L’Ue verso l’obbligo di pagamento in 30 giorni. Preoccupazione dai distributori

Federdistribuzione:
Carlo Alberto Buttarelli, Presidente di Federdistribuzione
Buttarelli (Federdistribuzione): “Intento nobile, ma la formulazione è sbagliata e avrà effetti devastanti sul tessuto economico-sociale”

“Una normativa mossa da buone intenzioni, che rischia tuttavia di avere un impatto devastante sul nostro settore e non solo”. Così Carlo Alberto Buttarelli, presidente di Federdistribuzione, commenta la proposta di Regolamento europeo sui ritardi di pagamento.

La mancanza di flessibilità

Un provvedimento che prevede come termine di pagamento nei rapporti B2B 30 giorni, senza possibilità di negoziazione delle parti. Anche se saranno possibili accordi settoriali e commissioni di compensazione automatiche, che – nelle intenzioni della Commissione – rafforzeranno in maniera decisiva la capacità di investimento delle micro e Pmi.

“L’intento di tutelare le imprese di dimensioni ridotte, tradizionalmente più deboli in fase di contrattazione, è nobile, ma con termini rigidi si rischia un impatto sociale devastante”, aggiunge. “Per altro, inizialmente Bruxelles si era orientata verso una Direttiva, norma che richiede norme di recepimento nei singoli Stati, con spazi di flessibilità per i vari contesti. Invece poi si è virato verso la strada del Regolamento, che – una volta approvato – diventa di immediata e omogenea attuazione”.

A lanciare l’allarme sul tema è anche un articolo del Financial Times, che raccoglie il grido d’allarme dei retailer europei, secondo i quali il risultato di questa misura, se verrà approvata secondo lo schema fin qui emerso, sarà un innalzamento dei prezzi finali, un vero e proprio spauracchio in un contesto come quello attuale caratterizzato proprio dal contrasto all’inflazione.

Verso un aumento dei prezzi

Kingfisher, gruppo britannico proprietario tra gli altri del brand di articoli per la casa B&Q e dei negozi europei di bricolage Castorama e Brico Dépôt, ha affermato che il limite di 30 giorni proposto dalla Commissione europea costringerà l’azienda ad aumentare i prezzi per “generare abbastanza liquidità e poter così pagare i fornitori in tempo”.

I rivenditori di settori come l’abbigliamento e i mobili preferiscono negoziare termini più lunghi con i fornitori, consentendo loro di dilazionare i pagamenti nel tempo.

Christel Delberghe, direttore generale di Euro Commerce, spiega al giornale della City: “Siamo estremamente preoccupati. Ad esempio, se sei una piccola boutique di abbigliamento, acquisti la stagione in anticipo e di solito paghi il tuo fornitore per un certo periodo mentre la vendi. Non hai le risorse per acquistare le azioni in anticipo. Questo non sarà più possibile”.

Le proposte, ancora da negoziare con il Parlamento europeo e gli Stati membri, fanno parte di un più ampio pacchetto di misure di sostegno alle piccole e medie imprese annunciato da Paolo Gentiloni, commissario Ue all'Economia, e Thierry Breton, commissario al Mercato interno, all'inizio di questo mese.

“Preoccupa anche il tempismo: una misura di questo impatto non può essere varata sul finale della legislatura: speriamo in un ripensamento”, conclude Buttarelli.

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