%, ben al di sopra del tasso di inflazione. Aumenti che in parte ci si aspettava, spesso anche dovute alle aziende, libere di fissare il prezzo dall’anno scorso dopo tre anni in cui erano stati bloccati per legge.

Anarchia dietro al banco dunque? Non proprio. Sempre secondo Altroconsumo, i dati non lasciano spazio a dubbi: il corner, in media, conviene, con prezzi più bassi del 17%. Si possono trovare prezzi paragonabili solo nel 4% delle farmacie e nel 18% delle parafarmacie. Il che non significa convenienza sempre e comunque. Perché, come abbiamo visto, le farmacie hanno prezzi molto variabili quindi nella farmacia sotto casa il farmaco in promozione può costare meno che nell'ipermercato per raggiungere il quale, comunque, devo prendere la macchina. Inoltre, in farmacia si trovano più facilmente i farmaci generici o equivalenti, che costano in genere meno rispetto ai loro corrispondenti di marca.

Va poi considerata la questione dell’assortimento: l’indagine considera 68 farmaci Otc (i più venduti), contro le centinaia di referenze disponibili in una farmacia. “È evidente – si giustifica Andrea Mandelli, presidente della Fofi, Federazione ordine farmacisti italiani - che un punto vendita che possa concentrare gli acquisti su una gamma così ridotta di prodotti come avviene nella grande distribuzione, può ottenere condizioni più favorevoli dal produttore e ha, comunque, una spesa di gestione del magazzino contenuta”.

Resta il fatto che, come chiosa Enrico Allievi, direttore di Anifa “La liberalizzazione ha reso possibili sconti forti. Certo, permangono alcuni casi di significative sperequazioni nei prezzi ma questo è, secondo noi, soltanto la prima fase, forse immatura, della liberalizzazione. Siamo sicuri che con il tempo, la concorrenza porterà i prezzi a un riallineamento generale con sostanziali vantaggi per i cittadini”.

Omeopatia &Co, la nicchia per chi non bada a spese
L’erosione sul consumo di Otc sembra arrivare anche da un’altra fonte: quella dei cosiddetti “prodotti per la salute” (omeopatici, integratori ed erboristici) che, pur non essendo farmaci, si presentano con un posizionamento che li avvicina agli Otc.

Si tratta di un comparto che da anni registra una crescita consistente, evidenzia l'Anifa: nel 2008 i prodotti notificati (che comprende anche ex Otc “pesanti” come Polase, Be-Total e tra poco anche la Citrosodina, passati da Otc a integratori) sono cresciuti a volumi dell'11,1%, gli omeopatici del 5% e gli erboristici del 12% e nel 2009 i valori sono rispettivamente dell'8,9%, del 5,3% e del 3,8%.

E non c’è crisi che tenga: chi si rivolge ad integratori e medicina alternative non lo fa per risparmiare, dato che il loro prezzo medio è quasi doppio di quello delle specialità medicinali: se a luglio 2009 i farmaci Otc costavano mediamente 6,7 euro, gli omeopatici sfioravano i 10 euro mentre gli erboristici e i notificati superavano i 12 euro.

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