Dall’Osservatorio Non Food di GS1 Italy emerge, fra l'altro, che quasi la metà dei negozi non-food è contrata nei centri urbani con meno di 50.000 abitanti

Il commercio urbano centrale regge al post pandemia (2% di chiusure in 12 mesi) e mantiene la leadership per negozi di prodotti non alimentari: rappresenta il 43,7% della rete commerciale nazionale non food dei 13 comparti (1) rilevati dall’edizione 2023 dell’Osservatorio Non Food di GS1 Italy, che ne ha tracciato l’evoluzione delle vendite, dei consumi, del panorama competitivo e del retailing fisico e digitale nel corso del 2022.

Molto importanti i centri commerciali, che rappresentano il 38,9% della numerica totale dei negozi del non food (-1,5% rispetto al 2021). Ma anche parchi commerciali, stazioni di servizio e ferroviarie, aeroporti e strutture sportive fanno la loro parte. In alcuni casi crescente, com’è avvenuto ai punti vendita presenti nelle aree periferiche urbane (+4,6% rispetto all’anno precedente) e ai factory outlet (+10,4%).

GS1 Italy: più di 4 negozi su 10 nel non-food sono nei centri urbani
Marco Cuppini, research and communication director di GS1 Italy

"Dalla nuova edizione dell’Osservatorio Non Food di GS1 Italy, la ventunesima, emerge la fotografia di un’Italia del commercio non alimentare simile a un puzzle, composto di tanti differenti tasselli che si distribuiscono in modo diverso all’interno del territorio nazionale determinando una notevole e interessante biodiversità locale -spiega Marco Cuppini, research and communication director di GS1 Italy-. Le vie commerciali urbane sono le protagoniste al Sud e nelle isole, i centri commerciali si concentrano nelle regioni del Nord, i parchi commerciali predominano nel Nord Ovest insieme agli altri poli (come aeroporti e stazioni) rilevanti anche nel centro Italia, dove spicca ancora il commercio urbano periferico".

La mappa della rete di vendita urbana centrale vede predominare (vedi TABELLA 1) i centri urbani più piccoli, quelli sotto i 50.000 abitanti, dove si concentra la metà (49,4%) dei negozi non food esistenti in Italia. Un altro 30,5% si trova in città di medie dimensioni (tra 50.000 e 250.000 abitanti) e solo il 20,1% è situato nelle aree centrali delle grandi città, quelle con oltre 250.000 abitanti. Uno scenario consolidato e frutto di una lunga storia, ma che sta evolvendo per restare al passo con i tempi. Nel 2022 a perdere punti vendita sono stati principalmente i centri urbani più piccoli (-3,2%) e quelli medi (-1,9%), inoltre, a differenza degli anni precedenti, sono leggermente aumentati i negozi presenti nei comuni più grandi (+0,8%).

TABELLA 1

Ripartizione % dei punti vendita della distribuzione moderna non food in agglomerazione urbana centrale

Dimensione Comune (abitanti) Ripartizione pdv 2022 (%)
<50.000 49,4%
50.000-250.000 30,5
>250.000 20,1%
Totale Italia 100,0

Fonte: elaborazioni TradeLab per Osservatorio Non Food 2023 di GS1 Italy

Piccolo è bello anche nei centri commerciali

“Piccolo è bello” anche quando si analizzano i centri commerciali, visto che oltre la metà dei punti di vendita (57,7% del totale) è collocato all’interno di strutture con una superficie lorda inferiore ai 30.000 mq, confermando l’importanza dei piccoli contenitori nello scenario distributivo italiano. L’Osservatorio Non Food di GS1 Italy ha analizzato la distribuzione dei punti di vendita non alimentari nelle tre macro-aree del territorio nazionale delineando una situazione piuttosto differenziata:

TABELLA 2

Ripartizione % dei punti vendita della distribuzione moderna non food per macro-area geografica e tipologia di agglomerazione commerciale

 

Nord ovest Nord est Centro Sud isole Totale Italia
Commercio urbano centrale 38,1 41,4 43,7 50,2 43,7
Centro commerciale 43,5 42,5 33,3 36,2 38,2
Parco commerciale 8,1 7,1 6,2 4,7 6,4
Commercio urbano periferico 4,3 5,4 10,8 5,8 6,4
Factory outlet 4,4 3,1 4,3 2,4 3,5
Altro polo 1,7 0,5 1,7 0,6 1,1

Fonte: elaborazioni TradeLab per Osservatorio Non Food 2023 di GS1 Italy

Nel Sud e nelle Isole sono protagoniste le vie centrali urbane che concentrano oltre la metà di tutti i negozi non alimentari presenti nelle città meridionali (50,2% di incidenza sulla numerica totale). La loro offerta è piuttosto varia e frammentata ed è incentrata, in particolare, sui punti vendita delle catene di abbigliamento.

Nel Centro Italia è particolarmente sviluppato il commercio urbano periferico (10,8%), presente con intensità doppia rispetto a quella delle regioni del nord ovest, e caratterizzato da un’offerta frammentata, in cui hanno particolare peso mobili, elettronica e abbigliamento.

Nell’Italia settentrionale si riscontra una forte concentrazione di negozi nei centri commerciali, sia al nord-ovest (43,5%) sia al nord-est (42,5%), e nella loro evoluzione stanno integrando sempre più servizi per migliorare posizionamento e attrattività. I parchi commerciali sono leggermente più sviluppati nel nord ovest (8,1% dei punti di vendita) che al nord est (7,1%) e costruiscono la loro capacità di attrazione su grandi superfici specializzate in bricolage, mobili ed elettronica di consumo (52,0% della rete di vendita in Italia).

Il nord ovest registra anche la maggior concentrazione di negozi presenti in factory outlet (4,4%), grandi destinazioni per lo shopping dedicate soprattutto ai mondi abbigliamento, calzature e accessori (69,9% dei punti di vendita nei factory outlet in Italia), ma che stanno introducendo sempre più aree dedicate all’entertainment.

Gli altri poli commerciali (aeroporti e stazioni ferroviarie, in primis), che hanno un ruolo importante nel nord ovest e nelle regioni dell’Italia Centrale (entrambi 1,7% dei negozi non food), e per cui hanno un maggior peso le merceologie incentrate sui flussi di passaggio (come abbigliamento, edutainment, borse e accessori, profumeria), che costituiscono circa il 62,5% della rete di vendita in Italia.

(1) L’Osservatorio Non Food di GS1 Italy raccoglie informazioni su 13 comparti: abbigliamento e calzature, elettronica di consumo, mobili e arredamento, bricolage, articoli per lo sport, prodotti di profumeria, casalinghi, prodotti di automedicazione, edutainment, prodotti di ottica, tessile casa, cancelleria, giocattoli. L’Osservatorio viene aggiornato annualmente coinvolgendo partner riconosciuti come TradeLab per l’elaborazione dei risultati finali che si basano sui dati rilevati dalle più note e affidabili fonti informative (Istat, Circana Sita Ricerca, NielsenIQ, Gfk).

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