Altroconsumo: come cambiano spesa e abitudini alimentari in tempi di Covid

Più pianificazione dei pasti e meno sprechi, più mangioni e con più voglia di cucinare. Tutte le nuove tendenze rilevate dall'indagine

Aneddoto personale: proprio oggi a pranzo mi sono ritrovata con mio marito a fare i calcoli, per capire se la nuova situazione da coronavirus avesse impattato in meglio o in peggio sul nostro budget di spesa alimentare. Il risultato è che spendiamo sicuramente di più al supermercato, con annessa concessione di nuovi vizi e indulgenze alimentari, ma che avendo eliminato cibi d'asporto e pasti fuori, nel complesso, spendiamo comunque di meno.

Una tendenza soggettiva che trova conferma in dati e trend rilevati a livello più ampio in Italia. Ad effettuare un'indagine, solo l'ultima sul tema, su come cambiano spesa e abitudini alimentari nazionali ai tempi del Covid è stato Altroconsumo. Tra i must che sembrano accomunare gran parte della popolazione: più pianificazione dei pasti e meno sprechi, l'essere più mangioni ma anche con più voglia di cucinare e, per l'appunto, riduzione degli ordini a domicilio. Vediamo tuttavia dati e andamenti nel dettaglio.

SPRECHI E ORGANIZZAZIONE

Non solo il 41% della popolazione butta meno cibo rispetto a prima dell’emergenza Covid-19, ma nel 95% delle case italiane quasi nulla o poco cibo, stando al dichiarato, finisce nella pattumiera (rispettivamente nel 66% e 29% dei casi). Un fenomeno di maggior attenzione già emerso prima della pandemia e che ora si rafforza, associandosi all'aumento di abitudini virtuose come la pianificazione dei pasti e il fare una lista prima della spesa (il 39% lo fa più spesso) e riutilizzare gli avanzi (33% lo fa più spesso). La percentuale di chi invece attua meno questi comportamenti rispetto a prima resta tra il 6% e il 10%.

Le coppie tendenzialmente sprecano meno cibo rispetto a chi vive da solo e alle famiglie più numerose (da tre componenti in su): il 77% di chi vive in due ritiene di non sprecare quasi nulla a casa, contro il 65% di chi vive solo e il 66% dei nuclei più numerosi. Quanto alle differenze tra aree del Paese, il Nordest sembra un po’ più attento al tema spreco: la percentuale di chi ritiene di non sprecare quasi niente è al 76%, contro il 67% del Centro, il 63% di Sud e Isole e il 62% del nord Ovest.

TANTI CUCINANO E MANGIANO DI PIU': ECCO COME

Se circa la metà della popolazione ha mantenuto le sue abitudini precedenti, ci sono comunque alte percentuali di italiani che hanno modificato alcuni comportamenti: in molti hanno ritrovato il tempo e la voglia di cucinare (49% cucina più di prima, di cui il 20% cucina molto più di prima); e, forse di conseguenza, il 35% delle persone mangia di più, ma evidentemente - in generale - stare in casa invita anche alla buona tavola (solo il 13% mangia meno rispetto a prima, magari volendo compensare il fatto di fare molto meno movimento). Significativa la riduzione degli ordini a domicilio, con il 40% che ne fa meno, contro un 16% che ne fa di più.

Si mangia, quindi, più sano? Nel complesso no. C’è anche un 19% che legge l'etichetta con più attenzione rispetto a prima, contro il 13% che la guarda meno, probabilmente in linea con quel concedersi nuove indulgenze alimentari tra le mura domestiche (sostitutive di aperitivi e cene gourmet fuori con gli amici). Occhio in più ai prezzi per il 34% degli intervistati, che ci fa più caso rispetto a prima (il 12% di questi presta “molta” più attenzione rispetto a prima), in linea probabilmente con una maggiore preoccupazione per le finanze personali.


Tra i prodotti si fanno spazio snack, sempre come sostitutivi di cui sopra, surgelati e alimenti in scatola/confezionati, mentre calano i freschi, in linea con una minor frequenza di visita in store da parte del 44% degli italiani.

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