Il ritardo dell’Italia sugli obiettivi net zero emerge nell’ESG CEO Forum di Bain & Company

Il ritardo dell’Italia sugli obiettivi net zero emerge nell’ESG CEO Forum di Bain & Company
Per raggiungere gli obiettivi al 2030 e al 2050, necessaria e urgente una forte azione istituzionale e un cambio di passo da parte del settore privato

Si è tenuta a Roma la seconda edizione dell’ESG CEO Forum di Bain & Company. Nell’occasione, sono state presentate le ultime analisi sullo stato della decarbonizzazione e adattamento al cambiamento climatico nella penisola italiana.

Anticipando l’appuntamento della COP28, Bain & Company Italia ha riportato le nuove evidenze date dall’analisi dello stato della transizione climatica in Italia, delineando azioni, soluzioni e iniziative concrete che le istituzioni e il settore privato hanno la possibilità di adottare al fine di raggiungere gli obiettivi previsti dall’Accordo di Parigi sul clima. Per raggiungere le mete fissate al 2030 e al 2050, infatti, risulta necessaria e urgente una forte azione istituzionale, nonché un cambio di rotta nel settore privato.

Roberto Prioreschi, SEMEA regional managing partner di Bain & Company, spiega le principali evidenze emerse dal report: al ritmo attuale del percorso verso la transizione, molto difficilmente si considera la possibilità che l’Italia riesca a raggiungere gli obiettivi climatici europei prefissati al 2030 e a raggiungere il traguardo di un futuro a zero emissioni entro il 2050. Dalle evidenze, infatti, emerge che “solo il 15% delle emissioni dichiarate dalle aziende italiane è coperto da obiettivi di decarbonizzazione science-based in linea con l’Accordo di Parigi”, continua Prioreschi.

L’Italia, in seguito alla sua collocazione geografica nell’area mediterranea, risulta un luogo di transizione particolarmente vulnerabile, oltre che esposto ai rischi legati al cambiamento climatico. A mettere in guardia sulle conseguenze dell’ubicazione del territorio italiano è Pierluigi Serlenga, managing partner Italia di Bain & Company: “La vulnerabilità del territorio potrà arrivare a generare danni annuali di oltre circa 10 miliardi di euro agli asset strategici entro il 2050”. Proseguendo senza adottare misure in maniera proattiva e urgente, l’Italia potrebbe subire perdite e danni diffusi: “Si stima che, al 2050, quasi un terzo della popolazione del Paese vivrà in aree soggette a minacce significative, con una perdita prevista di 4,5 miliardi di euro di produttività agricola”, conclude Serlenga.

Per comprendere la probabilità di raggiungere gli obiettivi net zero, Bain & Company ha identificato uno scenario accelerato che comporterebbe l’implementazione di diverse leve di decarbonizzazione aggiuntive. Anche in questo caso, tuttavia, i risultati non porterebbero al raggiungimento del net zero entro il 2050 nel Paese. L’unica via può essere esclusivamente il bilancio tra il sostegno finanziario e normativo. Se il settore pubblico e quello privato riusciranno a cooperare, l’Italia incrementerà le sue possibilità nel raggiungere le ambizioni prefissate in materia di lotta al cambiamento climatico.

Bain & Company ha intervistato i vertici di 15 delle principali aziende italiane attive in diversi settori cruciali per lo sviluppo del Paese e identificando insieme una serie di azioni prioritarie per poter far fronte a questa sfida. I dirigenti hanno evidenziato le sfide e le opportunità che l’Italia deve affrontare per raggiungere l’obiettivo del net zero entro il 2050 e il responsabile della sostenibilità e dell’innovazione di un’azienda di mobilità afferma che non saranno le attuali linee d’azione a portare a raggiungerlo. Tuttavia, se ci fossero i giusti incentivi (fondi, burocrazia più agile, programmi ad hoc), il percorso verso il net zero potrebbe sicuramente essere accelerato.

Si sottolinea quindi l’importanza del ruolo dei settori pubblico e privato nel riconoscere la gravità della situazione, iniziando così a intraprendere in maniera collettiva un percorso di cambiamento. Nello specifico, nel settore pubblico questo significa accelerare l’implementazione di programmi e iniziative nazionali per il clima, investire in infrastrutture sostenibili e integrare i criteri di sostenibilità nei processi di appalto. Per il settore privato, invece, si tratta di aumentare il monitoraggio e la divulgazione delle emissioni, definire il target di riduzione science-based e incorporare le ambizioni in termini di net zero nella pianificazione aziendale, sfruttando quindi la sostenibilità come vantaggio competitivo. Ponendo l’accento sul processo di accelerazione della decarbonizzazione, infatti, le aziende non riducono soltanto le proprie emissioni, ma attraggono investimenti, accedono a nuovi mercati e trattengono i propri talenti. Risulta di urgente importanza agire con interventi tempestivi e strategici, necessari per mantenere gli impegni presi a livello europeo e operando a salvaguardia del futuro dell’Italia e dei suoi abitanti.

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