Austria-Italia, partnership bilaterale

ECONOMIA & ANALISI – Due Paesi che guardano alla Germania in primis, ma intensificano gli scambi reciproci in un equilibrio quasi perfetto (da MARKUP 217)

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È considerata una delle business location con uno dei più bassi rischi d'investimento e con un'elevata qualità della vita. Con una popolazione di 8,4 milioni di persone e un reddito pro-capite nel 2012 superiore ai 33.000 euro e una crescita del Pil, sempre nel 2012, dello 0,8%, l'Austria in realtà è anche molto di più. Rappresenta un ponte efficace con i mercati dell'est e dell'Europa centrale grazie al mantenimento di storici rapporti sociali e culturali.
Vi si riscontra un'elevata presenza di multinazionali che hanno scelto il Paese come luogo dove condurre le attività di R&S, favorite anche da una marcata presenza di istituti di ricerca di eccellenza. Gli investimenti specifici di development delle aziende internazionali che operano in loco è pari al 52% del totale, indice che la pone al terzo posto dopo Israele e Belgio. Ad attirare gli investimenti sono il clima sociale e il trattamento fiscale, con un tasso d'imposta per le imprese del 25%.
I trend di investimento imprenditoriale in Austria vanno nella direzione dello sviluppo di soluzioni nell'ambito di processi produttivi, servizi per la mobilità e il trasporto, l'energia e la sostenibilità ambientale, protezione e sicurezza, tecnologie informatiche, ricerca biologica, supporti per seniores, migliorire agro-alimentari. In particolare si tiene d'occhio l'obiettivo di evitare crisi energetiche nel lungo periodo attraverso la predisposizione di nuove fonti di energia indipendenti possibilmente più stabili di quelle esistenti.

Gli investimenti italiani
L'Italia mantiene la sua tradizionale posizione di secondo partner commerciale, dopo la Germania, sia come paese acquirente, sia come fornitore con un interscambio bilaterale in continua crescita. Nel 2011 la quota di mercato di prodotti italiani importati dall'Austria è stato del 7% circa sul totale: le importazioni austriache dall'Italia sono aumentate del 10,9%, rispetto al 2010, raggiungendo 8.526,8 mln di euro. Mentre le esportazioni austriache verso l'Italia sono aumentate in questo periodo soltanto del 9% raggiungendo 9.345,5 mln di euro. Il saldo positivo per l'Austria, rispetto al 2010 si è ridotto del 9,2% collocandosi a 818,7 mln di euro. Nei primi otto mesi del 2012, di nuovo le esportazioni austriache in Italia si sono contratte (-7,4%) più di quanto non sia avvenuto con le importazioni (-5%) confermando l'attuale trend. Per l'Austria il saldo commerciale verso l'Italia (che tradizionalmente era stato quasi sempre negativo) è passato al positivo nel 1999, facendo registrare un primo surplus di 106,2 milioni di euro e si è mantenuto costantemente su valori positivi da quel momento in poi.
Le imprese italiane che operano in Austria con degli stabilimenti superano il migliaio, prestazione che porta l'Italia a essere uno dei principali investitori in Austria, dopo la Germania e prima della Svizzera e del Brasile. Nel 2011 i nuovi progetti d'investimento erano stati 16, a fronte dei 71 della Germania, 11 dell'Ungheria, 8 della Slovenia e 6 della Russia. Nei settori alimentare e della ristorazione in Austria sono presenti Autogrill, Lavazza, Illy e Segafredo Zanetti. Investimenti in loco sono stati fatti anche da Zuegg, Barilla, Ferrero, Grandi Molini o, nel non-food, da Luxottica e Pittarello, per fare solo alcuni esempi. Gruppo Autogrill opera tramite l'acquisita catena Wienerwald (15 punti ristoro sulle autostrade austriache e due ristoranti all'interno dell'aeroporto di Vienna). Poltrona Frau controlla il mobilificio Thonet; Snaidero ha acquisito Regina Küchen, marchio con il quale intende espandersi nel mercato dell'Europa centrale. Presenze importanti anche nel settore dell'abbigliamento e della calzatura; si va dai negozi di alta moda aperti nelle città principali (Vienna, Graz, Salisburgo ed Innsbruck), con Armani che ha lanciato la sua prima boutique nel centro di Vienna. Vi sono poi Benetton, Diesel (presente in Austria attraverso la propria filiale di distribuzione Diesel Austria GmbH, che dispone, fra l'altro di un megastore a Vienna), Replay, del gruppo italiano Fashion-Box, Geox. A Vienna sono presenti punti di vendita di Missoni, Miroglio, Cerruti 1881, Ferrè, La Perla, Paul & Shark, Ermenegildo Zegna, Prada, Versace, Gucci, il Gruppo MaxMara, Valleverde, Valentino.
La quota di mercato italiana in Autria risulta da alcuni anni in graduale riduzione: dal 9% del 1990 al 6,5% del 2011 a causa della concorrenza che i prodotti maturi tipicamente italiani (mobili, tessile, abbigliamento e calzature) risentono della concorrenza dei Paesi dell'est Europa e dell'Estremo oriente. Buone sono per contro le opportunità per i prodotti italiani di fascia premium, sia che appartengano al comparto della meccanica, agli articoli di consumo (come mobili e articoli d'arredamento, calzature ecc.) o ai prodotti agro-alimentari e bevande, per i quali è necessario un accurato piano di marketing. Lo sviluppo dell'agro-alimentare sul territorio austriaco è del resto ancora possibile. Potenziali interventi, dovrebbero essere accompagnati da un'accurata selezione dell'offerta, in base alle esigenze del mercato austriaco.

