Giovani e lavoro: servono nuove narrazioni e azioni più valorizzanti

Linkontro NielsenIQ 2023 | Lo scenario (non rosero) tracciato da Beatrice Bauer, Università Bocconi, sul rapporto tra giovani generazioni e mercato del lavoro

Cervelli in fuga, giovani stressati e demotivati, un turn over alto. Lo scenario tracciato da Beatrice Bauer, Università Bocconi, a Linkontro NielsenIQ 2023 non è roseo nel rapporto delle giovani generazioni e il lavoro. Le reazioni all’insoddisfazione sono diverse: la prima è la fuga all’estero; la seconda è il Job hopping, nel senso che i giovani passano da un lavoro all’altro cercando di soddisfare le proprie esigenze, ma se questo non succede, cosa accade? In linea generale il quiet quitting, ossia la tendenza a lavorare secondo i metodi stabiliti dal contratto, senza fare straordinari e senza responsabilità aggiuntive. In sintesi? Senza alcun entusiasmo, né reale partecipazione.

Beatrice Bauer sottolinea, inoltre, i danni causati dai social network che tendono a stressare ulteriormente i giovani, acuendone il disagio. “È certificato che l’uso eccessivo dei social ha un impatto sul cervello dei più piccoli. Il fatto preoccupante è che ne sono consapevoli -prosegue-. Nel 2000 la nostra human attention span si attestava a 12 secondi, oggi è scesa a 8”.
Come uscire da questa situazione? “Le soluzioni ci sono -chiosa Bauer-. I giovani vanno prima di tutto ascoltati e sorpresi anche con qualcosa di positivo. L’idea del sacrificio e della rigidità in azienda oggi non funziona più. Bisogna cambiare la narrazione, adottare azioni condivise e valorizzare i talenti che rappresentano una preziosa risorsa per il futuro delle vostre aziende”.

 

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