La transizione alimentare plant-based

Plant-based
Non solo burger e bevande: crescono salumi vegetali e piatti pronti plant-based. E anche l’aperitivo diventa vegan

Tuttofood dedicherà uno spazio ad hoc al plant-based nella prossima edizione 2023, a Fieramilano, dall’8 all’11 maggio. Lo scorso maggio a Francoforte Iffa (Technology for Meat and Alternative Proteins) ha previsto per la prima volta un’area specializzata interamente dedicata alle proteine alternative a base vegetale. Il mercato vegetale sta trasformando gli alimenti, un cibo 2.0. Secondo una recente ricerca di Bloomberg, il comparto delle alternative vegetali crescerà in modo esponenziale nei prossimi anni, passando a livello mondiale dagli oltre 44 miliardi di dollari di quest’anno a quasi 162 miliardi nel 2030, pari al 7,7% dell’intero mercato dei cibi proteici.

Non stupisce che grandi player del prodotto animale siano entrati in questo mercato, da Granarolo ad Amadori.

Doppia cifra

Un report di Boston Consulting Group (Bcg) e Blue Horizon stimava che a livello mondiale entro il 2035 il segmento delle proteine alternative a quelle di derivazione animale passerà dall’attuale 2% all’11%, per un valore attorno ai 290 miliardi di dollari. Andando a vedere il mercato italiano, secondo i dati Iri diffusi dal Gruppo prodotti a base vegetale di Unione Italiana Food, nel 2021 la crescita è stata a doppia cifra (+9,9%), anche se nei primi 6 mesi del 2022 è scesa a +0,7% (un rallentamento probabilmente determinato dovuto dalle dinamiche inflattive che penalizzano i prodotti innovativi a maggiore servizio, come sta capitando anche in Usa e Uk). Nel 2021, dicono i dati Iri, i burger e piatti pronti vegetali hanno raggiunto quota +24,6%; le bevande vegetali +9,6%; i prodotti al cucchiaio con fermenti lattici + 5,8%; le salse e i condimenti +13,7%. Stando anche ai dati resi noti dall'ultimo Rapporto Coop 2022, alcuni specifici segmenti hanno segnato un vero e proprio boom: +108% le vendite di salumi veg (primo semestre 2022 rispetto a primo semestre 2019), +58% i piatti pronti vegetali.

La rivoluzione vegana sta abbracciando tutte le categorie, comprese polpette e macinati 100% vegetali.

Il cambiamento

Future Farm, azienda brasiliana del plant-based, con il Future Food Institute e lo storico pastificio Real Pasta-Boccedi & Pifferi ha dato vita al progetto pilota Re-think Pasta per un’evoluzione del mondo della pasta ripiena con prodotti plant-based. Le proposte a base di proteine alternative che arrivano sul mercato si stanno ampliando al pesce (mercato in cui è entrata Nestlé), uova vegetali (e il via libera dell’Efsa all’utilizzo alla commercializzazione in Europa dell’estratto di proteine del fagiolo mungo verde come novel food darà un’ulteriore spinta a quest’ultima categoria). Aziende food-tech propongono proteine testurizzate per meat o dairy analogues. Nascono referenze strabilianti per sapori, simili a quelli tradizionali: un esempio e Shhh… questo non è latte di Alpro. Food Evolution, brand di carne plant-based dell’azienda umbra Joy, ha ampliato le referenze frozen a base soia con la cotoletta vegetale di Parepollo e ha annunciato che lancerà i piatti pronti plant-based. Si guarda con interesse all’aperitivo basato su finger food e salse vegan. E si stima una crescita dei prodotti basati sulle alghe.

Cosa succede nei volantini? La ricerca di QBerg (settembre 2022)

La penetrazione

Come rivela la prima ricerca italiana sui plant-based, condotta da Bva-Doxa per il Gruppo prodotti a base vegetale di Unione Italiana Food, 1 italiano su 2 (54%) afferma di acquistare già prodotti a base vegetale: il 21% abitualmente, il 33% occasionalmente. Vengono consumati soprattutto a casa (dal 58% degli user), ma più di 2 su 10 (22%) li sceglie sia a casa sia al ristorante. E Il 16% degli italiani dichiara di voler aumentare ulteriormente l'acquisto dei prodotti con proteine vegetali nei prossimi 6-12 mesi. Il punto di forza di questi prodotti è il sapore innovativo, unito a un’attenzione nutrizionale che premia il prodotto vegetariano (sempre che l’etichetta sia clean). Conquista soprattutto le giovani generazioni attratte dalla novità. E si porta dietro il messaggio di prodotto che fa bene all’ambiente: risparmio d’acqua, energia, Co2.

Decarbonizzazione

Nel nuovo report di Boston Consulting Group (Bcg) e Blue Horizon, Food for Thought: The Untapped Climate Opportunity in Alternative Proteins, è stimato che il passaggio alle proteine alternative farà risparmiare circa 0,85 gigatonnellate (Gt) di CO2 equivalente (CO2e) entro il 2030, pari alla decarbonizzazione del 95% dell'industria aeronautica. Non è un caso che i brand più innovativi comincino ad abbracciare il mondo delle certificazionI. Il Future Burger, il prodotto plant-based di Future Farm più venduto e il primo a essere lanciato, è diventato 100% carbon neutral. Heura foods è la prima azienda plant-based certificata B Corp. Il marchio a base vegetale più diffuso in Spagna, dove è presente nel 65% del mercato retail (in Italia si trova in Carrefour). ha raccolto più di 4 milioni di euro in sole 12 ore attraverso la campagna di crowdfunding Equity for Good Rebel: un segnale. Marc Coloma, attivista alimentare, ceo e co-fondatore di Heura, promette l’uscita per quest’anno di nuovi prodotti disruptive per contribuire alla democratizzazione del sistema alimentare. La ristorazione e i retailer stanno dando sempre più spazio a questi prodotti, che andrebbero meglio valorizzati a scaffale nel largo consumo. Intanto Amazon Fresh ha lanciato una linea private label di prodotti a base plant-based. E Impossible Foods, tra i protagonisti della categoria burger, con Beyond Meat, entra nel mercato dei surgelati con le Impossible Bowls, a base di pollo, manzo e maiale vegetali, che saranno distribuite in circa 4 mila punti di vendita Walmart.

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