Retail e largo consumo in cerca d’autore per gli investimenti

di Francesco Oldani

Gli investitori privati a capitale di rischio operano per definizione in mercati a elevato tasso di crescita. Dal biotech, alle energie rinnovabili e, in generale a tutte le possibile innovazioni “distruttive” dell’esistente (esempio: Uber). Basterebbe questa considerazione per comprendere il motivo per cui nel retail e nel largo consumo le nuove startup sono in numero esiguo: si tratta di mercati maturi dove, in teoria, le prospettive di crescita non sono interessanti. Sono due i fattori frenanti che in Italia ostacolano lo sviluppo di questo settore: l’assenza di aspiranti imprenditori con idee davvero innovative e un ecosistema oggettivamente poco adatto a creare economie di scala planetarie.Il retail dei beni di largo consumo è, per sua natura, costituito da valori unitari molto bassi ma da volumi enormi. Questo paradigma non è modificabile a meno di operare in nicchie di prodotto ad elevato valore aggiunto.

avVenture italiane
Secondo l’ultimo Venture Capital Monitor, il 2013 è stato un anno buono per gli investimenti con una crescita del 16% rispetto al 2012. In confronto al 2009, anno di minimo, il mercato è di fatto triplicato. Tra i vari dati che emergono nel rapporto spicca che solo l’otto percento degli investimenti è avvenuto per intervento straniero. I venture capitalist hanno investito in fase di seed con altri investitori informali e, con grande predominanza, nella fase di startup Per quanto riguarda la distribuzione settoriale degli investimenti sulle società target, nonostante si tratti di numeri molto bassi, si osserva una crescita dell’alimentare che raddoppia circa la percentuali di investimento. La grande distribuzione arretra ma, su questo versante, incide molto la crisi. In linea di massima i settori del largo consumo e dell’alimentare in cui si concentrano gli investimenti sono agli estremi della filiera. Siti web come Dove Conviene, Risparmio Super, Klicca Promo si rivolgono al consumatore finale come “mediatori” delle offerte della gdo per costruire il carrello dallo scontrino più basso. Un ambito che potrebbe offrire delle opportunità è quello dei servizi hi-tech per accorciare la filiera. Un esempio su tutti è Cortilia. Si tratta di un sito dal quale il consumatore del milanese e zone limitrofe può acquistare ortaggi e prodotti alimentari direttamente dai produttori. È un servizio locale che ha tracciato un modello meritevole di sviluppo.

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