Fiducia e credibilità

L'editoriale della direttrice Cristina Lazzati (da Mark Up n. 278)

Agricoltura evoluta, giovani che tornano a casa per cominciare un lavoro antico con metodi nuovi, la speranza c’è, così come i numeri e anche la qualità. Guardare al cibo in un modo altro, dove la tradizione si ferma alla tavola, mentre in campo, nelle lavorazioni, nel marketing tutto si muove e si deve muovere guardando al futuro.

La valorizzazione del nostro patrimonio enogastronomico non deve fermarsi ai tavoli di lavoro, deve proseguire; abbiamo bisogno di più istituti tecnici che si specializzino nell’agroalimentare, nelle sue tante sfaccettaure, che formino giovani forti di competenze adeguate al millennio in cui viviamo, Non tutto è fermo, alcune aziende si stanno muovendo, lo raccontiamo nelle pagine della nostra coverstory, startup che vengono prese per mano e fatte sbocciare, l’innovazione che non nasce più in seno ai colossi, ma viene dagli stessi incoraggiata in ambiti nuovi, più fecondi.

Ma non basta, abbiamo bisogno di padri che sappiano apprezzare il nuovo, che sappiano condividere la loro esperienza con i figli ma che sappiano trarre vantaggio dall’innovazione che i figli sono in grado di portare.

Il tema dei passaggi generazionali è un tema forte per il nostro Paese. In certi casi, avviene in maniera disruptive, lo raccontiamo nella storia di Arianna Colella, una storia #alfemminile, in cui una madre e una figlia si sono trovate a ricominciare da capo, la crisi, la bufera di un fallimento, le ha trovate indomite e pronte a una nuova avventura, nuova non solo per loro, ma innovativa per tutto il comparto. Citrus è una realtà italiana, dove l’ortofrutta è diventata protagonista di un discorso articolato, fatto di gusto e salute, un discorso portato avanti con parole semplici, con ironia, e ha funzionato! Ha funzionato perché hanno trovato chi ci ha creduto, una catena piccola, un’eccellenza tutta italiana del Nord Est che ha iniziato, che le ha incoraggiate, poi altri manager illuminati hanno seguito e poi altri si sono aggiunti. Una storia a lieto fine, che vede proprio come esperienza, credibilità e fiducia abbiano dato i frutti di un lavoro congiunto di due generazioni.

Diciamocelo, avere un patrimonio non basta, dobbiamo imparare a valorizzarlo, sia da operatori del settore, da attori della filiera, ma anche da consumatori. Oggi, i clienti devono essere messi in grado di comprendere il valore dei prodotti e in particolare di quelli agroalimentari, non solo perchè sono italiani, non basta, bisogna anche essere all’altezza dell’italianità di cui ci fregiamo, che non può prescindere da fare rima con qualità.

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