Le aspettative influenzano i consumi

Previsioni – Nord e sud, uomini e donne, giovani e pensionati. Così si segmentano gli italiani in termini di attese e desiderata per l’anno appena cominciato. Cresce il sentiment positivo rispetto all’anno scorso, con i consumi in lenta ripresa.

È opinione condivisa che l’uscita dalla crisi e la ripresa dei consumi dipenda non solo da questioni puramente economiche ma anche dalla percezione del clima, e dalle preoccupazioni e dalle paure dei consumatori. Ciò è vero in particolare per i beni durevoli (elettrodomestici, automobili, telefoni cellulari, ecc), acquisti più impegnativi economicamente e che in molti casi possono essere rimandati. Un’indagine di Confcommercio - Format sul sentiment degli italiani fotografa un paese diviso, anche se in lieve ripresa di fiducia rispetto all’anno passato.

Del Nord, maschio e giovane chi spenderà di più
L’indagine individua quattro gruppi socio-demografici che seguirebbero comportamenti d’acquisto omogenei.
La maggior propensione agli acquisti di beni durevoli è stata manifestata dal cluster definito Giovani cervelli (10% del campione): tra i 18 e i 34 anni, residenti in tutta Italia, laureati o prossimi alla laurea, liberi professionisti e imprenditori, hanno il timore di impegnarsi invano, di non fare carriera o di non ricevere i riconoscimenti professionali che si aspetterebbero. Hanno un livello di fiducia per il 2011 superiore o in linea rispetto al campione con riferimento sia all’andamento della situazione economica e sociale del paese sia alla situazione economica della propria famiglia.

Schiacciati dall’incertezza verso il futuro (paura di perdere il proprio posto di lavoro o di non riuscire a portare a termine gli studi), manifestano una minore propensione ad acquistare automobili e telefoni cellulari gli appartenenti al gruppo denominato Categorie deboli (33,6% del campione), formato da giovani con meno di 24 anni e individui di sesso maschile tra i 45 e i 54 anni abitanti nel Centro Sud e in grandi aree metropolitane.
Non sempre una maggiore fiducia però si traduce direttamente in voglia di shopping. Nonostante il gruppo abbia manifestato un livello di fiducia superiore rispetto al campione, la propensione all’acquisto di beni durevoli e al risparmio è in linea o leggermente inferiore rispetto alla media per le Famiglie del Nord (21,8%): residenti nel nord e nord-est, hanno preoccupazioni che rientrano nella sfera del sociale, dei valori e del privato come la salute (la propria o quella di una persona cara, specie tra donne e over 64), la perdita dei rapporti affettivi (separazioni o divorzi, specie imprenditori e libero professionisti tra i 35 e i 44 anni) e la criminalità (donne casalinghe over 55).

Sono pessimisti sulla situazione economica propria e del paese e hanno ansie che riguardano la sfera economica, eppure la propensione agli acquisti durevoli e al risparmio nel 2011 delle Famiglie del Centro/Sud (30,9%) è nella media fatta registrare dall’intero campione: formato in prevalenza da nuclei famigliari con un “capo famiglia” maschio, tra i 35 e i 44 anni, occupato stabilmente, e residenti per lo più nelle regioni del Centro e Sud Italia, temono di non riuscire a fare fronte alle esigenze economiche della propria famiglia e in certi casi di perdere il posto di lavoro.

Meglio del 2009, ma con prudenza

Per quanto riguarda il sentiment in generale, dopo un 2010 decisamente “nero” aumenta anche se di poco la quota di ottimisti (per lo più uomini, giovani, residenti al Nord) e si riducono i pessimisti (prevalentemente donne, giovanissimi e anziani, residenti al Sud). Il 18,9% del campione intervistato ritiene che la situazione economica del Paese sarà migliore rispetto a quella del 2010 (mentre solo per il 2,9% il 2010 è stato migliore del 2009), per il 48% sarà simile mentre per il 33,1% peggiorerà (ma per ben il 73,1% il 2010 è andato peggio del 2009).

C’è più ottimismo riguardo la situazione economica personale: il 13,8% degli intervistati ritiene che la situazione della propria famiglia nel 2011 sarà migliore rispetto a quella del 2010, il 63,1% ritiene che resterà la stessa del 2010, mentre il 23% ritiene che peggiorerà.

Di cosa hanno paura gli italiani

 Incertezza verso il futuro  53,3%
 Salute  41,9%
 Difficoltà a fronteggiare economicamente le proprie esigenze  32,6%
 Perdita del posto di lavoro  16,4%
 Perdita di rapporti affettivi consolidati  14,5%
 Non ricevere riconoscimenti/gratificazioni professionali  9,9%
 Criminalità  9,9%

 Fonte: Confcommercio

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