Consumatore austriaco
Mentre in tutta Europa si discute sul futuro dell'euro, gli austriaci sembrano affrontare con ottimismo il 2013 e guardano serenamente al futuro. Il Paese è uno dei più ricchi dell'Unione Europea. I consumi privati in termini reali sono aumentati dello 0,8%, mentre per il fatturato del commercio al dettaglio si registra una diminuzione dell'1,7% in termini reali (+1,2% in termini nominali), che ha però interessato in modo asimmetrico le varie categorie merceologiche. Aumenti reali sono stati registrati nel commercio di profumerie (0,5%) e articoli elettronici (1,2%). Altri settori del commercio al dettaglio, nei quali sono stati registrati aumenti nominali sono stati: edilizia/fai da te (1,8%), pelletteria (1,7%), food (3%). Negativo il commercio al dettaglio di articoli sportivi (3,9%), abbigliamento (3,8%) e calzature (8,5%) in termini reali. L'economia nel 2012 è cresciuta dello 0,9% e nel 2013 crescerà dell'1,1%. Il debito pubblico è contenuto (la metà del nostro, in rapporto al PIL). Il debito delle famiglie austriache è pressochè inesistente. Dove esiste è compensato da beni patrimoniali che le famiglie stesse dispongono. Uno studio della Banca Centrale Austriaca, rileva che il 40% delle famiglie possiede un patrimonio netto tra 0 e 50.000 euro, un 30% tra 50.000 e 250.000 euro, un 25% dispone di beni per un valore superiore ai 250.000 euro. Soltanto il 5% è sotto lo zero.
L'importazione di prodotti agro-alimentari è stato pari al 9,7% del totale delle esportazioni italiane in Austria, con una presenza di bevande alcoliche (fra cui il vino), prodotti dell'industria molitoria (fra cui la pasta), carne e suoi derivati. Una ricerca sulle abitudini alimentari locali effettuata da Gfk Austria segnala che un accentuato gradimento raccolgono gli spaghetti, ma non paiono indifferenti le opzioni di verdure (soprattutto orticole) e frutta. Nella classifica degli acquisti preferiti un ruolo di rilievo spetta anche alle carni, dove risaltano l'acquisto di pollame, suino fresco, insaccati freschi. Chiude il cerchio la proposta che viene da formaggi e burro come pure la pizza.■

Il punto
La stabilità economica dell'Austria si accompagna con la bassa incidenza degli scioperi, l'affidabilità del sistema legale e una amministrazione pubblica snella, che rende possibile concessione dell'autorizzazione per la realizzazione nuovi impianti industriali in soli 3 mesi. Paese fortemente industrializzato: l'industria vi rappresenta circa il 29% del Pil e la dimensione media delle aziende è quella della Pmi, per le quali la competitività è una componente essenziale dello stare sul mercato. Stato federale, con una forte integrazione fra strutture periferiche e strutture centrali, per rispondere alla crisi del 2009 l'Austria ha puntato verso l'intensificazione dei programmi di aggiornamento, formazione e riqualificazione dei lavoratori e su un forte sostegno agli investimenti per rendere più dinamico il sistema della ricerca e sviluppo pubblico e privato, al punto che con il 2,8% del Pil destinato alla r&s oggi l'Austria si colloca ben al di sopra della media europea.

I sostegni alle aziende
A favorire la ricerca esiste un sistema di supporto alle aziende che unisce finanziamenti pubblici, vantaggi fiscali e un sistema di promozione e informazione sui programmi di investimento e finanziamento. Il sistema di incentivazioni è articolato e coinvolge, in collaborazione fra di loro, i diversi livelli amministrativi in cui è organizzato il governo dell'Austria. Il punto di riferimento è l'Ffg, l'agenzia austriaca per la promozione e la ricerca che collabora con le regioni austriache nella definizione e nello sviluppo dei programmi di sviluppo e nella ricerca dei partner.
Vi sono programmi generali che puntano a far crescere a livello tecnologico la competitività delle aziende che operano in territorio austriaco e ad ampliare i settori in cui condurre l'innovazione attirando in Austria nuove imprese. I programmi strutturali Comet incentivano la collaborazione di lunga durata (7-10 anni) fra aziende e strutture di ricerca scientifica e puntano su aspetti come l'eccellenza e la competenza, la cooperazione, l'innovazione e il potenziale umano. Vi sono infine programmi di cooperazione europei, progetti di cooperazione fra strutture private e istituti di ricerca nonché programmi tematici (mobilità, sicurezza, risorse energetiche, nuove tecnologie, processi, sistemi e servizi).

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