L’economia riparte trainata dalle start up

ECONOMIA & ANALISI – Oltre 200 le aziende selezionate per la rassegna delle nuove iniziative tenutasi al Sole 24 Ore. L'intervista a Stefano Firpo permette di illustrare la normativa e il futuro delle startup (da MARKUP 221)

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Il miglioramento dell'economia italiana passa per il rilancio delle start up. Basterebbe la grande affluenza registrata alla Fiera-convegno tenutasi nella sede del Sole 24Ore a Milano il 17 giugno per capire che l'interesse verso questo tema non è solo dettato dall'urgenza di rianimare l''economia, ma anche dalla necessità di aprire un canale più fluido in materia di innovazione.
Il problema principale di una startup è come sempre il finanziamento: "Le banche non fanno molto in questo senso" ha ricordato Carlo Bassi, amministratore delegato BacktoWork24, una startup (oggi fa parte di Gruppo 24 Ore) che oggi riunisce 820 manager per un capitale investito di 140 milioni.
Eppure, l'investimento medio per una nuova società non sembra impossibile: "va da 90.000 a 120.000 euro - precisa Tomaso Marzotto Caotorta, segretario generale Iban -ma solo 4-5 progetti su 100 passano il vaglio dei finanziatori".
Dopo quello del liquido, viene il problema dell'idea: Stefano Nicolai, che insegna Innovation management all'Università di Pavia, e Carlo Daveri, fondatore e presidente di DVR Capital, hanno ricordato che l'aspirante startupper deve presentarsi a un finanziatore con idee chiare (non necessariamente tante), e concrete, e non sogni o passioni irrealizzabili. E soprattutto mai raccontare bugie (ci sia permesso dire che non siamo molto d'accordo: va bene la concretezza, ma la Apple è nata dal sogno di Steve Jobs, e le grandi imprese -grandi non nel senso dimensionale - sono tutte in origine anche grandi passioni).
In merito al decreto abbiamo approfondito il discorso con Stefano Firpo, 39 anni, laureato in Scienze Politiche all'Università di Torino,  specializzazione post lauream in Economia Internazionale presso la London School of Economics, ed esperienze in Banca Centrale Europea e Gruppo Intesa Sanpaolo.

■ Dott. Firpo, qual è la definizione di "startup innovative"?
La normativa si riferisce esplicitamente alle "startup innovative" per evidenziare che il target non include qualsiasi nuova impresa ma è incentrato su quelle il cui business è chiaramente legato all'innovazione e alla tecnologia. Per beneficiare delle misure di sostegno, la startup deve presentare le seguenti caratteristiche:
(a) avere la sede principale in Italia;
(b) essere operativa da meno di quattro anni;
(c) avere meno di 5 milioni di euro di fatturato;
(d) la maggioranza delle quote o azioni rappresentative del capitale sociale e dei diritti di voto nell'Assemblea ordinaria dei soci deve essere detenuta da persone fisiche almeno per i primi 24 mesi di operatività;
(e) non deve distribuire utili;
(f) deve avere come business esclusivo o prevalente l'innovazione tecnologica.

■ C'è anche un registro delle startup?
Sì, le Camere di commercio hanno istituito un'apposita sezione speciale del registro delle imprese per le startup innovative che, al 17 giugno 2013, sono già 880, delle quali 166 localizzate in Lombardia, 104 in Emilia-Romagna e 91 in Veneto. Nessuna ha dovuto pagare gli oneri di costituzione e registrazione presso le Camere di Commercio.

■ Per quanto riguarda gli incubatori sono anche loro certificati?
Le Camere di Commercio, con il coordinamento del Ministero dello Sviluppo Economico, hanno redatto il modulo di domanda in formato elettronico con il quale gli incubatori di startup innovative potranno autocertificarsi ed essere iscritti nell'apposita sezione speciale del Registro delle imprese. Anche per gli incubatori non sono previsti oneri di costituzione e registrazione presso le Camere di Commercio.

