Il Paese è chiamato a cambiamenti strutturali

ECONOMIA & ANALISI – Improrogabile un riassetto istituzionale che semplifichi l'organizzazione dello Stato (da MARKUP 218)

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Non slogan, ma riforme. Torno sul tema per sottolinearne la necessità dal punto di vista strettamente economico. Premetto che attribuisco a riforma il senso di un cambiamento radicale di una relazione operante all'interno della cittadinanza o tra questa e lo Stato. Per esempio, l'adozione di costi e fabbisogni standard all'interno di uno Stato federale è una riforma. Ridurre, mediante legge, i tempi di pagamento tra imprese è un provvedimento rilevante senza essere una riforma. Ovviamente, queste distinzioni perentorie sono arbitrarie, ma danno il senso di quello che intendo: una riforma è significativa, cambia in modo durevole i rapporti, è difficile neutralizzarla con semplici leggi o provvedimenti.
La figura evidenzia le dinamiche di lungo termine di tre indici reali, calcolati per abitante: Pil potenziale, Pil "osservato" e consumi. C'è una diffusa e comprensibile preoccupazione riguardo agli ultimi due, mentre poco, se non tra gli addetti ai lavori, si ragiona del primo. Il Pil potenziale è una costruzione a tavolino: grosso modo, dice quanto un Paese può realizzare, al suo sforzo massimo, con il capitale, il lavoro e il contesto di regole e istituzioni di cui dispone, senza creare inflazione. Dobbiamo riconoscere che, seppure fantasiosa, questa idea di prodotto potenziale si correla molto bene, per di più su un periodo molto lungo, sia con il Pil sia con i consumi effettivamente osservati. Detto in altre parole, le determinanti sottostanti quell'idea contribuiscono a tracciare la traiettoria di lungo termine dell'economia. E perveniamo a una conclusione forse sgradevole eppure molto utile: per rilanciare Pil e consumi, a poco servono provvedimenti estemporanei mentre bisogna agire sulle determinanti strutturali. Il che ci riporta al tema delle riforme, nell'accezione radicale che proponevo.

Lavoro
Riformare per fare crescere la partecipazione al mondo del lavoro: nel breve periodo, perchè il Pil superi temporaneamente il suo potenziale, possiamo detassare i salari di produttività. Per invertire la tendenza negativa della linea blu in figura bisogna ridurre livello e progressività delle imposte sul reddito insieme a politiche di flessibilità, conciliazione casa-lavoro, equità di genere; solo così può crescere l'offerta di lavoro.

Produttività
Riformare per fare crescere la produttività: in Italia lavoriamo formalmente molto (il 14% in più dei tedeschi) e sostanzialmente male (con un prodotto medio per ora lavorata pari al 72% dei francesi). Siano detassati esclusivamente gli investimenti che generano esternalità positive come quelli in innovazione, non solo di prodotto: anche di organizzazione, processo e marketing. Le imprese facciano le imprese e l'amministrazione controlli in modo efficiente, cioè togliendo risorse alle imprese in misura inferiore ai benefici derivanti dalla deterrenza dei controlli (viceversa ci perdiamo).
Riformare per vivere (e magari produrre) in un contesto migliore: l'Italia è il paese del capitale sociale disperso; bisogna aumentare lo stock di risorse fiduciarie di cui dispongono individui e organizzazioni e renderlo realmente fruibile. È improrogabile un riassetto istituzionale che semplifichi l'organizzazione dello Stato, riduca i livelli di Governo, redistribuisca le competenze e le risorse tra centro e periferia; una struttura di rappresentanza più snella rende la politica più comprensibile e trasparente, accresce la partecipazione e comprime gli spazi per l'intermediazione inefficiente.
È chiaro che i capitoli delle riforme sono collegati. Se lo Stato fa meno e meglio, meno imposte saranno richieste. Se si produce di più lavorando meglio, cresce il benessere e si riduce la domanda privata di protezione pubblica. Se ci sono più risorse più gente sarà invogliata a lavorare. Insomma, si azionerebbe quel circuito, non dico virtuoso ma per lo meno soddisfacente. Senza riforme non accadrà.

Allegati

218_Cambiamenti_Strutturali

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