L’utilizzo dell’Ai nella creatività per il marketing

L’intelligenza artificiale generativa è uno strumento dalle enormi potenzialità se usata sapientemente. L’esperienza di Robilant Associati con Midjourney

L’intelligenza artificiale generativa sta producendo un cambiamento senza precedenti. La modalità “prompt” che permette di chiedere potenzialmente qualsiasi elaborazione originale in termini di testo o grafica semplicemente formulando una richiesta scritta, apre prospettive ancora da comprendere fino in fondo.
Sistemi di Ai generativa come Midjourney sono già utilizzati a vari livelli ma forse si sta scoprendo che il loro utilizzo migliore non è in sostituzione della creatività umana ma quanto amplificatore della stessa. Mark Up ha incontrato Tommaso Mezzavilla, executive digital creative director di Robilant Associati.

Tommaso Mezzavilla, executive digital creative director di Robilant Associati

Qual è stato il vostro primo approccio con un sistema di Ai generativa?
La prima volta che abbiamo utilizzato l’AI è stato per realizzare gli auguri di Natale 2022 di Robilant Associati con Midjourney. Quello di cui ci occupiamo è reinventare le marche, per questo l’idea era di creare tante interpretazioni di Babbo Natale, associate al claim: “Even Christmas can be reinvented. Best wishes from Robilant!”. Già dai primi tentativi ci è stato chiaro come scrivere prompt di effetto. Ci è bastato scegliere le parole con un pizzico di buon senso per ottenere immagini davvero straordinarie. Eppure, ci è stato altrettanto chiaro fin da subito che a fronte di prompt estremamente scarni i risultati erano di un livello molto alto. Forse, fin troppo.

Conoscendo meglio lo strumento cosa avete riscontrato?
Nei lavori successivi abbiamo usato l'intelligenza artificiale per ispirarci: a volte le immagini erano più realistiche e accademiche, spesso, però, assolutamente non convenzionali ed inaspettate. Quando abbiamo provato ad ottenere un risultato preciso, ed usare quindi l’AI come un mero esecutore, anche a fronte di prompt formulati molto accuratamente, abbiamo ottenuto immagini sempre lontane dalle nostre aspettative. Ciò che abbiamo trovato interessante è stato quindi l’utilizzo dell'intelligenza artificiale all'inizio del processo creativo per ottenere ispirazioni, piuttosto del suo uso come strumento esecutivo. Quando usata liberamente, l'Ai ha stimolato la nostra libertà immaginativa e ci ha permesso di infrangere regole ed esplorare possibilità creative che probabilmente non avremmo raggiunto altrimenti. L'intelligenza artificiale, non ha indebolito le nostre capacità, ma anzi ci ha aiutato ad abbandonare la pigrizia culturale (forse meglio: mentale) che ci porta a ricercare idee razionali e rassicuranti, e ha spinto ad osare abbandonando le nostre “confort zone”.

Ma in un mondo in cui l'intelligenza artificiale ci rende tutti grandi creativi capaci di produrre un'enorme quantità di immagini, tutte belle e in poco tempo, come sarà possibile fare la differenza?
Per trovare una risposta, abbiamo osservato alcuni esempi di persone che si sono distinte nell’utilizzo dell’AI. Doopiidoo, artista pioniere nell’utilizzo dell’Al, mette al centro del processo creativo l’interazione tra la creatività umana e i contenuti generati dall’intelligenza artificiale. Inizia con prompt o stimoli basati su testo, interpretati dagli algoritmi dell'intelligenza artificiale per generare immagini. Queste immagini fungono da base per lo sviluppo della visione artistica di Doopiidoo, che poi le manipola ulteriormente combinandole con elementi artistici personali, come composizione, colore e tema. Il risultato è una rappresentazione visivamente affascinante della convergenza tra la creatività umana e quella della macchina.
O ancora Silvia Badalotti, fotografa dal 1995 nel mondo della comunicazione. Grazie all'A.I. sta attirando sempre più attenzione per l'unicità delle sue creazioni in cui mescola le sue foto con contenuti generati dall’AI creando immagini uniche, separate da spazio e tempo.

Ma cos’hanno in comune queste persone?
Non sono solo professionisti, sono artisti, persone con un importante bagaglio culturale che hanno sviluppato la propria unicità creativa e che vedono l'intelligenza artificiale come un nuovo strumento che può aiutarli ad esprimersi in una nuova forma. Quindi, a fare la differenza d’ora in poi, sarà la nostra cultura e la nostra capacità di immaginazione. Abbiamo bisogno di immaginare in un modo completamente diverso.

Cambia quindi l’approccio alla creatività?
L’ai, un’intelligenza super razionale e inarrivabile, ci solleva quindi dal compito di mettere il cervello al centro del nostro pensiero creativo per darci la possibilità e lo spazio di seguire il nostro lato istintivo, la nostra pancia, il nostro cuore. I Bluvertigo nel testo di 'Altre Forme di Vita' scrivevano: “…è facile da realizzare, esiste tutto ciò che io non riesco ancora a immaginare”. Questo è esattamente ciò che l'A.I. ci incoraggia a fare: riflettere sulla nostra intelligenza e liberarla dai nostri limiti mentali e dalle nostre barriere culturali, portandoci al di là dei confini della nostra immaginazione, recuperando la nostra libertà di sognare. Quindi, non ci resta che chiederci: siamo pronti o spaventati nell'immaginare con libertà, e seguire il nostro istinto?

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