■ Lei ha parlato anche di una speciale attenzione sulla disciplina sul lavoro.
Per le startup è prevista una disciplina in materia di lavoro a tempo determinato più flessibile rispetto alle altre imprese, allo scopo di favorire l'incremento dell'occupazione. La startup potrà assumere personale con contratti a tempo determinato della durata minima di 6 mesi e massima di 36 mesi. All'interno di questo arco temporale, i contratti potranno essere anche di breve durata e rinnovati più volte. Dopo 36 mesi, il contratto potrà essere ulteriormente rinnovato una sola volta, per un massimo di altri 12 mesi, e quindi fino ad arrivare complessivamente a 48 mesi. Dopo questo periodo, il collaboratore potrà continuare a lavorare in startup solo con un contratto a tempo indeterminato.
Le startup e gli incubatori, rispetto alle altre imprese avranno il vantaggio di poter utilizzare il credito di imposta anche per personale assunto con contratto di apprendistato, non saranno assoggettate alle regole sui controlli da parte di un revisore contabile, godranno di modalità di presentazione della domanda semplificate. Il decreto attuativo del Ministero Econonomia e Finanza (MEF), di concerto con il Ministero dello Sviluppo Economico (MISE), ha già ricevuto l'autorizzazione della Commissione Europea e nelle prossime settimane dovrebbe diventare effettivo.
La startup e l'incubatore certificato possono remunerare i propri collaboratori con stock option, e i fornitori di servizi esterni - per esempio avvocati e commercialisti - attraverso il work for equity, usufruendo di un regime fiscale e contributivo vantaggioso.

■ Quale sarà la funzione del Fondo Centrale di Garanzia?
Il decreto del 26 aprile del MISE, di concerto con il MEF, individua le modalità e i criteri semplificati di accesso all'intervento del Fondo Centrale di Garanzia in favore delle startup innovative e degli incubatori certificati. Con questo provvedimento, la garanzia del fondo sui finanziamenti bancari sarà concessa a titolo gratuito alle startup innovative e agli incubatori certificati.
La garanzia potrà coprire fino all'80% del credito ottenuto e sarà concessa sulla base di criteri di accesso estremamente semplificati.
Il decreto fissa, infine, in 2,5 milioni di euro l'importo massimo garantito per ogni startup o incubatore e assegna alle richieste di garanzia riferite a queste due tipologie d'impresa priorità nell'istruttoria e nella presentazione al Fondo.

■ Sono previsti incentivi fiscali sugli investimenti?
Una delle misure più interessanti a favore delle startup innovative, che a breve troveranno attuazione, sono proprio le agevolazioni fiscali: ai soggetti IRPEF e IRES che investono in startup, è consentita la detrazione e la deduzione, con ammontare correlato all'investimento. L'efficacia di tali agevolazioni è subordinata all'autorizzazione della Commissione Europea che nelle prossime settimane dovrà analizzare lo schema di decreto del Ministro dell'Economia e delle Finanze, concertato con il Ministro dello Sviluppo Economico, che individua le modalità di attuazione di tali incentivi.

■ Ci può spiegare cosa s'intende per "Crowdfunding"
Il crowdfunding è la raccolta di capitale di rischio da parte delle imprese startup innovative attraverso portali online. Consob ha indetto una consultazione via web sul nuovo regolamento che si è chiusa il 30 aprile. È attesa per le prossime settimane la pubblicazione della disciplina regolamentare definitiva.

■ Sono previste misure di sostegno per l'internazionalizzazione?
Le startup possono usufruire dell'assistenza dell'ICE-Agenzia. Il sostegno include l'assistenza in materia normativa, societaria, fiscale, immobiliare, contrattualistica e creditizia, l'ospitalità a titolo gratuito alle principali fiere e manifestazioni internazionali, e l'attività volta a favorire l'incontro delle startup innovative con investitori potenziali.

■ Un altro nodo riguardo le startup erano i costi della procedura fallimentare.
Sono già entrate in vigore le procedure per rendere più rapido e meno gravoso il procedimento liquidatorio che si mette in moto nel caso in cui la startup non riesca a decollare. Con questa misura l'imprenditore affronta più agevolmente il procedimento liquidatorio e si evita il rischio che resti "marchiato" per sempre come "qualcuno che ha fallito". ■

Allegati

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