Ruggero Lenti, Presidente di Assica
La filiera suinicola sta affrontando parecchi problemi, fra cui l'aumento dei costi della materia prima, l’export che frena, la difficoltà dei consumi interni

Dal tavolo di filiera suinicola tenutosi al Masaf, il ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, presenti tutti i principali attori della filiera suinicola nazionale, sono emerse con chiarezza le difficoltà che colpiscono le varie fasi della produzione di carne suina e salumi nazionali: aumento dei costi della materia prima nazionale ed estera (anche oltre il 30% rispetto al primo trimestre 2022), rallentamento dell’export, difficoltà dei consumi interni, presenza della peste suina africana, elevati costi di produzione e conseguente riduzione dei margini operativi, sono le principali criticità che le aziende del settore devono affrontare quotidianamente. Come detto da Patrizio Giacomo La Pietra, sottosegretario, che ha convocato e coordinato i lavori, gli aumenti dei prezzi finali non hanno compensato l’impennata dei costi di produzione e questo rischia di compromettere la tenuta della filiera.

In più, un insieme di fattori esogeni che comprendono gli effetti del conflitto russo-ucraino, la siccità, e un quadro legislativo e mediatico sempre più ostile nei confronti della carne, aggravano le criticità indicate. Sullo sfondo di questa precarietà di cui le imprese di ogni anello della filiera avvertono peso e incombente incertezza, l’attenzione da parte del Ministero è particolarmente apprezzata, come risposta alle richieste che la filiera porta avanti dal marzo 2022, quando, dopo la comparsa della peste suina africana sul territorio continentale e la registrazione dei primi danni ingenti all’export, apparve immediatamente chiaro a tutti che ci si avviava verso un periodo complesso.

Voglio ringraziare il ministro Francesco Lollobrigida e il sottosegretario Patrizio Giacomo La Pietra per aver dato attenzione e risposta alla nostra richiesta di convocazione del tavolo della filiera suinicola -commenta Ruggero Lenti, Presidente di Assica-. Siamo consapevoli che la situazione è complessa; sul fronte dei costi della materia prima abbiamo raggiunto prezzi mai visti sia sul mercato italiano, sia su quelli dei nostri partner comunitari a cui dobbiamo far ricorso perché la carne italiana non è sufficiente. Costi molto più alti di quelli del 2019, anno dell’esplosione della peste suina africana in Cina, con incrementi anche del 60% rispetto ai picchi raggiunti in quell’anno e con costi accessori notevolmente più elevati di quelli del 2019. Non ci aspettiamo che il governo abbia la bacchetta magica per proiettarci improvvisamente in condizioni migliori. Siamo però convinti che si sia imboccata la strada giusta per uscire in modo coeso, compatto e concreto da una palude di criticità in cui la filiera rischia di rimanere impantanata”.

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