Mario Maiocchi, direttore centro studi retail di Confimprese
Secondo Confimprese, le nuove aperture nel 2022 aumenteranno del +15% rispetto al 2019, con la ristorazione a +20%. Quasi la metà dei retailer aprirà al Nord

La ricerca annuale sul franchising, condotta dal Centro studi retail Confimprese nei settori ristorazione, abbigliamento/accessori e altro retail (casa-arredo, cura persona-beauty, giocattoli, altro) evidenzia un quadro in miglioramento, che riflette le stesse dinamiche positive riscontrate nella leggera ripresa del retail nell’ultimo trimestre, su cui comunque aleggia lo spettro del caro prezzi delle materie prime con il conseguente rialzo dell’inflazione.

"I risultati della ricerca Confimprese –commenta Mario Maiocchi, consigliere delegato Confimprese– mostrano un settore che non si è fermato: la pipeline 2022 indica un aumento del 15% di nuove aperture sul 2019. Nonostante l’impatto negativo generato dal perdurare della crisi pandemica, il franchising si pone nel sistema imprenditoriale italiano come una scelta consapevole di auto-imprenditorialità, che conta su una rete di protezione da parte dell’azienda retail che ha già sviluppato e testato il prodotto, costruendo un brand solido e affidabile".

 I risultati dei primi 9 mesi 2021 rispetto allo stesso periodo 2019 variano per la ristorazione, che ha maggiormente risentito dell’emergenza Covid19 rispetto agli altri due macrosettori. Il 63% della ristorazione indica un trend negativo con perdite di fatturato tra -11 e oltre -50%. La metà di retailer di abbigliamento/accessori registra perdite fino a un massimo di -20%, altro retail tra -11 e -30%.

Evoluzione punti vendita e distribuzione geografica

La pipeline entro dicembre 2022 indica un incremento (+20%) delle aperture nella ristorazione, nell'abbigliamento/accessori (+17%) e altro retail (+13%), per un aumento totale delle nuove aperture pari al +15%.

Il 42% dei retailer indica il Nord Italia come area principale per lo sviluppo di nuove aperture, mentre solo il 16% opta per Centro e Sud Italia. Il restante 42% non esprime nessuna prevalenza geografica. Il divario Nord-Sud si ripresenta anche nel franchising, dunque, e si spiega con la maggiore penetrazione al Nord della vocazione all’imprenditorialità che si è tradotta in una maggiore penetrazione del franchising. Si pensi solo alla Lombardia, regione che concentra il maggior numero di punti di vendita in franchising (oltre 9.000).

Ancora bassa la presenza delle donne

Oltre la metà delle aziende (53%) dichiara di avere affiliati con più di un punto di vendita, mentre il 47% degli imprenditori opta per un solo esercizio commerciale. Assente, invece, la figura del master franchisee. Ancora bassa l’incidenza delle donne imprenditrici che rappresentano una percentuale inferiore al 20% per il 42% delle aziende rispondenti. Inferiore al 20% anche la presenza degli under 35, segno che la pandemia ha arrestato il passaggio generazionale o lo ha posticipato a tempi più sicuri in termini socio-economici.

Azioni intraprese dai franchisor per sostenere la rete

Le principali azioni realizzate durante la pandemia per sostenere le reti di vendita si sono registrate in due ambiti, economico-finanziario e formativo. Oltre la metà dei retailer ha intrapreso la rinegoziazione dei contratti d’affitto, mentre il 53% ha agito sulla formazione, oggetto di particolare attenzione. Tra le altre azioni si segnalano: dilazione dei pagamenti (42%), riduzione delle royalty (37%), revisione delle politiche di prezzo (16%).

Un terzo ambito d'azione riguarda la digital transformation. Il 47% ha adottato innovazioni tecnologiche e il 26% ha introdotto il click&collect/delivery. Ancora molto limitati gli investimenti in sostenibilità, indicati dal 5% del campione.

Key driver 2022 

La trasformazione digitale è un passaggio fondamentale per il retail. Le aree prioritarie di intervento segnalate dal 58% dei retailer per il 2022 sono l’integrazione tra canali di vendita e la gestione dei social media/sms per attrarre i consumatori in punto di vendita (53%). L’investimento sulla rete in franchising in ambito digital transformation, mediamente pari al 2,1% del fatturato, è motivato principalmente dalle richieste dei consumatori (45% delle aziende) e per migliorare le performance dei punti di vendita (27%).

Il secondo key driver è la sostenibilità che per la metà dei rispondenti deve essere declinata principalmente in prodotto, packaging e identità green del brand.

Il 76% delle aziende afferma, inoltre, di avere già convolto i franchisee in ambito digital e sostenibilità con una predominanza per le competenze digitali. La sostenibilità viene probabilmente vista più come elemento di differenziazione competitiva nel lungo termine, mentre la digitalizzazione come strumento per migliorare le performance di breve termine.

 

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