Identikit delle start-up fondate e guidate dalle donne in Italia

Sono 110 le start-up guidate da imprenditrici messe sotto la lente dall'apposito report di Cariplo Factory. Vediamo cosa dicono i risultati

Mentre attendiamo ancora che nella storia del nostro Paese una donna diventi Presidente della Repubblica, oppure Presidente del Consiglio, oppure ancora Ministro dell'economia, partiamo da qualche rilevante dato di contesto: in Italia lavora soltanto 1 donna su 2. Questo per un mix di ragioni, spesso ad "effetto cascata", che non staremo qui a ripercorrere ma che pure meriterebbero interventi e riflessioni continuative (stipendi più bassi, modello culturale che porta le donne a farsi carico maggiormente della vita familiare e così via).

La Banca d’Italia, peraltro, ha stimato che se l’occupazione femminile salisse al 60%, avremmo un aumento del Pil pari al 7% (una cifra vicina ai 130 miliardi di euro). Lato leadership, solo un’attività imprenditoriale su cinque ha una guida femminile e anche nelle più innovative start-up la situazione non sembra essere migliore, come delinea un report sul tema di Cariplo Factory che ha esaminato 110 start-up fondate o guidate da donne nei settori circular economy (18%), education e edtech (6%), food & beverage (2%), delivery & logistics (2%), entertainment (4%), healthcare (20%), digital platform (26%), fintech (2%).

Identikit delle start-up con leadership femminile in Italia

Dall’analisi emerge che il 16% delle start-up intervistate nasce da un business familiare. Il 74% delle start-up è stata invece fondata da due o più socie con una collocazione principalmente nel Nord Italia (64%) e ancora limitata al Sud e nelle isole (10%). Le start-up che fanno parte del campione oggi lavorano sia all’interno del mercato nazionale (60%), che oltre confine (32%) e solo per l’8% sul mercato locale. Il 77% del campione, poi, vuole consolidare o ampliare il proprio business in Europa, il 13% in Nord America e il 6% in Asia.

Dall’analisi emerge che il 18% delle società ha partecipato ad un programma di incubazione, il 36% di accelerazione e 28% ad entrambi, traendone grandi benefici. E anche se il 66% del campione ha già ricevuto un investimento, l’86% di queste start-up è sempre alla ricerca di un investitore che possa sostenere e finanziare la crescita, e il 40% dichiara di avere difficoltà a raccogliere investimenti. Lato ricerca fondi, inoltre, emerge anche che appena il 2% ha beneficiato di un finanziamento dedicato all’imprenditorialità al femminile.

Le imprenditrici intervistate hanno evidenziato anche difficoltà nella costruzione di un team qualificato (12%), fatica a trovare competenze manageriali (12%) o figure tecniche (18%) e problematiche legate al work-life balance (10%). Le imprenditrici intervistate per fronteggiare le difficoltà nel reperimento di risorse e fondi riescono comunque a far crescere il business spingendo per l’82% su attività di networking.

Tra i punti di forza del loro stile di leadership, secondo le intervistate, vi sono resilienza e determinazione (44%), visione strategica (24%), empatia e capacità relazionale (24%) e capacità di lavorare in team e fare squadra (4%). Il 60% crede e investe anche in percorsi di empowerment, welfare e formazione e per i propri dipendenti, quali flessibilità oraria (10%), formazione gratuita (68%), networking (6%), partecipazioni ad eventi (13%). Il fatto, infine, che il 44% delle start-up intervistate abbia già attivato programmi di tutela o riduzione dell’impatto sull’ambiente denota anche un orientamento lungimirante alla sostenibilità.

 

 

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