CO2, ecco i vantaggi del mercato secondario

Il sistema volontario è basato sull’innovazione tecnologica che rende possibile la cattura e lo stoccaggio di anidride carbonica dall’atmosfera

È un mercato nato e in via di sviluppo grazie all’evoluzione tecnologica, che oggi rende possibile la cattura e lo stoccaggio di CO2 dall’atmosfera. Stefano Cappello, ceo & founder di Limenet (società benefit che ha brevettato una tecnologia innovativa per lo stoccaggio dell’anidride carbonica in forma di bicarbonati di calcio in acqua marina), ha realizzato un approfondimento sul mercato secondario dei crediti legati all’anidride carbonica, che si sta sviluppando in parallelo a quello regolamentato europeo Ets, nel quale la CO2 quota a 85 dollari alla tonnellata ed è considerata a forte sconto rispetto al costo reale dell’anidride carbonica (che è stimato in 185 dollari come indicato in un recente articolo pubblicato su Nature).

Le differenze tra Ets e sistema volontario dei crediti

A differenza dell’Ets, che si basa sulla carbon reduction, ovvero un sistema che vuole spingere le aziende a ridurre le proprie emissioni dirette, il mercato volontario si basa sulla carbon removal, ovvero tecnologie che consentono di rimuovere la CO2 già presente in atmosfera. “Entrambi i sistemi sono importanti, ma il mercato volontario offre grandi opportunità a quelle industrie che non riescono a decarbonizzare del tutto i propri processi produttivi. Capiamo perché è così interessante dal punto di vista dell’investimento”, racconta l’esperto.

Come la CO2 può diventare un investimento

“La CO2 catturata e stoccata può, oltre a generare effetti positivi sull’ambiente, trasformarsi in un’opportunità di investimento se ‘impacchettata’ in certificati che vengono acquistati e venduti su un mercato ad hoc”, sottolinea Cappello.

In Europa esiste già un mercato regolamentato: il sistema europeo di scambio delle quote di emissione (Ets). In sostanza, vengono assegnati dei permessi di emissione di CO2 a tutti i soggetti che sono forti emettitori di Ghg (green houses gas). Vengono rilasciati dalla Commissione Europea alle società che partecipano al mercato. I permessi variano a seconda del settore, e sono tanto più generosi quanto più il settore è difficile da decarbonizzare. Alla fine dell'anno, le società ricevono un audit da terze parti che determinano la quantità di CO2 effettivamente emessa. Se hanno emesso più di quanto permesso, devono pagare una “mora” per aver emesso più del consentito e riacquistare i crediti di CO2 a compensazione sul mercato Ets.

Il ruolo degli investitori istituzionali

I fondi di investimento trovano terreno fertile nel mercato volontario dove i prezzi sono decisamente più variabili. Il mercato volontario ha la caratteristica di non garantire uno standard di qualità per i suoi crediti: la qualità (e il prezzo di vendita), dipendono dalla monitorabilità del sottostante – aggiunge Cappello, il quale sottolinea che  la tecnologia più sviluppata e studiata è lo stoccaggio geologico. “In giacimenti esausti di idrocarburi, si va ad iniettare la CO2. Questa, se il giacimento è stabile nel tempo, ci permane permanentemente”. In Italia i pionieri di queste tecnologie sono Eni e Snam che, attraverso una JV, da diversi anni stanno studiano e realizzando un progetto pilota al di fuori di Ravenna per sfruttare un vecchio giacimento di gas esaurito.

 

 

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