Netcomm Forum 2024: per il retail un anno di svolta

Un retail sempre più fluido che si adatta ricomponendosi grazie alle tecnologie digitali con l'Ai a fare da spartiacque rispetto al passato

In un panorama in rapido mutamento, il cambiamento ha subito un'accelerazione senza precedenti. Anche se questa affermazione è una costante degli ultimi anni, per Roberto Liscia, presidente di Netcomm, il 2024 ha una portata diversa dai precedenti a causa dell'affermarsi dell'Ai generativa. Questo uno dei temi portanti che ha caratterizzato il NetComm Forum 2024, il consueto appuntamento per il mondo dell'eCommerce e dell'innovazione digitale applicata al retail. Ma non solo: i temi trattati sono stati molteplici, vediamo i più importanti.

Etica e sostenibilità

Roberto Liscia, presidente NetComm

Uno dei messaggi forti del NetComm Forum 2024 è che l'accelerazione tecnologica cerca in qualche misura di dare risposte anche ai cambiamenti del consumatore, che ormai è estremamente mobile. La sostenibilità ambientale è diventata un must, però deve essere in equilibrio con la sostenibilità economica. Diventa quindi necessario interpretarla anche come un'opportunità per le imprese che dovranno tenere in massima considerazione un aspetto fondamentale: l'etica sarà anche un modo per avere un rapporto più costruttivo e più di lunga durata con il proprio mercato. L'innovazione deve essere responsabile, perché l'etica nell'uso delle nuove tecnologie e nei nuovi modelli di business, diventerà un elemento sempre più importante anche nei confronti del mercato. Ancora una volta, nel futuro prossimo, le imprese etiche saranno quelle che riusciranno a costruire un rapporto di più lungo termine con i propri clienti e con il proprio mercato.

eCommerce leva di cambiamento

Lo sviluppo del commercio elettronico va oltre la creazione di un canale di vendita che affianca quello fisico ma è il fulcro di cambiamento evolutivo dell'intero retail. Tra gli esempi che si possono considerare, Roberto Liscia ha portato quello di Walmart come paradigmatico. Walmart, il più grande retailer fisico del mondo, inizialmente in ritardo rispetto ad Amazon e all'esplosione dell'eCommerce, ha negli ultimi anni effettuato un balzo in avanti di portata epocale rendendo di fatto l'eCommerce una parte rilevante del suo fatturato. Non solo e di più: sfruttando l'online, Walmart ha cambiato i servizi resi alla sua customer base con un tasso di innovazione senza precedenti. Un esempio? Il consumatore, per rifornire il proprio frigorifero dei prodotti mancanti mentre è assente, può utilizzare Walmart che invia un addetto dentro casa e deposita la spesa. Il tutto controllato dallo smartphone. Sempre Walmart, forte della sua rete di vendita fisica capillarmente diffusa, si è trasformato in un one stop shop anche per il comparto salute con una rete di poliambulatori legati ai propri punti di vendita.

Chi vende online in Italia?

Sono 88.000 le imprese che vendono online in Italia secondo una ricerca effettuata da NetComm in collaborazione con Cribis. Analizzando lo Score di Innovazione che prende in considerazione la crescita della produttività, l'evoluzione degli asset digitali, i brevetti innovativi, la presenza di un management orientato alla ricerca e sviluppo, l'internazionalizzazione dell'impresa, si scopre che 96,5% delle imprese che sono attive nell'eCommerce hanno uno Score di innovazione superiore tra medio-alto e alto. Se si considerano invece le imprese che non fanno eCommerce, lo score di innovazione è del 39,4% con una caduta di 60 punti. Questo significa che l'eCommerce non è soltanto vendita online ma è un vettore, una leva di innovazione e di competitività.

Quanto si spende online?

L'Italia continua a crescere nell'eCommerce e secondo tutte le ricerche proseguirà nei prossimi 10 anni. Tuttavia il tasso di crescita non è più quello degli scorsi anni ma la curva si è appiattita e secondo i ricercatori del Politecnico di Milano, si è ormai raggiunto il plateau. Gli italiani che acquistano online sono 33,7 milioni (aprile 2024). Aumentano gli acquirenti della genZ e il bacino di utenza dei silver che è entrato nell'eCommerce spinto dal Covid si è ormai esaurito in numero. Gli italiani spendono online circa 1.112 euro contro i 2.120 euro della Germania. Un divario anche maggiore se confrontato con Uk e altri Paesi che si traduce in una frequenza di acquisto più bassa dei consumatori italiani rispetto agli omologhi europei. Ma quali sono i motivi? Uno degli spunti emersi è che probabilmente in Italia mancano imprese che vendono online, quindi c'è un ritardo nell'offerta prima ancora che nella domanda.

La rivoluzione logistica

La logistica sta diventando sempre più sostenibile. E non è uno auspicio ma un fatto oggettivo misurabile. A suffragio di questa tesi sono stati esposti i numeri di una ricerca svolta dal Politecnico di Milano che ha misurato la CO2 equivalente per acquisto nel comparto fashion. Si è preso una media città campione come Ferrara e si è misurato l'impatto dell'acquisto in un punto di vendita fisico, online con consegna a casa e online con consegna in un punto di ritiro (locker). La CO2 equivalente per il punto di vendita fisico vale 1,83 Kg mente lo stesso acquisto effettuato online utilizzando un punto di ritiro genera 0,33 Kg, circa l'80% di emissioni in meno.

Cambia il digital marketing

Uno dei punti di svolta dell'evoluzione del marketing è l'uscita di scena dei cookie di terze parti. Questo ha determinato una rivoluzione in quanto da un lato cambiano i paradigmi con cui analizzare le abitudini e preferenze dei consumatori, dall'altra, i consumatori stessi desiderano una maggiore attenzione e considerazione. La sfida per il marketing è quella di realizzare la massima personalizzazione per il consumatore.

Export

L'Italia è un Paese esportatore: 600 miliardi di export contribuiscono in modo importante a sostenere l'economia nazionale. Tuttavia, la parte digitale rischia di giocare un ruolo marginale nel prossimo futuro: senza una rivoluzione dell'eCommerce le esportazioni, con tutta probabilità accuseranno problemi di crescita.

La rivoluzione dell'Ai

Per prendere consapevolezza di quanto sia stata stravolgente l'Ai, è sufficiente osservare quanto tempo ha impiegato a raggiungere la capacità di riconoscere la scrittura, le immagini e di colloquiare con linguaggio naturale con le persone. I servizi basati su queste capacità in due anni sono riusciti a raggiungere e, in alcuni casi, a superare le capacità umane e il trend è di piena accelerazione in questa direzione. I dati sugli investimenti forniscono un quadro sconfortante per quanto riguarda gli investimenti in Europa e soprattutto in Italia. Negli Usa, solo nel 2024 le big tech impegnate nell'Ai investiranno oltre 200 miliardi di dollari, dieci volte gli investimenti previsti in Cina. In Italia nel 2023 sono stati investiti in Ai 300 milioni di euro, un terzo circa di quanto investito in Spagna.

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