Nuove dimensioni dello smart working

Luoghi inusuali e di prossimità, contesti dove lavorare, imparare e creare anche relazioni: le nuove opportunità per uno smartworking a misura di persona. Gli esempi di Unbnx e Ranstad

Ricercare nuove dimensioni per il benessere lavorativo è un claim che ha accompagnato i momenti immediatamente successivi all’emergenza sanitaria ma che ancora sembra non trovare una sua, di dimensione. L’opportunità dello smart working, agevolata da un periodo di prova, seppur costretta e necessaria, non è ancora stata colta del tutto. Le ragioni sono diverse: da una parte lo si considera ancora come un lavoro da remoto, dall’altro non si contemplano gli aspetti sociali, relazionali e di benessere per la persona coinvolta.
Nel rapporto Osservatori Digital Innovation del Politecnico di Milano del 2023, si contavano quasi 500mila smartworker nel 2022 in meno rispetto al 2021, con un calo importante nelle PA e nelle PMI, ma con una leggera eppur costante crescita nel mondo delle grandi imprese e una previsione di aumento per l’anno in corso, grazie al consolidamento di modelli di smart working. Più che modelli, si può parlare di dimensioni: nuovi contesti e situazioni orientati a un lavoro che non si concentra nella cucina di casa ma che offre opportunità di crescita e di relazione, sia con le persone che con il territorio.

Il benessere passa dalla flessibilità di orari, luoghi e obiettivi

Il primo passo, repetita iuvant, è il superamento dell’idea di lavoro da remoto promuovendo, invece, una diversa flessibilità oraria e un’attenzione agli obiettivi. Il consolidamento di una fiducia reciproca richiede, come sottolineato dall’Osservatorio Smart Working un cambiamento a livello culturale e di approccio manageriale. C’è un dato guida, riportato dallo stesso succitato Osservatorio: il benessere relazionale e psicologico è maggiore per gli smart worker (per chi, quindi, ha forme di flessibilità e orientamento al risultato) che per i remote non smart (chi quindi lavora da remoto ma senza flessibilità e orientamento al risultato). Il secondo passo è l’identificazione di luoghi di lavoro che non necessariamente sono quelli domestici: qui il carico mentale dettato da una molteplice gestione contemporanea è spesso affiancato dalla mancanza di spazi adeguati che inibiscono la piena realizzazione di lavori smart e attenti al benessere. Non da meno è il tema relazionale: il senso di alienazione creato dal susseguirsi di call digitali e di lavoro in solitaria cambia a seconda delle caratteristiche individuali. Un aspetto, questo, spesso privilegiato per evitare spostamenti con mezzi propri e pubblici, sia come scelta sostenibile che come ottimizzazione dei tempi, ma che non per tutti si traduce in risultati benefici.

Soluzioni relazionali

Da una parte la risposta può essere la creazione, all’interno dell’azienda, di contesti maggiormente relazionali che possano integrarsi a un lavoro flessibile e per obiettivi che contempli, anche, le mura domestiche. Dall’altra ci sono soluzioni di prossimità che vanno a costruire momenti di relazione e formazione in posti diversi dall’azienda. Due novità hanno attirato la nostra attenzione: un’app che mette in relazione il territorio con il lavoro, grazie a una vasta scelta di location di prossimità, e un nuovo spazio per il co-working e il co-learning dove dare nuovo slancio alla propria carriera.

Lavorare da un castello

La app Urbnx è l’idea nata durante la pandemia da due imprenditori, Giovanni Peracin e Alberto Nathansohn, che propone posizioni di lavoro attrezzate e vicine al proprio domicilio, dove fare networking scoprendo, al contempo, nuove situazioni, spesso a pochi passi da casa. Tra le quasi cento location proposte dall’app troviamo ville, design hotel, case d’epoca, castelli, musei e spazi rurali. “Leave The Stress Out Of Your Home” è la promessa di un progetto che permette, anche, di reinterpretare e dare nuova vita a luoghi pubblici o privati in disuso lasciando liberi gli ambienti domestici, andando a risparmiare su costi energetici legati allo spostamento fino alla sede di lavoro e contribuendo al work life balance.

Smart learning

Inaugurato a maggio 2023, il Randstad Box, in via San Virgilio 1 a Milano si articola su 1700 metri quadri all’interno di uno storico edificio progettato da Gio Ponti e recentemente ristrutturato. La formula è variegata e interessante perché coinvolge tutte le persone che vogliono costruire la propria carriera: il Box è infatti sia un coworking con postazioni prenotabili gratuitamente che uno spazio eventi dove si alternano workshop, talk e appuntamenti con le aziende, che un luogo di formazione con tanto di scuola di Alta Formazione post diploma (ITS Tech Talent Factory) e percorsi mirati all’inserimento nel mondo del lavoro di profili tecnologici.

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