Coop sottolinea il divario tra inflazione reale e quella percepita

Coop sottolinea il divario tra inflazione reale e quella percepita
In base ai dati dell’Ufficio Studi Coop, la differenza tra inflazione percepita e quella misurata potrebbe aggirarsi nel 2024 intorno ai 9 punti percentuali

Inflazione in rallentamento e Pil in ripresa. I dati diffusi da Istat relativi ai prezzi al consumo del mese di aprile evidenziano, rispetto al mese precedente, un indice generale di inflazione in rallentamento (+0,9% su base annua), mentre il carrello della spesa segna un ulteriore calo (cioè aumenta meno) con +2,4% su base tendenziale. Ma gli italiani faticano a percepire un miglioramento delle condizioni economiche del Paese, commenta Ancc-Coop. La situazione percepita è peggiore di quella misurata: redditi che ancora non si adeguano alla recente corsa dei prezzi e poca fiducia nel futuro. Stando ai recenti dati diffusi dall’Ufficio Studi Coop, la differenza tra l’inflazione percepita e quella misurata, potrebbe aggirarsi nel 2024 intorno ai 9 punti percentuali (+1,3% quella prevista nelle misurazioni statistiche e +10,3% quella percepita), come se gli italiani avessero perso in un anno circa 3.600 euro a famiglia. A questo dato si aggiunge il diverso andamento dei salari nominali (+2%) e dei prezzi (+7,7%) nel 2023: il divario si commenta da solo. Pessimismo anche per il futuro, con solo il 55% degli italiani che prevedono una crescita dei propri consumi nel 2024, contro il 67% dei tedeschi e il 58% dei francesi.

I dati Istat di oggi confermano che le famiglie hanno visto assottigliarsi il loro bilancio e crescere il loro debito –osserva Marco Pedroni, Presidente Ancc-Coop (Associazione nazionale cooperative di consumatori)– . Fronteggiamo difficoltà strutturali come il problema demografico, la mancata crescita dei salari negli ultimi due decenni, la bassa produttività, un tasso insufficiente di impiego femminile. Si tratta di fenomeni che non possono essere affrontati con misure e orizzonti di breve periodo. Negli ultimi anni hanno abbiamo assistito a livello globale a dinamiche economiche che saranno studiate nei libri dei prossimi decenni. Ma i cuscinetti di protezione che hanno retto il Paese sono tutti sotto stress. I risparmi sono erosi, l’inflazione decelera, ma il livello dei prezzi resta alto, i redditi sono pressoché fermi. Noi ci abbiamo messo il nostro impegno per essere di aiuto. Abbiamo recentemente rinnovato il contratto nazionale della distribuzione cooperativa che coinvolge oltre 55.000 dipendenti, abbiamo contenuto a più riprese gli aumenti di prezzo diminuendo i nostri margini e rafforzato le iniziative di convenienza per le famiglie. Ora sta alla politica predisporre un piano lungimirante, non più procrastinabile, di crescita del Paese”.

Anche Federdistribuzione ci sembra auspichi un approccio che permetta un recupero complessivo del sentiment degli italiani e quindi della stabilità in termini di domanda. In una congiuntura economica ancora contraddistinta da consumi deboli e dall’incertezza, anche per l’impatto delle diverse criticità legate allo scenario geopolitico, e scongiurando ulteriori  effetti sui prezzi delle materie prime, Federdistribuzione sottolinea l’impegno delle imprese della distribuzione moderna a sostegno del potere d’acquisto delle famiglie. "Nei prossimi mesi sarà importante recuperare un clima di fiducia che possa contribuire a ridare slancio ai consumi, fondamentali sia per la tenuta dell’economia nazionale sia per la crescita delle imprese".

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