Le 30 top Pmi 2019 del settore chimica-farmaceutica

Le migliori piccole e medie imprese del settore ed il ranking anche per tipo di attività: dalla chimica di base alla farmaceutica, alla cosmetica

Grazie all’analisi dei bilanci aziendali degli anni 2012-2018, il Centro Studi di ItalyPost, con il contributo del Gruppo Crédit Agricole e di auxiell su dati Aida-BVD, ha elaborato la classifica delle 30 top Pmi, tra i 20 e i 500 milioni di euro di fatturato, nel settore della chimica e farmaceutica nazionale.
Le prime 3 aziende, nella sottocategoria ‘chimica di base e specialistica’ sono: Esseco Group, Eigenmann & Veronelli, Reagens. La top 3, nella farmaceutica, nutraceutica e integrazione alimentare è rappresentata da: Olon, I D B Holding, Abiogen Pharma. Prime 3 classificate, nell’area cosmetica e cura della persona sono: Mirato, Davines, Art Cosmetics.

Il valore globale della produzione del settore, pari a 87,7 mld di euro nel 2018, è ripartito fra chimica (55,7 mld) e farmaceutica (32 mld) e assomma un export totale dei due comparti pari a 56,8 mld a fronte di 65,7 mld di importazioni, con un saldo negativo della bilancia commerciale per 8,9 mld. Negli ultimi 4 anni il segmento ha guidato la ripresa generalizzata del manifatturiero con una crescita di oltre 10 punti, con un effetto di trasmissione dell’impulso espansivo a molti comparti industriali.

L’aggregato delle 30 imprese esaminate presenta un Cagr 2012-2018 del 9,8%, pari ad un incremento assoluto del 75% del fatturato (quasi un raddoppio) a fronte di un tasso di crescita annuo composto medio del comparto del 1,8%, un Ebitda medio degli ultimi tre esercizi del 20,3%, e a un indice di indebitamento (leverage) dell’1,79, assieme ad un rapporto Pfn/Ebitda medio pari a -0,11, che stanno ad indicare assetto patrimoniale e finanziario di estrema solidità ed autonomia.

Quanto alla distribuzione territoriale delle 30 imprese, a dominare il raking è la Lombardia, che ne ospita la metà. Le altre regioni presenti nella classifica, come il Veneto e il Piemonte, raggiungono al massimo una percentuale del 10% (tre imprese), poco sopra a regioni come Emilia Romagna, Lazio e Toscana con 2 imprese top ciascuna. A livello provinciale la concentrazione delle imprese top è ancora più netta. Ai vertici della classifica ci sono solo due province: Milano con 8 e Bergamo con 5 imprese.

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