La transizione energetica e circolare nel retail specializzato

transizione energetica
Occuparsi di transizione energetica oggi è fondamentale per le insegne con l’obiettivo di favorire e diffonderne i benefici

Il mondo intero, l’Unione Europea e i suoi Stati Membri si trovano oggi ad affrontare sfide senza precedenti che richiedono un'immediata transizione energetica. I cambiamenti in atto stanno modificando le società e gli stili di vita, aprendo spazi di incertezza e stimolando nuovi bisogni, a partire dalla tutela dell’ambiente. A livello normativo-regolamentare, dal 2015, la Commissione Europea ha posto una crescente attenzione verso la previsione di interventi e il lancio di grandi programmi di spesa pubblica finalizzati a favorire la transizione sostenibile e l’adozione del paradigma dell’economia circolare. Anche a livello italiano, la transizione energetica è una priorità delle istituzioni.

Occuparsi di transizione energetica

Sono diverse le motivazioni che rendono prioritario per le imprese occuparsi di transizione energetica. Ad esempio, tra il 2015 e il 2020, gli italiani che reputano il termine sostenibilità un tema molto sentito sono cresciuti di circa il 14%, raggiungendo il 62%. Allo stesso tempo, è calato il numero di cittadini che la reputano una moda, passando al 29% nel 2020 vs. 40% al 2015. Aumenta anche il senso di dovere e di responsabilità sociale di ogni impresa, anche a livello di governance. Oggi gli stakeholder valutano un’azienda concentrandosi prevalentemente sui valori, piuttosto che sul prodotto. Questo significa che la sostenibilità, di fatto, è diventata un fattore competitivo per le aziende e “fa bene al conto economico”.
Un’analisi realizzata da Istat sulle aziende italiane rivela che esiste una correlazione positiva e incrementale tra il livello di sostenibilità di un’impresa e la sua produttività. In altre parole, le aziende più sostenibili sono anche più produttive: il premio di produttività per le aziende altamente sostenibili è pari al 10,2%, contro il 4,5% per le imprese lievemente sostenibili. Secondo la survey agli investitori istituzionali realizzata da The European House - Ambrosetti nell’ambito dell’Osservatorio sull’Eccellenza dei Sistemi di Governo in Italia, nell’85% dei casi l’esistenza di parametri di sostenibilità misurabili pesa nelle scelte di investimento in una società.

Declinare la sostenibilità

Nell’ambito di questa transizione energetica, il retail specializzato svolge un ruolo fondamentale in quanto rappresenta il punto di cerniera tra produzione e consumo e si prefigura, quindi, come elemento imprescindibile per favorire e diffondere i benefici derivanti dall’implementazione di modelli di sostenibilità ed economia circolare. Rappresenta, infatti, l’anello finale di congiunzione con i consumatori e si interfaccia a monte con produttori e addetti alla logistica, avendo quindi una visione d’insieme dell’intero processo.
Il contributo del retail specializzato in chiave sostenibile e circolare si declina in due dimensioni: il riuso diretto di beni usati e la riparazione e la manutenzione (ricondizionamento) dei prodotti, con l’obiettivo finale di favorire l’utilizzo di materie prime seconde e i prodotti second hand.
In questo contesto, la Community Retail 5.0, intesa come la piattaforma di confronto costruttivo e permanente multistakeholder dedicata alla valorizzazione e all’ottimizzazione della filiera del retail specializzato, ha approfondito nel dettaglio le 5 dimensioni su cui si articola il contributo del retail specializzato in tema di sostenibilità e transizione energetica: si tratta dell’utilizzo efficiente delle risorse, di una corretta gestione e smaltimento dei rifiuti a partire da quelli elettronici, del monitoraggio della filiera della fornitura, dell’efficienza energetica e della circolarità, spiegati nel box a fianco.

Interventi di valorizzazione

Complessivamente, portando a sintesi il ruolo trasversale del retail specializzato nel raggiungimento di uno sviluppo sostenibile, la Community Retail 5.0 ha evidenziato che la filiera del retail specializzato ha un impatto, diretto o indiretto, su 8 dei 17 obiettivi e 38 dei 169 target relativi allo sviluppo sostenibile secondo l’Agenda 2030 delle Nazioni Unite.
Per dispiegare il pieno potenziale della filiera del retail specializzato a beneficio della transizione energetica e della sostenibilità ambientale, la Community Retail 5.0 ha definito alcuni interventi a livello nazionale che possano valorizzare i fattori acceleratori per una crescita sostenibile della filiera. In particolare, è stato suggerito di elaborare una strategia multilivello di comunicazione e di sensibilizzazione, condivisa da tutta la filiera estesa del retail specializzato verso l’opinione pubblica e verso i consumatori finali. Allo stesso tempo, è auspicabile la creazione di una collaborazione trasversale tra tutti gli attori della filiera estesa, anche con la firma congiunta di patti tra i diversi operatori.
Sarebbe anche positivo sia avviare percorsi di formazione dedicati sul tema della sostenibilità lungo tutto il retail specializzato, sia ipotizzare un sistema di coinvestimento pubblico-privato per incentivare investimenti dei privati verso la transizione energetica.

Infine, sono da considerare pratiche win-win sia l’introduzione di bonus ad hoc per favorire il posizionamento dei punti di vendita del retail specializzato come luoghi nevralgici per realizzare lo sviluppo sostenibile, sia la possibilità di incentivare investimenti privati per la realizzazione di spazi commerciali recuperando aree dismesse, come alternativa sostenibile rispetto al consumo di suolo.

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