Danone apre le porte al dibattito sulla parità di genere

Nella sede milanese riunite imprese, istituzioni e parti sociali per parlare dei loro impegni nel realizzare la parità di genere nel mondo lavorativo

La sede milanese di Danone ha aperto le porte a un incontro dal titolo “La parità di genere come leva per migliorare la competitività aziendale”, che ha visto imprese, istituzioni e parti sociali confrontarsi sulla realizzazione della parità di genere nel mondo lavorativo, esponendo anche i rispettivi impegni. Tra le sfide maggiori il riconoscimento e la valorizzazione sociale delle donne che si occupano delle attività di cura, unitamente a una migliore ripartizione della cura tra uomo e donna al fine di favorire una piena realizzazione delle pari opportunità nella società e nell’economia, assicurando la sostenibilità stessa del sistema socio-economico in termini di mantenimento e miglioramento continuo delle condizioni di vita, longevità e sostegno della natalità.

Da più di un decennio lavoriamo in Danone per realizzare la parità di genere sul piano lavorativo attraverso l’applicazione di politiche di sostegno alla maternità, alla paternità e alla cura delle persone fragili, – dichiara Sonia Malaspina, direttrice relazioni istituzionali, comunicazione e sostenibilità di Danone Italia e Grecia e autrice del libro Il Congedo Originale: "In questi anni abbiamo raccolto indicatori molto positivi in termini economici e sociali: maggiore produttività aziendale, maggiore benessere delle persone e incremento del tasso di natalità. Abbiamo conseguito la Certificazione per la Parità di Genere quest’anno e i nostri indicatori ci dicono che la parità di genere è una leva che supporta la competitività aziendale. Il nostro impegno prosegue con il coinvolgimento di tutta la filiera dei fornitori. Per questo ci impegniamo a inserire un criterio di premialità in tutte le nostre gare di appalto a favore dei fornitori che avranno conseguito la certificazione per la parità di genere”.

Simona Tironi, assessore all'Istruzione, formazione, lavoro, di Regione Lombardia, ha ricordato come a febbraio 2023 è stato stanziato un fondo da 10 milioni di euro per il sostegno alle micro, piccole e medie imprese lombarde nel percorso orientato al conseguimento della certificazione della parità di genere tramite l’erogazione di contributi per servizi di consulenza specialistica finalizzata all’impostazione di un sistema di gestione per la parità di genere e a copertura dei costi sostenuti dalle imprese per ottenere la certificazione. Massimiliano Albanese, segretario nazionale Fai della Cisl, ha invece illustrato il contributo che il sindacato può dare per realizzare parità di genere nelle aziende, con la convinzione che sia necessario adottare azioni concrete nei contesti lavorativi a tutela delle donne e degli uomini che si occupano di cura: “Con un sistema di relazioni sindacali partecipative e buona contrattazione sia di primo che secondo livello – ha detto Albanese – abbiamo fatto tanto e possiamo fare ancora molto in materia di inclusione e pari opportunità. Ad esempio, nel sistema bilaterale del contratto nazionale dell’industria alimentare è previsto un sostegno economico importante a favore di maternità e paternità che contribuisce ad integrare il congedo facoltativo fino al 100% della retribuzione. Ma è soprattutto nella contrattazione aziendale che si possono cogliere ulteriori strumenti di sostegno al welfare e alla conciliazione dei tempi di vita e di lavoro nonché precisi riferimenti al contrasto delle discriminazioni e delle violenze sui luoghi di lavoro, con azioni per favorire l’inclusione e sostenere le pari opportunità agevolando la condivisione dei carichi familiari e del lavoro di cura”.
Paola Corna Pellegrini, presidente Aiceo (Associazione Italiana Ceo) e presidente Winning Women Institute, ha illustrato le caratteristiche e la rilevanza della Certificazione della Parità di Genere, nonché i dati e i risultati raggiunti dalle aziende che si sono già certificate. Ha inoltre richiesto che la premialità data dalla Certificazione all’interno delle gare, pubbliche e private, sia resa obbligatoria per stimolare sempre di più un impegno concreto nei confronti della parità e che vengano incrementati gli incentivi alle piccole e medie imprese sia a livello nazionale che regionale, seguendo l’esempio virtuoso della Lombardia e della Puglia.

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