Non è un paese per giovani

Bertelsmann

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Il recente rapporto della Fondazione Bertelsmann pubblicato in Italia in esclusiva da La Stampa svela un'Italia che presta insufficiente attenzione ai bisogni delle famiglie, dei giovani, della natalità (bassa) e della presenza delle donne sul lavoro, anche se vi sono alcuni segnali positivi individuati in particolare nel Job Act e nelle misure fiscali più favorevoli alle aziende decise dal governo Renzi. I problemi del sociale, sempre secondo il Rapporto, sarebbero strettamente connessi alla scarsa efficienza del sistema politico: l'Italia si piazza al 32esimo posto tra i 41 Paesi Ocse, anche se siamo i 23esimi nella classifica della democrazia e 25esimi per la governance, intesa come efficacia e trasparenza dell'azione di governo. Il Rapporto Bertelsmann sintetizza questi punteggi relativi in un voto del 5,35 per l'efficienza del sistema politico, del 7,23 per la democrazia e del 6,16 per la qualità della governance, in una scala da 0 a 10 dove i punteggi più alti attribuiti dal Rapporto non superano un totale di 8, conquistato dalla Svezia.

Non tutto nero però il quadro offerto da Bertelsmann. L'Italia ha recuperato posizioni rispetto al passato, e l'azione del governo Renzi viene valutata positivamente, anche se senza triionfalismi. Inoltre, navighiamo in acque simili a quelle degli altri Paesi del G7, tutti abbastanza mal piazzati nel panorama Ocse. Fanno eccezione Germania e Regno Unito, al sesto e nono posto, mentre nelle prime posizioni ci sono appunto Svezia, Danimarca e Norvegia, poi Svizzera e Finlandia. Davanti a noi ci sono anche Spagna, Irlanda, Lituania, Estonia e Portogallo, per esempio, ma gli Stati Uniti conquistano solo il 26esimo posto, mentre ultima dopo il Messico è la Grecia.

Renzi avrebbe fatto bene, secondo il Rapporto Bertelsmann, a promuovere politiche mirate a favorire contratti di lavoro più flessibili ma anche meno precari e più a lungo termine, a concedere agevolazioni fiscali alle imprese e ai redditi bassi, stimolando così un'economia che solo nel 2015 finalmente aveva ricominciato a crescere. Addirittura, rispetto al fisco, l'Italia sarebbe "il Paese che si è mosso di più e meglio fra i 41 dell'Ocse".

Gli indicatori problematici da tenere sotto controllo purtroppo non mancano: un indice di povertà del 12,7%, alto se confrontato con quello di altri Paesi; il debito pubblico al 132,6%,  poi la politica familiare e delle pensioni, incapace di sostenere la natalità, il lavoro femminile e il futuro dei giovani. Tra i consigli offerti nel Rapporto ci sono gli investimenti nell'istruzione e nella ricerca, che in Ue pesa per il 2% del Pil e in Italia solo per l'1,31%. Il documento Bertelsmann critica però la modalità di comunicazione adottata da Renzi, che consiste nell'annunciare via social media i provvedimenti senza tener conto dello stadio di avanzamento dei lavori, finendo così per minare la fiducia degli elettori e di fatto scavalcare le comunicazioni più ufficiali delle diverse cariche di Governo.

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