Grazie a campagna vaccinale e green pass gli italiani oggi si sentono, a maggioranza, più sicuri a rientrare in ufficio, ad andare al ristorante, a vedere uno spettacolo dal vivo e viaggiare. Al contempo, però, è forte la preoccupazione per l’aumento dei prezzi al consumo, con relative ripercussioni su capacità di spesa e intenzioni d'acquisto dei beni (diverso il discorso per le esperienze).
Questo il quadro delineato dal Deloitte State of the Consumer Tracker, osservatorio mensile che coinvolge un panel di 22.000 consumatori in 22 Paesi nel mondo.
Risparmi e timori
Il 69% degli italiani teme un rialzo nei prossimi mesi. Si tratta di un timore condiviso dalla maggior parte dei paesi coinvolti nell’analisi, con percentuali anche superiori a quelle del nostro Paese. La preoccupazione principale riguarda i propri risparmi (54% vs 34% ad inizio settembre), seguita dall’ipotesi di non poter fare acquisti importanti per lungo tempo (52% vs 39%) e dall’idea di non essere in grado di rispettare i pagamenti e indebitarsi (37% vs 24%). Più di 4 italiani su 10, non a caso, rimanderanno l’acquisto di una nuova auto.
Secondo il 50% degli intervistati, in particolare, i prezzi di grocery e casalinghi sono aumentati molto (54% secondo la media globale), così come il prezzo di alcolici e tabacco (42% vs 40% di media globale), abbigliamento (42% vs 40% di media globale) e ristoranti (50% vs 46% di media globale).
Senso di sicurezza e desiderata
A fare da contraltare positivo è la percezione di sicurezza che gli italiani provano nei confronti delle attività quotidiane, cresciuta negli scorsi mesi e rimasta stabile anche dopo l’estate, in alcuni casi con percentuali più alte che in altri Paesi. In generale, ci si sente sicuri a recarsi in negozio (65% vs 70%), andare al ristorante (64% vs 59%), recarsi al lavoro (54% vs 63%) e interagire con personale di servizio (57% vs 53%). L’aumento più alto, di ben dieci punti percentuali, si è verificato per la percezione di sicurezza legata ad eventi live: il 39% dei consumatori si sente sicuro a recarsi in teatro, al cinema, ai concerti o ad eventi sportivi.
Questo rinnovato senso di sicurezza è in linea con il desiderio dei consumatori di ricercare più esperienze dal vivo (59%) rispetto alle esperienze mediate dai digital device, come si è verificato degli ultimi 12 mesi. È alta anche la preferenza a spendere per esperienze (56%) in contrasto con l’acquisto di oggetti fisici (44%).
Nelle prossime quattro settimane le spese degli italiani saranno in particolare concentrate su alcune attività meno discrezionali, soprattutto legate al mondo del leisure: il 92% spenderà per abbonamenti telefonici e servizi di streaming, l’85% per ristoranti, il 78% per attività ricreative ed intrattenimento, il 75% per abbigliamento e calzature, il 43% per viaggi di piacere.
"La percezione dell’aumento dei prezzi è reale e potrebbe impattare notevolmente sui consumi nei prossimi mesi. Gli italiani sono particolarmente preoccupati per le questioni di natura economica e, nonostante il desiderio di riprendere la vita normale ed aumentare la socialità, si evitano i grandi acquisti ed il livello dei risparmi rimane alto. Ci sarà sicuramente una revisione delle priorità che si rifletterà nella vita quotidiana e nella scelta di come e quanto spendere”, commenta Andrea Laurenza, consumer industry leader di Deloitte.