Intelligenza artificiale utile all’eCommerce, ma con policy e formazione

Il gap di competenze amplifica i rischi di egemonia delle big tech, mentre le norme devono stringersi intorno all’argomento specifico

Nell'ambito dell'indagine conoscitiva su opportunità e rischi per il sistema produttivo italiano con l’avvento dell’intelligenza artificiale, la X Commissione - Attività produttive della Camera ha ascoltato Federmanager, Datapizza, I-Com (Stefano Da Empoli, presidente dell’Istituto per la competitività); Aicel (Associazione italiana commercio elettronico), Dino Pedreschi, ordinario di informatica all’Università di Pisa e Douglas Sivieri, presidente di ITCore.

Aicel, che rappresenta in Italia la categoria dei venditori online, ha portato l’attenzione nel corso dell’intervento sul “Ruolo dell’intelligenza artificiale nel contesto dell’eCommerce”. L’attuale ambito giuridico dei contesti digitali, fra i quali il Digital Services Act e il Digital Markets Act, non è sufficiente. Aicel ritiene essenziale la conclusione dell’iter normativo dell’Ia Act: gli operatori necessitano di una politica di orientamento concreta e applicabile fin da subito. Oltre che alla gestione di vantaggi più o meno elevati, la situazione “è collegata alla tutela dei diritti fondamentali delle persone fisiche, alla loro fiducia al loro rispetto - ha sottolineato Manuela Borgese, vicepresidente di Aicel - ed è quindi fondamentale prevedere a livello normativo meccanismi di integrazione e di coerenza, a presidio dei merchant, per la pianificazione digitale del canale di vendita integrato ai sistemi di intelligenza artificiale”.

Rischio di gap di competenze nel settore

Il rischio è la compromissione della competitività e della libera concorrenza perché le Big tech e i colossi dell’eCommerce hanno mezzi, competenze e strumenti per puntare al monopolio dei dati e quindi del potere e della ricchezza. Forse il rischio maggiore verte sull'aggiornamento professionale. La maggiore automazione dei processi potrebbe certamente compromettere l’inquadramento di alcune figure lavorative tradizionali. Contemporaneamente, l’Ia sta creando nuove opportunità ed esigenze e generando opportunità per nuovi ruoli professionali. Pertanto, il rischio concreto sarà il gap di competenze nel settore. Stando agli ultimi risultati Desi (Digital Economy and Society Index), la bassa competenza degli italiani impedirà di cogliere le nuove sfide al meglio. A questo proposito Aicel ritiene indispensabile prevedere dei percorsi formativi in modo da prevenire le nuove esigenze del mercato.

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